La recensione di Maria Chiara Bonomo su "Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale" |
IPSA MENS, QUAE FUTURA VIDET, PRAETERITA MEMINIT |
La stessa mente che vede le cose future, ricorda anche quelle passate |
(Marco Tullio Cicerone) In una società come la nostra, caratterizzata non dall'essere ma dall'apparire non è infrequente la ricerca dell'incognito, dell'occulto, dell'esoterismo. Ricerca che a volte, in verità molto spesso, sfocia nell'ipocrisia. Il tutto aumentato dalla deleteria influenza dei mass media. In questo contesto è difficile svolgere una ricerca seria ed autorevole, finalizzata strettamente ad indurre la mente del destinatario dell'opera, ad una più profonda conoscenza del proprio essere, delle proprie origini. Si potrebbe dire che l'Uomo non può abbandonarsi all'apparenza di ciò che lo circonda e di ciò che gli viene presentato, senza avere una seria cognizione dei motivi stessi della propria esistenza. Bisogna anche riconoscere che, fortunatamente, a volte, nell'immensa massa anonima, c'è sempre qualcosa o meglio qualcuno che si distingue. Esiste sempre il soggetto che analizza e rielabora le informazioni, i dati, le conoscenze che riceve, trasformandole in uno strumento di cultura per gli altri. E' il caso di Giancarlo Pavat, che con il suo libro "Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale", Edizioni belvedere di Latina, prefazione della dottoressa Alessandra Leo e copertina di Simone Cipolla; frutto di oltre due anni di impegnative ricerche sia sul territorio che negli archivi e biblioteche, ci ha offerto una validissima opera che si rifà ai più solidi cardini della cognizione e divulgazione storica. "Valcento" è un ricchissimo testo che tratta di un argomento tornato abbastanza recentemente alla ribalta, soprattutto dopo la pubblicazione del controverso romanzo "Il Codice Da Vinci"; ovvero i Cavalieri Templari. Ma a differenza del libro di Dan Brown, che è un opera di fantasia e di svago, "Valcento", come sottolineato dalla professoressa Rosa Laurenza, docente di Lettere Classiche al Liceo Classico "Turriziani" di Frosinone "è un libro colmo di elementi storici, redatto molto bene. Si nota subito che è stato scritto da chi ha a lungo studiato ed è fluente nello scrivere. In possesso di una ferma, profonda e solida conoscenza della storia". Nella concezione medioevale della società, questa era divisa in tre ordini. Coloro che lavoravano (laboratores), coloro che pregavano (oratores) e coloro che combattevano (bellatores). Gli Ordini monastico-cavallereschi, i Templari in primis, ma anche i Giovanniti e gli Antoniani, furono il tentativo di compendiare gli ultimi due di questi ordini. Monaci che non se ne stavano tranquillamente a pregare in convento, ma vivevano la realtà di questo Mondo. Erano capaci di costruire ponti, riparare strade, innalzare fortezze e prodigarsi per il prossimo ovunque se ne presentasse la necessità. Ed il "Valcento" era appunto il vessillo bicolore dei Templari. Ennesimo richiamo al dualismo che sempre li caratterizzò. Composto da due colori; il bianco ed il nero. Che costituiscono importanti simboli. L'opposizione tra il giorno e la notte, tra il maschio e la femmina, tra il bene ed il male. Lo Ying e lo Yang delle filosofie orientali. E proprio sui simboli e le loro profonde valenze, si basa il libro di Pavat. E di simboli ha parlato, nel corso della presentazione del libro, tenutasi nella Sala Consigliare di Villa Santo Stefano, anche il celebre paleontologo Italo Biddittu. Proponendoci l'esempio delle amigdale. Strumenti bifacciali scheggiati dall'Uomo Primitivo. Così come le amigdale attestano la presenza di questi antichi progenitori, alla stessa maniera simboli come il "Fiore della Vita", la "Triplice Cinta", il "Nodo dell'Apocalisse" certificano la presenza nel nostro territorio degli ordini studiati da Pavat. Tornando alla presentazione di "Valcento", svoltasi il 10 novembre del 2007, l'importanza e l'utilità della fatica letteraria è stata confermata dalla immensa folla, oltre duecento persone, che si è riversata in paese ed in Municipio. Sia interessati, che persone che sino ad ora erano totalmente "digiune" dell'argomento. Un evento che ha visto presenti molte autorità di notevole importanza, politici, studiosi, ricercatori, giornalisti ed esperti di rilievo della tematica. Il successo di "Valcento" è stato grande anche alla presentazione a Ferentino. Nella suggestiva e prestigiosa cornice della Biblioteca di Palazzo Giorgi - Roffi Isabelli. Tra libri del XVI e XVII secolo, la manifestazione è stata di ancora più elevata qualità culturale. Un libro, quindi, che tutti, soprattutto i giovani dovrebbero leggere. E chissà quali altre preziose sorprese potrà ancora regalarci. 24 gennaio 2008 - Maria Chiara Bonomo
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