UN RITO ED UNA TRADIZIONE ANTICHISSIMI, LA PANARDA DI SAN ROCCO A VILLA SANTO STEFANO "Addì due di agosto 1643. La maggior parte del popolo dice che si facci la festa di San Rocco benedetto, conformemente al solito e che gli Uffiziali spendano quanto bisogna il che si comprino piatti che bisognano et boccali e si diano i Maestri di Casa". Una tradizione ed un rito antichissimi, quello della Panarda, distribuzione di minestra di ceci con aromi e pane, intimamente legati alla profonda devozione che i santostefanesi hanno per il loro Patrono, quel San Rocco di Montpellier, che fattosi pellegrino, "Romeo" è il termine corretto, si diresse verso la Capitale della Cristianità, venendo però colpito dalla peste. Rifugiatosi in una caverna fu soccorso da un cagnolino, che portava al povero appestato un pane. Episodio che ricorre iconograficamente in tutti i dipinti e statue del Santo. Molti sono i paesi e località che venerano San Rocco, ma nessuno può vantare un culto ed una festa del tutto particolari come a Villa S Stefano. Abbiamo visto come ‘l’idea stessa della Panarda si possa far risalire con certezza almeno al XVII secolo. Ma il termine, medievale è molto più antico. La Panarda era la provvista di pane o di altre vettovaglie delle truppe, ma anche la distribuzione di pane e companatico al popolo nei giorni di festa. La presenza di Ordini Ospitalieri nella Valle dell’Amaseno potrebbe però far collegare la Panarda anche al loro uso di distribuire pasti caldi ai pellegrini, ai viandanti in genere, ed ai bisognosi. Le Caldaie di Villa S Stefano, ove cuociono i ceci come il mitico "Calderon" dei Cavalieri del Tau di Altopascio in Toscana? Chissà. Resta il fatto che i santostefanesi, tutti uniti attorno al proprio Santo, partecipano con passione e fervore ai due giorni di festeggiamenti. Che cominciano con la Processione dell’Assunta il 15 agosto per poi proseguire in serata con la Processione di San Rocco e gli spettacolari Fuochi d’Artificio. Dopo che la Statua del Santo Patrono, portata a spalla dagli "Incollatori", avvolti nei tipici mantelli da pellegrino, che si tramandano l’alto onore da padre in figlio, è stata traslata dalla Chiesa di San Sebastiano a quella di Santa Maria Assunta, a tarda notte, nella piazza artisticamente addobbata ed illuminata, si sono accese le caldaie, ben 38 quest’anno. Oltre 6 quintali di ceci sono stati messi a mollo e cotti per tutta la notte, amorevolmente curati dai "Maestri di Mensa" e dai Panardi, i "Servitori di Mensa". Coloro che poi provvedono a distribuirla nelle case dei santostefanesi e tra i turisti in piazza. All’alba i ceci sono stati conditi con olio di oliva locale, sale, pepe e rosmarino. Una minestra squisita non solo per l’abilità ne l prepararla ma perché assaggiandola con devozione, i santostefanesi sono consci di perpetuare una tradizione che fa parte delle loro radici. Nella mattina del 16, con una breve ma sentita cerimonia si è reso Onore ai Caduti con al deposizione di una corona al Monumento, tra due ali di Panardi schierati con la tipica divisa rossoverde. Dopo la Santa Messa, accompagnata dalla Banda Comunale, è arrivata in piazza la Processione con la Statua di San Rocco. Don Pawel, assieme a Don Peppe, ha benedetto i ceci ed è scattato un particolare rito. Ha fatto tenerezza vedere padri e nonni, prima i Maestri ed i Panardi poi tutti gli altri fedeli, abbassarsi e passare sotto la statua di San Rocco, per impetrarne la protezione, con in braccio i propri figli o nipotini, alcuni piccolissimi. Poi, via! Tutti i "servitori" a correre per le vie del paese, sino agli estremi confini, per portare con la caratteristica pignatta in coccio, seguendo le indicazioni dei Maestri di Mensa, i ceci ed il pane benedetti nelle famiglie santostefanesi. Ulteriore legame e conferma di una Festa di tutti e che coinvolge tutti. Perfettamente riuscita, grazie all’abnegazione dei membri del Comitato Organizzatore, che, guidato dal Presidente Marco Cristini, ha fatto le cose in grande, migliorando la Festa di anno in anno, grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale e di coloro che hanno garantito la sicurezza, come il Gruppo Antincendio del Comitato, il Gruppo della Protezione Civile di Giuliano di Roma, i dipendenti della Comunità Montana, e di tutti quelli che, a vario titolo, volontariamente, sono accorsi a dare una mano. Hanno partecipato alla suggestiva processione serale del 15 agosto, che per la prima volta è transitata per Via Napoli fino alla Conicella e ritorno, gonfaloni e amministratori di Amaseno, Giuliano di Roma, Roccasecca dei Volsci, Supino, Priverno e Vallecorsa. Giancarlo Pavat per VillaNews
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