COMMEMORATO IL CARDINALE DOMENICO IORIO

In occasione del cinquantesimo Anniversario della morte del nostro illustre concittadino Cardinale Domenico Iorio, avvenuta il 21 ottobre 1954, il paese si è addobbato a festa e l’Amministrazione Comunale ha reso omaggio alla figura del Cardinale con una commemorazione.

L’inizio della cerimonia è avvenuto con l’intervento del consigliere Alessandra Leo che ha introdotto il motivo cardine dell’evento. Di rilievo anche gli interventi del Prof. Mario Lucarini e del Dott. Vincenzo Tranelli, sugli aspetti religioso-biografico dell’insigne Cardinale. A concludere la rievocazione è stato il Sindaco che ha ringraziato i presenti e coloro che si sono prodigati per l’organizzazione della giornata.

A questa prima fase è seguito un corteo che ha avuto inizio da Palazzo Colonna ed è terminato nella Chiesa di San Sebastiano sulla cui facciata è affissa una targa marmorea. A fare da cornice a questo toccante momento è stato il suggestivo scorcio paesaggistico.

A conclusione c’è stata la Messa Solenne e dato che la musica nasce dal cuore e ad esso si rivolge, non poteva mancare il Coro Polifonico diretto dal Maestro Guido Iorio che ha eseguito magistralmente la messa cantata. In definitiva, è stato un evento di carattere storico-culturale per un personaggio famoso e importante che ha dato lustro al paese.

Pamela Bonomo per Villa News

 

AD UN PASSO DAL PONTIFICATO

Lodevole iniziativa quella dell’intera Amministrazione Comunale per ricordare il santostefanese più importante della storia: colui che ha raggiunto la più alta carica religiosa e di carriera professionale, intesa in senso generale in tutti i campi e ruoli. A tal proposito, ricordiamo che per mantenerne vivo il ricordo ad imperitura memoria, è prevista la realizzazione di una targa commemorativa che verrà apposta nella casa natale di Via della Rocca.

"Da sua Eccellenza a sua Eminenza" -ricorda Guido Iorio senior- dicevano i santostefanesi quando l’alto prelato venne elevato alla porpora cardinalizia. Il Cardinale Iorio, per le sue opere in favore della Chiesa, riguardanti il campo del diritto canonico, era personaggio molto conosciuto in Italia e all’estero.

"Ricordo –continua Guido Iorio- il periodo in cui il conclave doveva eleggere il nuovo Papa. Il nostro Cardinale era in prima linea per la successione ad Achille Ratti, Papa Pio XI. Era, infatti, in "odore" di Pontificato: uno dei candidati più probabili al trono pontificio, assieme ad altri due o tre. Ricordo quel pomeriggio del 2 marzo 1939. Il paese era in febbrile attesa della classica fumata bianca che annunciava il fatidico: "Habemus Papam". Eravamo in chiesa con il nostro parroco Monsignor Don Amasio Bonomi, si pregava e si recitava il santo rosario aspettando il momento storico della proclamazione. Si sperava, ovviamente, che il futuro Sommo Pontefice della Chiesa di Roma fosse il nostro Cardinale.

Don Amasio fece portare la radio, che ad un certo momento cessò di funzionare. Non ricordo se la radio fu riparata o sostituita con una funzionante. Fu una giornata davvero storica per il paese: un nostro illustre concittadino poteva diventare Papa. Alcuni paesani, tra i quali Gaetano Iorio, avevano organizzato botti e salve di bombe per il lieto evento. Don Amasio riuscì a contenere l’entusiasmo trasmettendo calma e moderazione. Disse che qualsiasi fosse stato il prescelto, si doveva gioire.

Pochi minuti dopo le 18, il Cardinale Dominioni annunciò urbi et orbi che il nuovo Santo Padre era il Cardinale Eugenio Pacelli, divenuto Papa Pio XII. Si diffuse una certa naturale delusione, ovviamente, per la mancata elezione del Cardinale Iorio. Ma, subito dopo, prevalse la letizia che trasmette qualsiasi elezione di un nuovo Pontefice. Il Cardinale Pacelli era favorito, come si diceva, ma il nostro venne superato per pochissimi voti.

Il Cardinale Iorio aveva una forte personalità, era austero e meticoloso nell’esercizio delle sue funzioni. Si definiva uomo di Chiesa, e ciò che riceveva dalla Chiesa ad essa restituiva. Ma era anche generoso d’animo verso gli altri. Una certa riservatezza era da interpretare come difesa da chiacchiere e polemiche, che non amava affatto. Preferiva i fatti ai fronzoli. Per questo non dava risalto all’innata disponibilità umana che si traduceva in solidarietà verso il prossimo".

Per concludere, a fugare lo scetticismo dei "soliti bastian contrari", ci pensa un ricercatore storico, serio e meticoloso, quale il Dottor Vincenzo Tranelli, il quale ha confermato che il Cardinale Iorio è stato ad un passo dal pontificato.

21 ottobre 2004

www.villasantostefano.com

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