Il giorno 22 dicembre 1813, alle ore quattro pomeridiane, nelle Carceri Nuove di Roma, viene comunicata ai due giovani santostefanesi, Nicola Lucarini e Giovanni Luciani, che l’indomani saranno giustiziati: Nicola sarà fucilato a Ceccano e Giovanni a Santo Stefano. Immediatamente il sacerdote don Antonio Navona e il Vice cappellano don Andrea Giannoli si recano nel luogo di pena dove trovano i due "Pazienti rassegnati ai Divini voleri". Li fanno condurre nella cappella del carcere e lì, tutti insieme, recitano un’Ave Maria con profonda devozione. Alle dieci, Luciani inizia la sua confessione con don Andrea e Nicola con don Antonio. Concluse le confessioni, il confortatore Spaziani "li ha istruiti de’ misteri della nostra Santa Religione di cui erano ambedue ignoranti". Verso le undici e mezza, "sono stati rifocillati con una frittata, con cacio, pane e vino". Hanno allora proceduto a dettare i loro ricordi. Ricordi di Giovanni Luciani: "disse di chiamarsi Giovanni Luciani fu Angelo di anni 25 di Santo Stefano Diocesi di Ferentino che quello che possiede desidera lo goda sua madre per nome Reparata a cui chiede la Santa benedizione e domanda perdona ugualmente a chiunque altro avessi offeso, come perdona lui quelli che lo avevano potuto pregiudicare e protesta morire rassegnato ai Divini voleri." Ricordi di Nicola Lucarini: "disse di chiamarsi Nicola del fu Francesco di anni 22 di Santo Stefano, Diocesi di Ferentino. Di avere quattro fratelli ed una sorella. Chiese la benedizione al di lui Padre dimandando perdono sia a questi che a chiunque avesse scandalizzato. Egualmente perdona a quelli che lo avessero pregiudicato e si protesta di morire rassegnato alli Divini Voleri." Il giorno 23, alle prime ore dell’alba, giunsero a Ceccano e "dopo aver udita la Santa Messa e preso il Santissimo Viatico, il Lucarini subì la pena comminatola verso le ore otto. Il di lui cadavere per ordine dell’Officiale rimase due ore nella strada a publica vista" mentre gli altri "con Luciani partirono per Santo Stefano ove riconciliatosi, il dopopranzo subì l’esecuzione della sentenza e dopo essere rimasto due ore sopra terra fu associato in quella Chiesa principale fatte le solite assoluzioni fu ivi sepolto". Il resoconto della vicenda si conclude con queste parole "In tutto il doloroso viaggio per grazia di Dio, di Maria Santissima e di San Giovanni nostro protettore, mi assicurano essersi ambedue quell’infelici mantenuti pieni di fervore e di rassegnazione come erano partiti da Roma".
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27.3.2012
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