L’amministrazione Colonna, periodicamente, chiedeva alle comunità sottoposte alla sua giurisdizione feudale, gli elenchi concernenti lo stato della popolazione, così pure facevano i parroci compilando lo "Stato delle Anime". Purtroppo spesso i documenti concernenti lo "Stato delle Anime" sono andati dispersi a causa dei più svariati eventi nel cor-so della storia, quindi ogni qual volta si riesce a reperire carte riguardanti la popolazione diventa una scoperta importante per i paesi nominati. Nell’Archivio Colonna ho potuto reperire due importantissimi documenti concernenti la popolazione presente in S. Stefano verso la seconda metà del Seicento. Il primo documento è riferito al 1634, in questa data, e precisamente il 2 di ottobre, gli officiali di S. Stefano inviano al principe Colonna la nota dei fuochi e delle anime, accompagnandola con la seguente lettera: "Ci viene ordinato dal sig. erario Saltasbarri di Stato di Pofi di mandare a V.S. la nota dell’Anime, et fuochi che fa Santo Stefano, onde dicemo a V.S. che tra vedue, case di Preti, et altri seculari in tutto fa fuochi n° settanta cinque. Anime in tutte fa n° trecento ottanta cinque et non più, che ne mandamo anco qui acclusa le nota estensivamente con che fine non essendo que-sto far altro a V.S. di cuore baciamo le mani". Come si può notare Santo Stefano, in questo periodo, aveva una esigua popolazione, rispetto agli altri paesi convicini, ma ecco la nota delle "Anime" concernenti le famiglie santostefanesi, facendo notare che accanto al nome e cognome del capofa-miglia è presente il numero dei componenti la famiglia medesima: Porzia Testa 1 Stefano Macellaro 4 Nicola Grande 5 Marco Lucarino 7 Julio Leo 7 Pezedia Trenta 7 D. Domenico Ricci 4 Clementia Pifaro 5 Luca Ricci 2 Marco Ottaviano 5 Marriana Palombo 7 G. Antonio Martello 6 Gabriele Leone 4 Domenico Mastro Pietro 2 D. Michel Angelo Lucarino 2 Angela di Fano 2 Annina Pavone 1 G. Antonio Lucherino 6 Antonio Lucherino 5 Carlo Cola Pietro 2 Antonio Porcio 11 Tomaso Leo 4 Domenico Lucherino 8 Stefano Lucherino 4 Sebastiano Caimma 8 Marco Tranello 9 G. Antonio Nitto 5 Lorenzo Caimma 2 Porzia Palombo 3 Marco Granata 5 G. Antonio Tranello 6 Federico Bolognese 4 Antonia Farina 3 Cleria Palombo 3 Giovan Battista Testa 6 Lucia Granata 1 Giovan Pietro Macellaro 4 Lorenzo Toppetta 4 Antonia Pagiosso 3 Gularia Pagiosso 1 Giacinto Luisi 6 Giovanni Luisi 3 Marcella Toppetta 1 Angelo Pocci 4 D. Andrea Palombo 7 Domenico Tambucci 7 D. Domenico Tambucci 7 Cola di Iorio 13 D. Stefano Tambucci 6 N. Simone Marcucci 4 D. Giuseppe Palombo 5 Flavia Palombo 4 D. Clementia Nardone 2 Giovanni Palombo 5 Jacomo Canoza 5 Antonio Gentile 10 Carlo Toppetta 8 Federico d’Onofrio 3 Berardina Giacchetta 1 Pietro Viella 3 D. Stefano d’Arcangelo 3 Maria di Savo 4 Pietro Luciano 7 Maria Tambucci 7 Maria Marcoccia 3 Laurentia Matello 5 Filippo di Filippo 2 Pietro Grande 4 Pietro Paolo Bravo 3 Marco Tambucci 4 Giovanni Gori 3 Teodoro Palombo 6 Nicola Lucherino 8 Luca di Iorio 4 Giovan Battista Polito 1 Jovanna Grande 2 N. Giovanni Antonio Galante 9 F. Stefano Palombo Gio: ved. Battista Luciano 9 Jacinto Jacoucci 5 Giovanni Taricone 5 Santa Melone 1 f. Berardino Leo 1 Anime in tutto sono 385 Fuochi in tutti n° 75
A questo punto è bene notare che le famiglie più numerose sono quelle dei Palombo, rappresentate da otto fuochi, con ben 44 persone, seguono i Lucherino o Lucarino, con sei fuochi e 40 persone; i Tambucci con cinque fuochi e 30 persone, i Leo con 5 fuochi e 20 persone, è presente anche la famiglia Iorio con due fuochi e 17 persone e i Tranello con due fuochi e 15 persone. Dall’elenco si ricava anche un alto numero di vedove, ventitre, rimaste a capo del nucleo familiare.
Il secondo documento porta la data del 24 agosto 1682 e riporta il numero dei fuochi a 100, un incremento di ben 25 nuclei familiari rispetto al 1634, quindi fa l’elenco dei sacerdoti e dei chierici celibi, coniugati ed in stato vedovile. I sacerdoti sono: Domenico Galante, Stefano Pocci e Prospero Gentile. I chierici sono: Giovanni Luigi, coniugato, sacrestano Giuseppe Palombo, coniugato Federico Bolognese, coniugato, barbiere Lorenzo Reatino, coniugato, barbiere Felice Testa, coniugato, contadino Biasio Carlone, notaio Giuseppe Tambucci, contadino Antonio Iorio, vaccaro Antonio Macellaro, cavallaro Paolo Martucci, speziale Tomasso Gaetano, scarpinello Sebastiano Tranello, bufalaro Domenico Filippi, contadino Belardino Jacoucci, bufalaro Giovanni Lucarino, vettorale Giovanni Grande, bufalaro Domenico di Sebastiano Giuseppe Galante, coniugato, contadino Cesare Galante, sartore Francesco Leo Belardino Martelli, bufalaro Domenico Carbone, bifolco M. Antonio Palombo Giovan Battista Leoni Antonio Testa Antonio Olivieri, capraro Michelangelo Lucarini Marco Ricci, contadino Simone Marcucci, bigamo Gioseppe Falconi, bigamo Stefano Leo, bigamo Giovanni Carlone, bifolco Paolo Palombo Francesco Felice, spedaliere. Eremiti coniugati abitanti dentro la terra con moglie e figli contadini e bufalari patentati a presentazione del vescovo per esimerli dalla giurisdizione secolare: Stefano Martelli, Stefano Galante, Filippo Filippi. Il documento porta il sigillo e la sottoscrizione del notaio santostefanese Biagio Carloni. Da notare che la parola "bigamo" non ha nel documento il significato odierno, ma vuol semplicemente dire che ha avuto due mogli. Occorre anche dire che i chierici coniugati o non avevano il privilegio di sottostare al foro ecclesiastico, quindi non potevano essere arrestati, per eventuali crimini, dagli sbirri o dal bargello dei Colonna, ma soltanto dai soldati del vescovo di Ferentino. Spesso i vescovi, a causa di questi privilegi, entravano in contrasto per la "turbata giurisdizione", sfociando talvolta in veri e propri processi avanti la Camera Apostolica in Roma.
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up. 27.3.2012
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