Contrada Campodoglio
La contrada di Campodoglio era verso ponente, dove le mura si attaccavano ad una gobba di un torrione e facevano angolo per proseguire poi dietro la chiesa di S. Pietro e lungo la scarpata di Vallaréa a ricongiungersi al castello.
Nella contrada di Campodoglio vennero aperti i primi frantoi della comunità; la sua posizione al margine dell'abitato permetteva il decorso direttamente a valle delle morchie e degli altri residuati della molitura. Questa contrada occupava lo spazio oggi intersecato dai vicoli Bellavista e Malpasso; rimase scarsamente popolata fino al Settecento quando vi si costruirono vari caseggiati; ma vi rimase sempre un frantoio, come indica il nome di una straduzza che porta ancora il nome di vicolo del Montano — montano è corruzione del latino molendinum cioè frantoio.
Al basso del torrione di Campodoglio s'apriva anticamente una porta secondaria, poi murata; in tempi più recenti ad esso venne addossata una torretta quadra per l'avvistamento dei briganti.
Ancor oggi, questo tratto di mura che si alza sulla roccia nuda dell'orso di Vallaréa folto di pruni, fichi, melograni, sambuchi, somacchi e bagolari, tutto bucherellato di finestre ed incrostato di balconi, loggette con cessi e tubature di scarichi, rimane il più suggestivo. Lungo la base delle mura si aprono porte di cantine e di stalle, vani oscuri, aditi, passaggi e buchi che arrivano all'interno del paese, alcuni dei quali vennero scavati per poter tenere contatti clandestini con i briganti.
In corrispondenza con la contrada dell'Ospedale vecchio, si alza una emitorre ben conservata, con una feritoia a tiro verticale ricavata da un blocco di tufo e messa nella muratura in calcare, mentre da una seconda è stata ricavata una finestra. Poco più in su di questa torre trecentesca le mura, che si allacciavano al castello, sono scomparse a causa delle frane avutesi nel passato in questa zona;nei pressi della torre si apriva fino al secolo XVIII la porta dell'Olmo, per la quale si scendeva agli orti di Vallaréa.