Villa S. Stefano ricorda …
" I’ BBANNISTA " Il banditore, importante figura ormai scomparsa dalla vita sociale del paese. di Giovanni Bonomo e Pino Leo
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In un pomeriggio di febbraio riscaldato da un tiepido sole, sulla panchina, davanti la chiesa di San Sebastiano, seduto ed appoggiato al suo bastone, incontriamo Antonio Leo "Fasan' " (cognome unico in paese, della madre Maria Fasani). Noi, curiosi e alla ricerca di notizie per questo nostro ricorda ..,iniziamo con lui una piacevole conversazione, essendo, egli, una ricca fonte di aneddoti e di avvenimenti della vita trascorsa del nostro paese. All'improvviso, veniamo interrotti dalla voce gracchiante di un megafono posto sulla cabina di un furgone che lentamente risale via San Sebastiano promovendo la vendita a buon prezzo di patate, agli e cipolle. Antonio guarda il furgone ed esclama "Atr' ch'agli' ti'mp' mi' quand' p' i'ttà i' bbann, m' t'neuta sb'c'lì e matt'ccheua i' a pèt' p' tutt' i' paes'" (altro che ai miei tempi quando per dare il bando dovevo tirare fuori molta voce ed andare a piedi per tutte le vie del paese). A questo punto cogliamo l'occasione per farci ricordare la figura del banditore di cui egli è stato l'ultimo.... "interprete". Come nella maggior parte delle piccole comunità, fin dall'epoca medievale, esisteva anche nel nostro paese, la figura del banditore che rendeva pubbliche le ordinanze delle Autorità cittadine. Con il passare del tempo, questa figura si rese indispensabile, anche per pubblicizzare vendite ed eventi di vario genere, anche di natura privata. Il banditore passava per le vie del paese annunciandosi con il rullìo del tamburo o con una squillo di tromba, al quale faceva seguito "i' bbann' " (il bando), gridato ad alta voce. Antonio ci racconta che, a Villa S. Stefano, il banditore si annunciava sempre con uno squillo di tromba e ci ricorda i punti migliori per un buon ascolto da parte dei cittadini: l'angolo tra via della Rocca e via Lata, la piazza dell’Aurizia, la Prèta Cautata, "i' sp'rt' " del vicolo Bellavista, l'angolo tra via San Pietro e via della Portèlla, la piazzetta della Portèlla, l'incrocio di via Gentili con via San Pietro, la piazza del Mercato, la piazza Umberto I, via San Sebastiano (davanti la chiesa omonima) e via Roma (vicino alle scale delle scuole vecchie). Dalla fine degli anni trenta con la costruzione delle case nuove il bando fu esteso "ncima alla uigna" in fondo al viale G. Marconi alla curva, e in via Leonina all'angolo destro dietro la chiesa di San Sebastiano. Generalmente, l'incarico di banditore pubblico, veniva conferito ad un salariato del Comune occupato nei vari servizi dell'epoca (spazzino, operaio generico, guardiano del cimitero) o da cittadini socialmente disagiati. Il primo banditore che Antonio ricorda è un certo "z' Ch'in'", Clinio Petrilli personaggio stravagante che era nato a Villa S. Stefano nel 1886. Alfonso Felici nel suo libro Figting Paisano scrive di Clinio: "...in seguito il Comune lo impiegò come banditore e, durante il percorso si fermava ad ogni cantina per bere mezzo litro di vino. Quando il claudicante " Ch'lin' " si era ubriacato, non finiva il giro e si addormentava dove si trovava, infierendo contro chi cercava di svegliarlo. Per questo motivo, fu licenziato e sostituito con il cieco " z' Marcucc' " che, grazie al suo bastone, poteva girare tutto il paese". Marco Tambucci affettuosamente chiamato da tutti "z' Marcucc' "era nato a Villa S. Stefano nel 1870 nella casa di via della Rocca. Ancora adolescente, fu vittima di un incidente domestico che gli procurò la perdita della vista. Oltre che banditore era anche sagrestano e per tale motivo, guidava i fedeli nella recita del rosario ed intonava, durante le funzioni, gli inni religiosi, seduto "agli' squann' " dietro l'altare, nel posto a lui riservato. Esperto nel suono a mano delle campane, nell'imminenza di grandinate o temporali, veniva spesso sollecitato per "scampanio a distesa" cosa che lui faceva volentieri, salendo, nonostante la sua disabilità, le ripide e malandate scale lignee del campanile. Fu compagno di giochi con Domenico Iorio, il futuro Cardinale, in quanto coetanei e abitanti nella stessa via della Rocca. Negli anni trenta, in occasione di una visita ufficiale del Cardinale nel nostro paese, a ricordo della vecchia amicizia si recò sotto la casa di Don Amasio, dove era ospitato il Cardinale a "j’ttà i' bbann" che ricordava una filastrocca della loro giovinezza: "Chi av ess' r'tr'uata, 'na chiauzza femmina co 'na liazza roscia attaccata, ca stata perza tra la Porta e la c'n'cèlla za' Men'ca, ch' m' la riporta ca c'sta 'na bona r'c'mpensa". Resta, a Villa, ancora un detto " ‘na lantèrna mmanu’ a Marcucc’ " per significare la perdita di una buona occasione quando, offerta, la stessa non viene colta. Il caro e indimenticabile "z' Marcucc' " si spegneva a Villa S. Stefano il 18 agosto 1945. Esistevano diverse tipologie di bandi. I più importanti erano quelli delle istituzioni e si davano per alcune sere, all'imbrunire, quando già la popolazione era raccolta in casa. Dopo qualche secondo da un lungo e acuto squillo di tromba, il banditore gridava: "Per ordine del signor Podestà..." oppure "II signor Sindaco avverte..." o ancora "Il signor Giudice Conciliatore comunica...". Con il bando, si rendeva noto l'inizio dell'anno scolastico, il periodo per poter "angarrà" il bestiame nei terreni gravati dall'uso civico, di "scampa l'fratt' " e altre notizie utili alla Comunità. Altro tipo di bando era quello di avviso/diffida, "Nessuno abbia l'ardire ... sarà denunciato", che, il cittadino interessato. lo faceva registrare al protocollo del Comune e il banditore doveva dare avviso per tre sere consecutive. Anche i venditori ambulanti usufruivano di questo servizio: in questi casi il banditore girava il paese gridando: "chi uò compra i' baccalà sangiuann', alla Porta sta Sist' d' Fros'non... tè pur I' sarach', abonprezz'". Spesso, nella circostanza il rivenditore retribuiva il banditore in natura (frutta, verdura, pesce ed altri generi che aveva pubblicizzato). Con lo stesso sistema si rendeva noto l'organizzazione di pellegrinaggi nei vari Santuari: "S'auèrt'i pubbl'qu' "... "chi uò i' alla Santissima cogl' aut'bus, alla prima d' giugn', s' tèra i'a segna a Pippo". Il primio agosto del 1946, con deliberazione del consiglio comunale, veniva nominato spazzino / custode del cimitero, per la sua invalidità e anche perchè, come recitava la deliberazione comunale "...buon lavoratore e di ottimi costumi....",il sig. Stefano De Filippi nato a Villa S. Stefano il 9.6.1909. Stefano, detto "mancinella" trovandosi a Roma per ragioni di lavoro, rimase ferito perdendo un occhio nel bombardamento del quartiere di San Lorenzo. Svolse, con diligenza, il ruolo di banditore fino al 30.11.1953. quando, inseguito a dimissioni volontarie, si trasferì ad Andria per lavorare come bidello in una Scuola di Avviamento. Successivamente ottenne il trasferimento prima a Pnverno e dopo a Frosinone. Stefano veniva a mancare all’affetto dei suoi cari e di chi lo conosceva, il 27 febbraio 1977. La signora Giuseppina, sua moglie, la incontramo spesso mentre accompagnata dalla nipote Laura si reca a messa. Nonostante l’età avanzata non ha perso la lucidità, la gentilezza, l’affabilità e il sorriso di sempre. Con le dimissioni di Stefano, l’incarico di banditore, con funzioni di spazzino e custode del cimitero fu affidato a Vincenzo Rossi nato a Villa S. Stefano nel 1928 e deceduto nel 2001. Vincenzo, l conosciuto nel paese con il nome di "Giovannino", come salariato poteva definirsi "figlio d'arte" in quanto, lo stesso posto di spazzino/custode del cimitero, era stato ricoperto dal padre, e alla morte di questi, avvenuta nel 1938, da sua madre Antonia Spaziani. Per permettere a Giovannino di adempiere meglio agli impegni sempre crescenti delle proprie mansioni di dipendente, l'Amministrazione Comunale affidò l'incarico di banditore ad un esterno, al nostro Antonio Leo. In quegli anni, intanto avvenivano anche nel nostro paese, notevoli mutamenti sociali favoriti dalle numerose iniziative promosse dall'Amministrazione di Luigi Bonomo. Migliorava la vita quotidiana e anche il Macchione finalmente raggiunto dalla strada carrozzabile, aveva il suo banditore, "i' bbannatar'" (come lo chiamavano in dialetto gli abitanti della contrada Macchione, originari di Vallecorsa), nella persona di "Z' Pietro". Pietro Antonio Trapani, era nato a Villa S. Stefano il 25.11.1897 e deceduto nel dicembre del 1974; anche questi cieco, annunciava l'arrivo di ambulanti alla piazza del Macchione e chiamava ad alta voce " ‘I Canali" della contrada Acquaroni e i cittadini di contrada Pietracupa, non ancora collegate tra loro dalla strada che terminava al Macchione centro. Molte furono le iniziative commerciali e anche Villa S. Stefano si dotava, con Cesare Palombo, di una moderna sala cinematografica e di un'arena. A questo proposito Antonio Leo, acciaccato nel fisico (il prossimo 23 agosto compie 81 anni n.d.r.), ma non nello spirito, ci racconta sorridendo maliziosamente, l'aneddoto di un bando commissionatogli da Cesare per la programmazione di un film, quando trovandosi in difficoltà per la pronuncia del nome di un attore americamo, la risolse così: "S'auèrt' i pubbl'qu' ca massera alle nou', alla rena si fa i' cin'ma con Sofia Loren, Marcello Matroianni e... (rimanendo confuso nel leggere il cognome dell'attore americano e moderando la voce, continua)... n'n sacc' ch' ca...z... m'a scritt' fìgli'm' 'ncima a st' pi'zz' d'carta". Con i ricordi di Antonio, abbiamo fatto rivivere una figura sconosciuta ai giovani e probabilmente rimpianta dagli anziani. A quelli di Antonio aggiungiamo il ricordo di noi ragazzi che, chiusi in casa all'imbrunire, al suono della tromba le nostri madri ci intimavano: "Stat'u' zitt'......ca' sta a i i' bbann'!!". aprile 2004 |
(I vocaboli in dialetto santostefanese sono stati scritti rispettando il metodo adottato per la realizzazione del dizionario dialettale, consultabile sul sito internet www.villasantostefano.com )
da: "La Voce di Villa" - Notiziario a cura dell'Amministrazione Comunale di Villa Santo Stefano