1794 La rimozione del
banco d’onore della famiglia Passio dalla chiesa di S. Maria |
di
Carlo Cristofanilli |
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Sigilli del
Capitolo di S. Stefano e dell’Universitas (sec. XVIII) |
Sin dal secolo XVI i Passio rappresentarono una delle
principali famiglie dimoranti in S. Stefano occupando posti di privilegio
presso l’amministrazione degli stati feudali dei Colonna in ambito
militare, civile ed ecclesiastico.
Il banco d’onore, posto dentro la chiesa di S,Maria,
ne rappresentava tutto il loro prestigio, tanto che il medesimo
governatore, durante le solenni funzioni, veniva ospitato nel medesimo
banco, addossato ad una colonna, nei pressi dell’altare maggiore, sul lato
destro.
Ora avvenne, siamo nel 1794, che il novello
governatore, Flaminio Manni, oltre ad occupare uno scranno dei Passio
faceva spesso sedere accanto a lui un nipote del vicario foraneo Don
Domenico Iorio. La cosa non fu accettata dalla signora Maria, una francese
che aveva sposato il capitano Passio, poco amata dai Santostefanesi per la
sua vita, a loro dire, scandalosa. Questa durante la festività del Corpus
Domini occupò lo scranno che i Passio riservavano al Governatore,
costringendo quest’ultimo a stare inginocchiato presso l’altare maggiore.
Il sindaco, convocò il consiglio nel quale fu deciso di costruire un nuovo
banco, per uso della magistratura, togliendo dalla chiesa quello dei
Passio.
Il capitano Passio, infuriato per l’affronto, inviò,
nel settembre del 1794 il seguente Memoriale al principe D. Filippo III
Colonna: “ La Casa Passio della Terra di Santo Stefano, Feudo
dell’Eccellentissima Casa Colonna Patrona, ha sempre auto commodo del
Banco per uso della propria famiglia nella Chiesa Parrocchiale di detta
Terra. Costruita di nuovo detta Chiesa da circa 25 anni a questa parte,
riposevi in essa il Banco sudetto per il solito uso il capitano Giovanni
Andrea Passio e questo aderente ad una lapide di un suo antenato esistente
in detta Chiesa in cui si legge la seguente iscrizione - D.O.M. – Hic
iacet Joannes Antonius Passio juris utriusque Doctor et Gubernator – Obiit
Anno Domini 1590 – Orate pro eo-
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(Lapide attuale di
Giovanni Antonio Passio posta nella chiesa di S. Maria, come si può
notare è una nuova versione delle vecchia lapide). |
Ė dunque d’avvertirsi che in detta Chiesa non
essendoci mai stato il Banco curiorale, i Governatori pro tempore andando
in Chiesa aveva a sommo onore il detto capitano Passio ricevergli, e
dargli il primo luogo in detto proprio Banco capace di tre persone.
Ė accaduto che nella venuta del nuovo sig.
governatore Manni facendosi questo dispotico di detto Banco, non solo vi è
andato lui, ma si è arbitrato condurvi il Nipote di D. Domenico Iorio come
suo aderente, e stretto amico, motivo per cui la moglie di detto capitano
Passio si privava di andarvi, come avrebbe fatto il capitano medesimo, per
essere detto Iorio di una famiglia assai vile di detta Terra, giacché il
di lui Nonno per delitti commessi subì la tortura della corda nel
Tribunale di Frosinone per cui scampò l’ultimo supplicio, ma non così due
di lui cugini per nome Giuliano e Nunzio Iorio, che dalla C.M. del Gran
Contestabile D. Fabrizio, avo degnissimo dell’Eccellentissimo Padrone
consegnato alla Sacra Consulta furono impiccati in Frosinone.
Mal volentieri soffrendosi dalla detta moglie del
capitano che detto Governatore conducesse seco in detto Banco un tal
soggetto, il giorno del Corpus Domini andette in chiesa assai prima della
Messa cantata, e prima vi giungesse il governatore si pose in detto Banco;
sopragiunto in seguito il governatore ed affrontatosi di non vedere il
Banco voto, postosi in disparte, dopo finita la funzione, ad insinuazione
del detto sacerdote D. Domenico Iorio zio di detto giovine, e
dell’arciprete suo parente, fatto chiamare il Sindaco della Comunità fece
si che si costruisse un nuovo Banco, e giorni dopo si facesse collocare
nel sito stesso dove esisteva quello del Passio che fu fatto cavare con
disprezzo fuori di detta Chiesa; avvertendosi che detto nuovo Banco senza
bisogno è stato fatto della grandezza capace per cinque persone, e
coll’appoggio dietro di un altezza strabocchevole ad uso di sedie di coro,
così disegnato dal governatore, in modo che occupando la vista dell’Altar
Maggiore per una terza parte di una navata laterale di detta chiesa, che
essendo piccola, è di aggravio non indifferente a quelli che concorrono
alle funzioni sagre.
Il Banco all’opposto del Passio non solo occupa meno
sito per non essere così grande, ma è fatto in modo che l’appoggio non
toglie la minima vista di detto Altare Maggiore. In tale stato di cose si
supplica la somma bontà, e retta giustizia dell’Eccellentissimo Signore e
Padrone perché voglia degnarsi ordinare al detto governatore che con lo
stesso metodo tenuto faccia rimuovere detto nuovo Banco, e rimettere al
pristino luogo quello del Passio, quale a scanso di lite e per la
venerazione che professa al proprio Principe si farrà sempre un pregio di
ricevervi i rispettivi governatori; ma non già altri del Paese.
Il 27 settembre, del medesimo anno, il principe
scrive al governatore di rimettere il Banco al suo posto.
Il 30, del medesimo mese, il governatore scrive una
lunga lettera al principe Filippo III Colonna e tra le altre cose informa
che il Banco dei Passio è stato rimesso in chiesa, in cornu epistolae,
accanto all’altare di S. Giacomo, con il beneplacito del vicario foraneo,
fratello del capitano Passio. Così finì la disputa e nella chiesa vi
furono due banchi d’onore, con l’approvazione del popolo tutto.
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In Cornu Evangelii -
Colonna dove fu posto il seggio della Magistratura |
In Cornu Epistulae -
Colonna dove fu rimesso il seggio dei Passio ( notare la lapide sul
pavimento) |
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