E' nato a Ceccano il 27 febbraio del 1978. E’ il secondo figlio di Sergio e Anna Maria Lauretti. Gli altri sono Giancarlo e Alfonso. Danilo ha frequentato le scuole elementari e medie a Villa Santo Stefano. Dopo il servizio militare ha lavorato da carpentiere per circa tre anni. Dopodiché è stato assunto in una industria di Frosinone dove tuttora lavora. "Per alcuni anni, ho smesso" ci racconta lo stesso Danilo "poi, sollecitato da mio fratello, ho ripreso a suonare ed a studiare grazie al noto maestro di organetto, l’abruzzese Enzo Scacchia" Danilo non lo dice per modestia. Ma lui è un vero fuoriclasse dell’organetto. Non solo è diventato a sua volta un insegnante ma lo suona con cinque dita mentre solitamente se ne usano soltanto quattro. Capacità che ha appreso proprio dal maestro Scacchia. Il risultato di tanto virtuosismo musicale lo possiamo ascoltare tutti, visto che Danilo ha da poco inciso il suo primo CD. "Al quale ha collaborato anche mio fratello Giancarlo" spiega, mostrando con orgoglio la sua fatica "Si tratta di dodici brani inediti, scritti da Scacchia, che ha curato anche gli arrangiamenti e la supervisione, assieme a Giancarlo Trapani, Gianni Ferretti e Genni Di Giuseppe e da Cristian Ruggieri. Tecnico del suono Fabrizio Medori." Danilo dispone di un repertorio personale veramente vastissimo. Non soltanto musiche folk ma anche brani moderni. In ogni caso la molla principale che lo spinge a continuare a cimentarsi in questo campo, è soprattutto la consapevolezza che si tratta di salvaguardare la cultura e le tradizioni della propria terra. Ed è davvero encomiabile questo impegno.
A volte si pensa a salvare le culture di popoli lontanissimi da noi e lasciamo scivolare nell’oblio quelle di casa nostra. Anche per questo motivo, e non soltanto perchè la sua musica allieta le feste ed il nostro tempo libero, dobbiamo essere grati a giovani come Danilo Trapani. Incentivandoli a proseguire su questo percorso artistico. Danilo Trapani è così entrato a far parte a pieno titolo nella cultura musicale di Villa Santo Stefano. Oltretutto, il genere musicale popolar-folk è retaggio storico dei nostri avi: ricordiamo che Arturo Iorio nella sua "Amasena Tellus" ha dedicato una sezione sui canti popolari, della tradizione santostefanese e ciociara, in uso nel secolo scorso.
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