Una collezione di dipinti e grafiche del secondo novecento
Le sue opere sono custodite nelle più importanti collezioni pubbliche e private. Presentare Novella Parigini significa richiamare un luogo della memoria in cui appare come in una visione felliniana una pagina della Roma che fu, la Roma dolce di via Veneto, dei temerari sorpassi di Gassman e, inevitabilmente, degli artisti funamboli di via Margutta. La Parigini ha saputo cavalcare l'italica tigre del dopoguerra fino a divenire il mito di se stessa, trasferendo nella sua pittura fantastica, nei suoi fumettoni occhiuti, una dimensione pseudo-bambina di chiara matrice sensuale. Le sue semplificazioni estreme al limite dell'imbarazzo dei benpensanti se da una parte ci hanno distratto con l'alibi del colorato sogno di una adolescenza procrastinata, dall'altra ci hanno rivelato una singolare forza di seduzione e di fascino, specchio a suo modo di un'epoca culturale ricca di passioni in cui tutto costituiva pretesto - in una capitale ridanciana e festaiola - per allestire il teatro della vita. Le creature surreali della Parigini, metà gatto e metà dive americane, hanno illustrato e vitalizzato quella stagione irrepetibilmente creativa. Attorno ad ella, la corte degli intellettuali di palato fino (quali i Sartre, i Cocteau) e degli artisti delle avanguardie storiche, primo fra tutti Dalì. Questa rassegna vuole rivisitare quel sogno dove tutto sembrava più straordinario, meno banale, ed i maestri d'arte erano sicuri riferimenti dei pensiero e paladini del gusto estetico. Giancarlo Bonomo - luglio 2004 |
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