Anche nel 2008 è stata riproposta la tradizione decennale del presepio vivente nel centro storico di Villa Santo Stefano a cura dell’Amministrazione Comunale. Molte le persone che hanno voluto partecipare attivamente alla rappresentazione della Natività, dedicando del prezioso tempo per un’arcana manifestazione risalente a San Francesco d’Assisi. Le vecchie cantine fra i vicoli medievali del paese sono state riaperte per l’occasione, alcune dopo molti anni, per fare posto alla raffigurazione di antiche botteghe e attività lavorative tradizionali. L’ingresso in via San Pietro, angolo via Gentili, qui era possibile firmare il "libro degli ospiti" e iniziare il percorso mediatico. La vecchia osteria di "Alesandrino" era stata trasformata in "montano" mentre alcune giovani ciociare salutavano i visitatori dalla scalinata dell’antistante "cimasa". Subito a sinistra si scendeva in vicolo della Portella, dove il canestraio preparava un cestino di vimini e una ragazza si riscaldava al fuoco in un’antica cucina. Sotto il centenario piccolo arco in pietra, c’era l’addetto al censimento con la classica penna d’oca. Passando per via del Giardino la bottega dello "scarparo" e a sinistra si scendeva in vicolo Malpasso dove il falegname lavorava alacremente con martello e chiodi, mentre poco più in basso due "loschi individui" distillavano acquavite con uno speciale alambicco di rame facendo molta attenzione all’arrivo dei gabellieri. I fabbri battevano sull’incudine roventi ferri. In via della Portella tre massaie sempre in costume ciociaro donavano ai passanti fumanti piatti di polenta con sugo. Il carcere ospitava un "inquietante cacciatore di frodo". Una numerosa famiglia si riscaldava al fuoco del camino, bevendo litri di vino rosso dei "Porcini" e degustando "marzoline" nostrane. Alla sinistra le botteghe del filatoio della lana e dei carbonari che si rifocillavano di polenta bollente. Nel largo della Portella c’era il mercatino di frutta e verdura, rigorosamente di stagione, mentre la ruota del mulino ad acqua girava freneticamente macinando il grano sull’enorme pietra e sotto l’attenta direzione dei mugnai. All’ingresso di via delle Ceneri, sotto l’arco, si udivano le imprecazioni e il tintinnio dei bicchieri dell’osteria con gli astanti un po’ alticci che giocavano "alla passerella". I pastori stazionavano con le greggi nel belvedere delle Ceneri. Le fornaie ammassavano e le donne cucinavano sul fuoco deliziosi manicaretti. Il maestro "con bacchetta" impartiva una lezione agli attenti scolaretti. Il bimbo dormiva fra le calde braccia della mamma sotto lo sguardo attento di San Giuseppe. Enzo Iorio |
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