La Valcatora di Giuliano di Roma
Articoli de "Il Tempo" edizione di Frosinone dal 3 marzo 2001
aggiornamenti:
giovedì 12 settembre 2002
Sora ottiene dalla Regione le garanzie richieste e l’impianto di Colfelice non chiude
Rifiuti, accordo siglato
di LUCIANO RENNA
NERO su bianco e il sindaco Ganino - dopo una riunione iniziata
alle 11 e terminata alle 15 - presso l’assessorato regionale all’Ambiente,
ha accettato di riaprire, nei termini, alle condizioni e nei tempi indicati da
Sora, la discarica di «Ara Frocella». Un senso di alta responsabilità da
parte di tutti, anche e in particolar modo dell’assessore Marco Verzaschi che
ha preso formale impegno di adoperarsi affinchè venga individuata, finalmente,
una discarica definitiva o che consenta quanto meno, di restare in attività dai
cinque ai sei anni ottenendo una contrazione di spese nel settore del recupero e
della bonifica dei terreni occupati.
Il sindaco di Sora Francesco Ganino ha ottenuto quello che giustamente
richiedeva: mettere per iscritto le promesse, le assicurazioni e le garanzie
avute da qualche settimana a questa parte.
Oggi alle ore 16 si riunisce il Consiglio del Consorzio a cui il presidente
Cesare Fardelli illustrerà, nei particolari, i termini dell’accordo e quanto
resta ancora da fare perché la situazione si normalizzi. Verzaschi non è che
abbia molto tempo a disposizione perché Sora ha confermato di non accettare
più di 29mila metri cubi dei rifiuti trattati a Colfelice. Così come ha detto
che i tempi di apertura di «Ara Frocella» non dovrebbero essere più lunghi di
quanto il Comune, per bocca di Francesco Ganino ha più volte fatto presente.
Anzi il più contenuti possibile.
In questo periodo l’assessore regionale dovrà attivarsi per individuare il
sito definitivo. Facile? Difficile? Sora sa solo che non è compito suo: la
città sul fiume Liri ha già dimostrato, a differenza di altri Comuni, di avere
un senso di responsabilità notevole. Va ringraziata, come avvenuto in passato
per Cassino, Pignataro, Pontecorvo e Frosinone, tutte messesi a disposizione
delle esigenze gravissime e pesanti, in tema di rifiuti, di tutta la provincia.
Resta da affrontare e risolvere appieno il problema del termovalorizzatore di
San Vittore del Lazio. Per ora non riesce a «bruciare» più di 5.000
tonnellate al giorno di sovvalli, ma si può fare di più e questo renderebbe
meno gravoso lo smaltimento dall’impianto di Colfelice e, di conseguenza, l’impatto
con la discarica definitiva. Quindi, per fortuna, Colfelice non chiude i
battenti. Sarebbe stata di nuovo emergenza. Pesante. All’incontro di ieri a
Roma ovviamente era presente anche l’assessore Antimo Simoncelli il quale si
augura che venga al più presto individuato il sito definitivo aggiungendo che
il nostro punto debole è rappresentato dall’assenza di una discarica
provinciale.
venerdì 6 settembre
SORA — Stop all’emergenza rifiuti per i 91 Comuni della provincia.
di CIRO ALTOBELLI
Almeno per ora e, forse, per sei mesi. Il sindaco Francesco
Ganino si è recato ieri presso gli uffici della Regione Lazio per firmare la
convenzione riguardante la riapertura della discarica comunale di Ara Frocella
(chiusa ormai da qualche anno), destinata ad accogliere i sovvalli , cioè tutto
ciò che resta dei rifiuti solidi urbani dopo il trattamento nell’impianto di
Colfelice. Il sindaco aveva vincolato l’adesione al progetto, alla garanzia
del carattere temporaneo del provvedimento, all’indicazione della discarica
definitiva da scegliere in altro sito della provincia e al parere favorevole
degli abitanti del posto, da ricambiare con alcune opere compensative, quali l’estensione
della rete del gas metano. La trasferta romana del Primo cittadino si ricollega
proprio alle garanzie su questi punti, in particolare riguardo il termine
tassativo di funzionamento della discarica che non deve superare i pochi mesi
previsti.
Dopo i lavori di sistemazione del sito per accogliere i sovvalli, effettuati e
collaudati negli ultimi giorni, è imminente l’arrivo di camion provenienti
dal Consorzio del Basso Lazio per depositare i sovvalli in località San
Vincenzo Ferreri, nella discarica di Ara Frocella.
La decisione di ospitare a Sora i resti dei rifiuti dei 91 Comuni della
provincia ha provocato, come era prevedibile, numerose prese di posizione
contrarie anche in considerazione della caratteristica di provvisorietà,
pretesa con forza, ma (forse) troppo legata ad eventuali situazioni di
emergenza. Si sono registrate, però, anche posizioni inaspettatamente
favorevoli, prima fra tutte quella dell’Associazione degli abitanti della zona
interessata, i quali con la loro adesione hanno fornito l’assist probabilmente
decisivo per arrivare al provvedimento conclusivo.
La città di Sora, dopo Frosinone e tanti altri centri, accoglierà quindi, per
qualche mese, i rifiuti dell’intera provincia. Soluzione temporanea (?) e
quindi non resta che sperare nell’impegno morale preso con i cittadini per
risolvere definitivamente il problema dei rifiuti.
Anche perchè più discariche si attivano e più soldi dovranno essere spesi per
bonificarle una volta dismesse.
domenica 11 agosto 2002
NON sono stati curati gli interessi della comunità provinciale; non ...
di LUCIANO RENNA
... risulta promosso alcun tipo di sviluppo e nemmeno ci si è
preoccupati di contribuire alla determinazione degli obiettivi contenuti nei
piani e nelle iniziative di Stato e Regione; è mancata qualsiasi forma di
programmazione, specie per le zone interne. Rolando Amata, capogruppo di An alla
Provincia, non ci va per il sottile sul rendiconto per l’esercizio finanziario
2001 che ha visto desistere da qualsiasi tipo di confronto Scerrato (Fi) per
protesta non avendo ottenuto il rinvio della seduta di ieri l’altro, ma ha
pure registrato una forte reprimenda al sinistracentro da parte del capogruppo
di Rc, Francesco Giorgi.
Il che è tutto dire. L’esponente dell’estrema sinistra, praticamente, si è
trovato sulle stesse posizioni di Amata (An), sottolineando quanto non è stato
fatto per l’ambiente, lo sviluppo e l’occupazione. Questo tema, in
particolar modo, ha portato Giorgi ad avere espressioni dure nei confronti del
sinistracentro che governa la Provincia ormai da moltissimi anni, ma non ha
creduto mai opportuno assumere iniziative valide e serie con altri enti
istituzionali del territorio per ottenere dai Governi centrale e Regionale
quello di cui ha ormai assoluto bisogno con 107mila inoccupati, il turismo che
non «tira», le fabbriche pronte a licenziare o chiudere, l’agricoltura messa
in ginocchio da una stagione... strana, artigianato e piccole medie imprese
praticamente abbandonate a se stesse.
Ci vuole una sterzata. Immediata e brusca. Nessuno, tra maggioranza e
opposizione l’ha colta in quel «rendiconto» che gli stessi revisori dei
conti non hanno promosso a pieni voti. Meno che mai con la lode. Martelluzzi,
Rea, Vacca, Rufa, Migliorelli, Scalia, Antonellis e Bracaglia hanno detto la
loro. Altri hanno preferito tacere su un rendiconto che registra flessione negli
investimenti e sostanziale aumento delle spese correnti; assenza di
coordinamento tra i vari Comuni per non seguitare a sbagliare, come avvenuto per
individuare il sito di Valcatora quale zona di stoccaggio rifiuti provenienti
dall’impianto di Colfelice che batte cassa per 32miliardi di vecchie lire da
recuperare. Amata: «Un consuntivo specchio fedele della incapacità di efficaci
soluzioni su viabilità, occupazione, patrimonio pubblico; privilegia scelte
restrittive e antisociali». Un accenno al mostruoso debito Cotral che ha
bloccato l’Ente per decenni sino ad accorgersi della sua... scomparsa grazie
ad un «faldone» ritrovato non si sa quando e da chi. Misteri del
sinistracentro. Che Amata, Bracaglia, Rufa e Giorgi, alla fine, dicano le stesse
cose non deve meravigliare nessuno.
Latina mercoledì 31 luglio 2002
Il consigliere Masselli invita l’assessore regionale Verzaschi ad un ripensamento
Sono a rischio le fonti idriche
Presa di posizione della Provincia contro l’ipotesi di realizzare una discarica a Valcatora
di RENZO LONOCE
sabato 20 luglio 2002
PROSSEDI
Valcatora, la discarica non si farà Esulta il Comitato spontaneo
di MARIO GIORGI
PROSSEDI - Il Comitato spontaneo cittadino antidiscarica di Valcatora canta
vittoria. L'approvazione del Piano regionale dei rifiuti - affermano i
responsabili - di fatto definisce la zona della Valcatora, al confine tra
Prossedi e Giuliano di Roma, non idonea per l'allocazione di qualsiasi impianto
di smaltimento dei rifiuti. E questo - si legge in una nota del Comitato - non
può che far piacere a tutti coloro che da quasi due anni ormai si battono
contro la realizzazione della discarica di Valcatora. Ora, l'amministrazione
provinciale di Frosinone ha sessanta giorni di tempo per comunicare l'elenco dei
siti idonei e di quelli non idonei all'allocazione di discariche o di altri
impianti relativi ai rifiuti. Il Comitato antidiscarica - sostenuto
dall'Associazione "Ambiente è/è vita" - continuando la sua lotta per
la salvaguardia della vallata, vigilerà affinché a nessuno venga in mente di
riproporre la vallata al confine tra la provincia di Latina e quella di
Frosinone come sito idoneo alla realizzazione di una discarica. In provincia di
Frosinone - affermano Comitato e Associazione "Ambiente è/è vita" -
ci sono decine di cave abbandonate ed installazioni industriali dismesse che
potrebbero essere utilizzate. Anche perché la zona della Valcatora è
praticamente a due passi dal fiume Amaseno ed è ricca di emergenze ambientali
ed archeologiche, oltre che di falde acquifere, che devono essere salvaguardate.
Il Comitato antidiscarica continuerà, perciò, la sua battaglia a difesa della
zona.
venerdì 19 luglio 2002
TROPPI ne produciamo
di LUCIANO RENNA
Ed essi, i rifiuti solidi urbani (ma non solo), si vendicano.
Inquinando ambiente, falde acquifere, salute della gente. Salassando anche i
bilanci familiari con «bollette» certo poco gradite. Forse più dei cassonetti
per la raccolta a terra, troppo spesso stracolmi, degli ingombranti abbandonati
in ogni angolo, delle discariche abusive numerose sul territorio, malgrado una
prima bonifica avviata da Luciano Gatti quando era assessore all’Ambiente in
Provincia e proseguita dal suo successore Antimo Simoncelli. Siti recuperati, ma
non «sanati». Ci vorranno lustri per farlo. E soldi.
Nel frattempo, la provincia seguita a sfornare 600 tonnellate al giorno di
rifiuti che l’impianto di Colfelice (progettato molti anni orsono e, anche per
questo, non proprio all’avanguardia dal punto di vista tecnologico) non riesce
a trattare nella maniera dovuta.
Se, poi, si pensa che l’ausilio del termocombustore di San Vittore del Lazio
ancora manca, per una serie di ricorsi e controricorsi tutta da definire, allora
si ha davvero un quadro squallido della situazione. Squallido e pericoloso anche
per possibili infiltrazioni camorristiche. Non dimenticare, poi, le polemiche
sulla graduatoria dei siti per una discarica, il sit-in della gente di Giuliano
di Roma a Valcatora, le dimostrazioni di protesta nell’aula consiliare dell’Ente
di piazza Gramsci o quelle di centinaia di persone, lungo le strade di Frosinone,
a dar voce al grido d’allarme della gente che vive, lavora e produce nella
Valle dell’Amaseno che interessa anche diversi Comuni della provincia di
Latina. Terracina compresa.
Insomma è emergenza rifiuti. Da anni. Come non bastasse quella idrica che
stiamo vivendo (dicono, si registrò solo nel 1880 in maniera così
preoccupante).
Difronte a situazioni del genere, l’assessore regionale all’Ambiente, Marco
Verzaschi, interviene oggi all’incontro sul tema «Miglioriamo la qualità
della vita». Appuntamento nella sala consiliare della Provincia con inizio alle
ore 9,30. Seguirà una lunga serie di osservazione (conclusione ore 18) che non
riteniamo possa portare, almeno a breve termine, miglioramenti sostanziali.
Importante è cominciare a muoversi per rispondere alla domanda «come smaltire
i rifiuti nel rispetto dell’ambiente?» Oppure, dopo l’attuazione del Piano
regionale come strumento di programmazione per la gestione del territorio, come
far fronte all’emergenza rifiuti? Discorso a parte meriterebbe la raccolta
differenziata, ovviamente.
Dovremmo saperlo da esperti, docenti universitari, rappresentanti delle
istituzioni e del mondo imprenditoriale proprio nel corso dell’incontro
odierno promosso dalla Regione Lazio con il patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente
e delle Attività Produttive, oltre che dalla Provincia. Interverrà, tra gli
altri, il Ministro Antonio Marzano. Onori di casa da Francesco Scalia.
domenica 14 luglio 2002
PROVINCIA E RIFIUTI
Sul piano ok della Regione
PIANO regionale sulla raccolta e trattamento dei rsu varato alla
«Pisana». Quello tanto atteso dal presidente della Provincia Scalia. In
particolar modo soddisfatto il Comitato Antidiscarica di Valcatora. Perchè?
Perchè il sito individuato in agro di Giuliano di Roma per il deposito dei
sovvalli provenienti da Colfelice «deve essere considerato non idoneo per l’allocazione
di qualsiasi impianto di smaltimento dei rifiuti. La Provincia ora è obbligata
a tener conto di quanto stabilito dal Piano Regolatore e comunicare, entro
sessanta giorni, l’elenco dei siti idonei».
Sulla vicenda, il Comitato continuerà a vigilare per far si che la Valle dell’Amaseno
sia salvaguardata e «a nessuno, dalle parti dell’Ente di piazza Gramsci,
salti in mente di stravolgere ancora una volta la realtà, proponendo di nuovo
la nostra vallata come unico posto da deturpare irrimediabilmente, alla faccia
delle decine di cave abbandonate e installazioni industriali dismesse». Il
Comitato Antidiscarica ringrazia l’associazione «Ambiente e/è Vita», l’on.
Benito Savo (Fi) e tutti i cittadini che hanno contribuito alla difesa della
Valle dell’Amaseno, invitandoli ad essere presenti, in caso di necessità e
sino alla definitiva conclusione della vicenda che ha finito con il coinvolgere
decine di Comuni non solo del Frusinate, ma anche della provincia di Latina. Non
dimentichiamo mai, comunque, la raccolta differenziata, settore in cui non
brilliamo davvero e la produzione eccessiva di rifiuti. Se non altro, per far
scendere le 600 tonnellate giornaliere sinora «sfornate». Ne va della salute e
del benessere di tutti. Resta il problema di via Le Lame i cui termini di
scadenza si avvicinano.
mercoledì 3 luglio 2002
SCELTA DELL’AREA DI VALCATORA SOTTO ACCUSA
di LUCIANO RENNA
CONVEGNO-dibattito sull’ipotizzata discarica di rrifiuti
solidi uurbani a Valcatora. Si terrà nella zona presidiata da mesi, alle ore
18,30 di sabato. Iniziativa dell’Associazione «Ambiente è Vita» e del
Comitato Spontaneo Antidiscarica. In caso di pioggia, l’incontro si
trasferirà presso l’Auditorium di Giuliano di Roma. Invitati, tra gli altri,
il presidente della Provincia Francesco Scalia e quello del Consorzio del Basso
Lazio Cesare Fardelli, oltre ad esperti che hanno fatto parte, negli ultimi
mesi, di Commissioni parlamentari d’inchiesta sui rifiuti e le attività
connesse.
Dovrebbero essere presenti i membri della Commissione provinciale per l’Ambiente
e gli assessori della Provincia. Porteranno il loro contributo il presidente
della XXI Comunità Montana Cesare Colafranceschi, i componenti del Consiglio
comunitario e tutti i sindaci dei centri che fanno parte del territorio della
valle dell’Amaseno. Invitato il presidente della XIII Comunità Montana di
Latina Domenico Guidi. Previsti interventi di politici locali e rappresentanti
dei Comuni pontini; assicurata la presenza del coordinatore Comitato Cittadini
pontini contro la discarica, Franco Ciocca.
Durante il convegno verranno proiettati immagini e filmati relativi alle
emergenze ambientali, storico-archeologiche, artistiche ed economiche di
Valcatora e dell’alta Valle dell’Amaseno. L’appuntamento vuole essere un
sereno momento d’informazione e costruttivo dibattito per fare il punto sulla
situazione di una discarica indicata come di prima categoria, ampliando il
discorso sulla più recente normativa in ordine alla tutela ambientale, anche
alla luce del recente commissariamento delle province laziali in materia di
rifiuti e alla prossima approvazione, da parte del Consiglio regionale del
Lazio, del Piano per la gestione dei rifiuti già varato dalla Giunta.
Attualmente le seicento tonnellate al giorno di rifiuti prodotti dalla provincia
di Frosinone vanno dirottate nella discarica di via Le Lame, ma si avvicina la
scadenza dell’ordinanza in tal senso emessa a suo tempo e soprattutto non
mancano lamentele e preoccupazioni degli abitanti dell’intera zona,
preoccupatissimi.
martedì 4 giugno 2002
Elezioni, si dimentica l’emergenza rifiuti
di LUCIANO RENNA
CORSA al voto e si dimentica l’emergenza rifiuti solidi urbani. Seicento
tonnellate al giorno prodotte da un’ottantina di Comuni dell’intero
territorio che l’impianto di Colfelice non riesce a smaltire. Disperata
ricerca di una discarica per sovvalli «sistemata», per ora, in via Le Lame, a
Frosinone. Questo - ricorda il dottor Sandro Lunghi - «nelle more della
realizzazione di una nuova discarica il cui sito è stato individuato in
località Valcatora». Aggiunge, come tutti sappiano, che in quella zona non si
muove nulla e «pertanto, come si può facilmente immaginare, dal 28 agosto
prossimo, quasi tutti i Comuni del nord provincia e del Basso Lazio, dovranno
per forza di cose fronteggiare l’emergenza rifiuti con le immaginabili
conseguenze igieniche, sanitarie e ambientali tali da rendere la provincia una
pattumiera a cielo aperto». Sottolinea di non conoscere le iniziative prese per
scongiurare tale pericolo «o, forse, nulla si sa perchè nulla è stato fatto o
programmato, ritenendo, certo, più importante l’ attuale campagna elettorale
e non tenendo minimamente conto delle esigenze dei cittadini, esigenze che,
comunque restano. Cittadini che, dall’immobilismo in atto, ne trarranno solo e
soltanto conseguenze del tutto negative». Ci sia consentito osservare che le
centinaia di volantini e maximanifesti recapitati nelle cassette della posta,
con il porta-a porta e affissi sugli spazi consentiti, al di là dei programmi,
delle proposte, delle indicazioni e delle «sparate» di cifre che si seguitano
a dare, di tutto parlano, meno che della tanto attesa soluzione per una
discarica dove trasferire i sovvalli provenienti dall’impianto di compostaggio
di Colfelice. Mentre si insiste nello «scaricabarile» tra Provincia e Regione
Lazio, che manda in... bestia non solo quelli di Valcatora. Il che appare
veramente assurdo, ingiustificabile. La presa di posizione di molti Comuni della
stessa area pontina, i ripetuti sit-in dinanzi al palazzo di piazza Gramsci non
hanno sortito l’effetto sperato, ma gli ambientalisti (e non soltanto loro)
non mollano. Una decisione, alla fine, dovrà pur essere presa a salvaguardia
del territorio.
venerdì 24 maggio 2002
Frosinone e Latina contro discarica a Valcatora
Valcatora, discarica a rischio
Terracina e Giuliano di Roma
di LUCIANO RENNA
FROSINONE — Ciociari e pontini contro la discarica di rsu a Valcatora. Si
tratta di salvare la zona dell’Amaseno. Alla manifestazione ha partecipato
numeroso pubblico, vivacizzando il convegno organizzato dal Circolo Legambiente
e dalla Cna su tematiche dei cibi naturali e genuini. All’incontro, oltre ad
esperti del settore e nutrizionisti, intervenuti Gustavo Giorgi e Maurizio
Gubbiotti, i sindaci di Sezze, Bassiano e numerosi politici delle due province.
Nel dibattito, intervenuti rappresentanti del Comitato Antidiscarica di
Valcatora che in maniera chiara hanno sottolineato i motivi per cui rischiano di
restare splendide utopie iniziative valide come il Parco dei Monti Lepini che si
intende istituire. Contro il deposito anche temporaneo dei sovvalli provenienti
da Colfelice, si sono sentite parole forti di molti esponenti di Legambiente nei
confronti dell’assessore provinciale di Frosinone Francesco Raffa (Verdi) che
dovrebbe preoccuparsi di politiche territoriali nell’Ente di piazza Gramsci.
Proprio quello che continua a persistere nella sua volontà di distruggere non
solo il sito di Valcatora, ma tutta la Valle dell’Amaseno. Si è ribadito che
la Provincia di Frosinone deve comunicare alla Regione l’elenco dei siti
idonei, visto che ormai tutti hanno definito Giuliano di Roma non adatto. Un
problema che si trascina da anni, da quando, cioè, l’ing. Massimo Di Marco
dell’Ato di Latina ha avuto modo di sottolineare inopportunità e
pericolosità potenziali del sito individuato, qualora fosse trasformato in
discarica. Qualche mese dopo lo stesso funzionario tornava a porre l’accento
sul danno gravissimo che la discarica potrebbe arrecare a tutto il bacino
idropotabile della Valle che serve anche molti Comuni pontini. Da registrare un
intervento del Ministero dell’Ambiente presso Regione Lazio, Provincia di
Frosinone e Comune di Giuliano di Roma per avere notizie dettagliate rispetto
alle procedure seguite per individuare quella zona. Anche geologi hanno detto
no, mentre il presidente della Provincia di Latina Martella chiedeva inutilmente
notizie al suo collega di Frosinone. Tutti zitti. Anche difronte ad interventi
dell’Asl di Latina. Preoccupati i cittadini di Prossedi, Maenza, Roccasecca,
Roccagorga, Priverno, Sonnino, Pontinia, Sezze,
mercoledì 22 maggio 2002
Potrebbe provocare un forte inquinamento della Valle dell’Amaseno
di ANTONIO SUBIACO
Domenica 17 Marzo 2002
RIFIUTI
Di nuovo un sit-in a difesa di Valcatora
di LUCIANO RENNA
IL Comitato Antidiscarica di Valcatora non si arrende. Ieri
mattina nuovo sit-in davanti alla Provincia (uffici chiusi perché era sabato:
«ma a noi non interessa perchè tanto questi signori del "palazzo"
non ci sentono lo stesso, credendo di stancarci con il loro mutismo»).
C’erano rappresentanze dei comuni di Villa S. Stefano (il consigliere di
minoranza Giuliano Antonetti), Amaseno (Virgilio Panici e Francesco Boccia,
consiglieri comunali), Giuliano di Roma (i consiglieri Gabrielli e De Santis e
il vice sindaco Lampazzi), oltre ai consiglieri comunali d’opposizione di
Prossedi e Franco Ciocca, sottufficiale del Cocer esperto di rifiuti e attività
connesse. Insomma, una protesta unitaria a cui hanno fatto avere il loro
appoggio anche altri sindaci, tra i quali quello di Patrica Stefano Belli, tutti
a contestare una decisione presa dalla Provincia che ha individuato il sito di
Valcatora come discarica per i sovvalli provenienti dall’impianto di Colfelice.
Manifestazione pacifica con cui Umberto Morini a nome del Comitato
Antidiscarica, ha voluto ribadire che il luogo scelto nella Valle dell’Amaseno
in più occasioni si è dimostrato non idoneo anche se molti ancora si ostinano
a non voler riconoscere l’errore commesso. Il contributo è venuto anche dal
consigliere provinciale di An Fabio Bracaglia che ha parlato ai presenti, dagli
amministratori intervenuti, da rappresentanti della zona pontina che vedono lesi
i propri interessi economici e di sviluppo in una zona che da anni punta tutta
la propria economia sull’allevamento specializzato di bufali con prodotti
immessi sul mercato non solo nazionale. Ribadito anche il danno turistico e
igienico-ambientale perché l’Amaseno sfocia nel mar Tirreno nella zona di
Terracina, attraversando buona parte delle province di Frosinone e Latina.
È stata anche sottolineata la «burla» del Piano regionale dei rifiuti che non
può legare le mani a nessuno non solo perché, passato in Giunta, attende di
essere varato dalla Commissione e in aula consiliare alla Pisana, anche e
soprattutto perché non può indicare i siti, ma soltanto fissare i criteri per
scegliere le caratteristiche del territorio su cui insediare una nuova
discarica.
E allora i dubbi della gente crescono, la rabbia non diminuisce e si spiegano la
presenza di un’anziana donna con le grucce e il significato di striscioni e
cartelli anche duri tenuti all’ingresso del palazzo di piazza Gramsci per
buona parte della mattinata sotto la discreta (e forse superflua) sorveglianza
delle Forze dell’ordine.
Venerdì 15 Marzo 2002
RIFIUTI
Nuovo sit-in domani in piazza Gramsci
SPORCO affare definiscono l’individuazione del sito di
Valcatora per una discarica dei sovvalli provenienti da Colfelice. E per domani
(ore 16,30), quelli del Comitato Antidiscarica di Giuliano di Roma,
preannunciano altra «manifestazione pacifica di protesta presso il palazzo
della Provincia». Chiariscono, per chi non lo avesse ancora compreso, che «la
manifestazione ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sporco
affare di Valcatora e sugli intrallazzi connessi (vedi via Le Lame) svelati dal
presidente della Regione e da tempo individuati dal Comitato che ha sempre
definito "artificiosa" l’emergenza». Su quest’ultima
affermazione, dissentiamo. L’emergenza esiste, non può negarla nessuno. Sono
i fatti che lo confermano. Che poi la Provincia non abbia fatto sino in fondo il
suo dovere è un altro discorso. Rifarsi continuamente e in maniera stucchevole
al fatto che senza Piano regionale dei rifiuti, si hanno le mani legate, non
convince più nessuno. Non tanto perchè il documento è passato in Giunta e
attende di andare in Commissione e poi in Consiglio alla Pisana, quanto perchè
esso «fissa i criteri per individuare discariche nella Regione». Non può
indicare i luoghi.
«Facciamo la manifestazione di domani per non creare problemi alla città di
Frosinone. Per quanto riguarda la presenza o meno di personaggi in Provincia, il
risultato non cambia. Tanto non ci risponderebbero, come loro abitudine,
ormai». Il Comitato Antidiscarica torna sulle affermazioni del presidente
Storace che avrebbe messo alla luce del sole certe manovre sotterranee del tira
e molla, di quello detto in pubblico su via Le Lame e di quanto... chiesto in
privato in tema di proroga da taluni amministratori.
Anche su questo andrebbe fatta chiarezza. Se non domani, durante il sit-in, nel
futuro prossimo, uscendo tutti dalle posizioni di comodo perchè il problema da
risolvere è duplice: discarica e termovalorizzatore, ovviamente. Per battere l’emergenza.
Lunedì 11 Marzo 2002
Il Comitato Antidiscarica di Valcatora, in una nota, parla «di attacco acuto di vergogna»
Discarica, un problema infinito
Non si può strumentalizzare l’emergeza senza pagarne le conseguenze
di LUCIANO RENNA
RIFIUTI; ancora il Comitato Antidiscarica di Valcatora che non
si fida, evidentemente, della nuova proroga concessa per via Le Lame e, in una
nota, desidera ringraziare il sindaco di Patrica (Stefano Belli) «non tanto per
l’intervento, comunque lodevole, teso ad eventuale sostegno economico al
Comune di Giuliano di Roma da parte della Comunità Montana, per evitare lo
scempio della Valle dell’Amaseno, ma soprattutto per le espressioni che usa:
"Le problematiche legate all’ambiente sono cose serie e non vanno
strumentalizzate. Purtroppo altri amministratori di Comuni e Provincia, non
hanno finora condiviso questo principio».
Aggiunge che, al contrario, si sono comportati in maniera del tutto opposta,
strumentalizzando più volte e in occasioni diverse, l’emergenza rifiuti,
anche per trarre vantaggio pure immediato alle casse comunali. Per non dire,
poi, dei sindaci che non si preoccupano più di tanto del problema, ma son
pronti a «sparare» sul privato che vorrebbe risolvere i loro problemi; che
sono anche problemi del Comitato Antiscarica, quello che accenna al tira-molla
denunciato dal Governatore della Regione Lazio Francesco Storace il quale ha
parlato di stop a via Le Lame (venuti alla luce del giorno) e di proroghe con
«ristoro» sollecitate sottobanco. Il riferimento è chiarissimo, «ma ha
lasciato senza fiato i destinatari: non abbiamo sentito nessun commento al
riguardo, fatta eccezione per alcuni insulti personali, biechi e parecchio acidi
che tradiscono l’affanno».
Forse un attacco acuto di vergogna? Si chiede il Comitato di Valcatora che
spera, finalmente, ci si decida ad agire secondo le norme vigenti. «Non a caso,
specifica, abbiamo sempre sostenuto che via Le Lame era una scelta "fatta
adottare" per evitare la soluzione del problema e tenere in vita l’emergenza»,
se non per puntare su Valcatora o Sgurgola, quanto meno per legittimare
pienamente una graduatoria redatta con l’ausilio di Comuni, Provincia e un
consulente della Regione. Graduatoria più volte contestata, peraltro.
Per il Comitato Antidiscarica di Valcatora, «Comune di Frosinone e Provincia
hanno sinora giocato di sponda. Ormai la cosa è talmente evidente che la loro
tronfia sicurezza traballa. Non è mai troppo tardi per ravvedersi», comunque.
Il Comitato smentisce qualsiasi tipo di frattura al suo interno, ammettendo che
ci sono state polemiche e discussioni serene sul piano di un confronto sempre
corretto e civile.
Tutto dovuto ai referenti provinciali dei diversi schieramenti politici, ma
nella consapevolezza che nel Comitato a difesa di Valcatora non ci sono e non
possono esserci fratture sulla necessità di salvaguardare ambiente e economia
del territorio. La dialettica? È solo un buon segno, comunque sia.
Sabato 9 Marzo 2002
Patrica, il sindaco impegnato contro la discarica
PATRICA - Stefano Belli vuole andare fino in fondo sul problema delle discariche. E sicuro del sostegno da parte della Comunità Montana ha scritto al presidente Colafranceschi, al fine di poter indire un consiglio straordinario per discutere in modo civile sulla discarica di Valcatora , togliendo possibilmente di mezzo la politica per un grave problema che deve far si che venga affrontato tutti insieme tra maggioranza e minoranza. E suggerisce di portare in consiglio la possibilità di un eventuale finanziamento di 50 milioni da destinare al comune di Giuliano di Roma i quali serviranno a scongiurare la realizzazione di una discarica. «Scrive Belli: «capisco le difficoltà che può avere un rappresentante di un Ente e da questa consapevolezza deve nascere la necessità di riunirsi quanto prima in seduta straordinaria che sono sicuro Lei convocherà quanto prima. Le problematiche legate all’ambiente sono cose serie e non vanno strumentalizzate. Di certo non devo insegnare niente a Lei ma desidererei chiederLe di fare da relazionatore tra due gruppi che negli ultimi tempi hanno perso gli obiettivi programmatici che ognuno invece dovrebbe portare avanti per il bene della collettività.» « Inoltre- conclude Stegano Belli- qualche imposizione andrebbe fatta ai comuni che devono dare qualcosa alla sua Comunità Montana in quanto qualche assessore non può stare con Lei solamente per convenienza prettamente politica. Sil. Cio.
Giovedì 28 Febbraio 2002
DISCARICA Ordinanza firmata
Proroga per «via Le Lame»
di LUCIANO RENNA
ALTRA proroga per la
discarica in via Le Lame. Giuliano di Roma tira un respiro di sollievo.
Frosinone,no. Insomma, il sindaco Antonio Torella può gridare «vittoria»,
almeno per adesso. Il suo collega Domenico Marzi, oltre al previsto «ristoro»
dovuto ai Comuni dove ci sono discariche o sono sedi di trasferenza, si attende
la concessione di un congruo contributo straordinario.
Potrebbe servirgli a completare le opere fognarie che hanno assorbito parte del
ricavato dalla vendita della farmacia comunale, per mettere mano a quell’ascensore
inclinato tra via Moro e piazzale Vittorio Veneto su cui è scoppiata la
polemica per un progetto che esiste, ma non sarebbe più... attuale.
Proroga di cinque o sei mesi - hanno detto dalla Reclas ieri, nel tardo
pomeriggio - aggiungendo che ne sapranno di più oggi, andando a Roma per
vedersi notificata personalmente la nuova ordinanza. In questi casi, il fax non
fa testo, evidentemente. E Fardelli, presidente del Consorzio di Riciclaggio dei
Rifiuti del Basso Lazio, dovrebbe andare questa mattina alla Pisana.
La zona di via Le Lame è satura? Poco male. Si interverrà per ampliarla e sono
spese che, insieme a quelle di trasporto (60milioni al giorno), andranno ad
aggiungersi ai 32miliardi di lire già ripartiti tra i Comuni consorziati
qualche mese fa, con malumore e proteste dei sindaci. Soprattutto dei cittadini
quando si vedono notificare le poco gradite bollette.
Il Piano Regionale dei Rifiuti? E’ passato in Giunta, ma deve andare in
Commissione e poi all’esame del Consiglio. Quindi discusso nelle cinque
Province del Lazio. Tutto questo non esclude, anzi conferma il fatto che la
Regione Lazio non indica i siti per le discariche, ma si limita a dire quali
debbono essere i criteri per individuare le zone più adatte ad accogliere una
discarica.
Come dire che si torna a... bomba. Forse davvero la Provincia ha perso tempo.
Troppo tempo. Forse no. Staremo a vedere.
Per ora c’è il problema di via Le Lame (che non... esiste per il sindaco
Marzi, ma viene pesantemente avvertito dalla gente); ci sono le assurdità dei
rifiuti in partenza dai Comuni consorziati (più di settanta), diretti a
Colfelice per essere «lavorati» e dei sovvalli che da Colfelice vengono a
Frosinone per essere dirottati, quando e se sarà, al termovalorizzatore di San
Vittore del Lazio. Ancora spese pesanti.
Seicento tonnellate al giorno; e non manca chi, con rabbia mista ad amarezza,
commentava, l’altro giorno, nel bar dell’angolo: «Va a finire che, da
queste parti, avremo, in viaggio, sempre più rifiuti che visitatori e turisti
della domenica».
La nuova (quinta, se non sbagliamo) proroga per via Le Lame non meraviglia più
di tanto. Era nell’aria ed oggi 28 febbraio 2002 potrà essere ricordata come
una «data storica» per Frosinone che, quale capoluogo di provincia, ha offerto
il buon esempio. Senza scendere in piazza, senza fare barricate e nemmeno sit-in,
come ha avuto modo di far notare Domenico Marzi, il sindaco, in diverse
occasioni. Del resto, è pur vero che basta accontentarsi. Oppure non è così?
Teniamoci la nuova proroga, intanto. Magari per tutto il 2002. Son soldi per il
Comune, in fondo. Non per la gente, però.
Mercoledì 27 Febbraio 2002
LA Regione tace, Provincia e ...
di LUCIANO RENNA
LA Regione tace, Provincia e
Comune pure anche se si danno per scontati l’ampliamento della zona di via Le
Lame dove vengono trasferiti i sovvalli di Colfelice ed una nuova proroga che il
sindaco Marzi subirebbe nel pieno dell’anticamera di una campagna elettorale
che si preannuncia incerta, ma pure con possibili colpi di scena. La storia dei
rifiuti, insomma, fa ancora testo. E si torna a dire di emergenza. Domani scade
il termine dell’ultima proroga per via Le Lame, ma se ne preannuncia un’altra,
visto che la Provincia non ha voluto o saputo leggere il Piano Regionale dei
rifiuti che non assegna alla Pisana il compito di indicare i siti, ma si limita
a fissare i criteri che sono alla base per la loro scelta. Sotto questo punto di
vista il Comitato Antidiscarica di Valcatora torna all’attacco, ripetendo che
la Regione non ha stilato nessuna classifica e che l’inguacchio, se c’è, va
ricercato in altra direzione. Il Comitato se la prende oltre che con Scalia,
Fardelli, Lunghi e Simoncelli anche con quanti non avrebbero seguito l’invito
a «riaprire il bando», limitandolo ai Comuni e con esclusione del privato. Il
che peraltro, non significa affatto risolvere il problema perché - l’abbiamo
già detto - nascerebbero immediatamente altri comitati antidiscarica.
Alzi pure la mano il sindaco di uno dei novantuno comuni della provincia
disposto a smentirci, dando credito, contemporaneamente, alle affermazioni che
seguitano a piovere da Giuliano di Roma da dove ricordano che anche loro sono
stati sempre «dell’opinione di una soluzione giudiziaria del problema.
Infatti, nei confronti della procedura ricordiamo l’esposto denuncia del
Circolo Legambiente presentato nel febbraio dell’anno scorso; i tre esposti
prodotti dai cittadini della Valle tra giugno e luglio 2001; l’esposto
denuncia del sindaco di Giuliano di Roma nello stesso mese di luglio; la querela
da parte di cinquecentonovantadue cittadini della Valle dell’Amaseno fatta nel
settembre del 2001 e, infine, la denuncia alla Corte dei Conti del gennaio
scorso». Senza voler fare riferimento ai numerosi ricorsi al Tar.
Il Comitato preannuncia altri sit in alla Provincia. Quando? Di sabato.
«Sappiamo bene che gli uffici sono chiusi l’ultimo giorno della settimana -
dicono - ma andarci anche quando sono aperti è la stessa cosa: tanto non ci
ascolta nessuno. E questo è non solo vergognoso».
Il problema non si risolve, certamente, con le polemiche e i sit-in. Ognuno deve
assumersi le proprie responsabilità e fare la sua parte.
Domenica 17 Febbraio 2002
Per evitare l’emergenza che potrebbe scattare a fine mese come mai nessuno ha pensato di riaprire il bando per nuovi siti?
Valcatora, sit-in alla Provincia con il palazzo «sbarrato»
Manifestazione pacifica ma rumorosa presente il sindaco Torella e Umberto Morini per il comitato anti-discarica
di LUCIANO RENNA
RIAPRIRE il bando per
individuare nuovi siti come discarica a servizio dell’impianto di Colfelice?
La Provincia ha chiuso pure i cancelli del palazzo di piazza Gramsci al sit-in
di chi aveva preannunciato la manifestazione di protesta pacifica, ieri mattina.
La scusante del sabato non regge, se non altro perchè il 28 febbraio, ormai,
sta dietro l’angolo e il sindaco Marzi ha «abbozzato» pure troppo con la
storia di via Le Lame. Rifiuti a... spasso da Colfelice lungo l’asse
attrezzato di Frosinone, poi a Valcatora (?) e da qui, quando sarà, a San
Vittore del Lazio per essere bruciati nel termovalorizzatore e produrre energia.
Paga il cittadino, ci rimette l’ambiente, si danneggia la salute, si mettono
91 Comuni l’uno contro l’altro armati, si rischia di inquinare allevamenti
specializati. Si buttano soldi del contribuente dalla finestra con gli oltre
30miliardi di «buco» che Fardelli ha trovato nel bilancio della Reclas e ha
distribuito equamente a tutti i Comuni.
Silenzio assordante del «palazzo», non della gente della Valle dell’Amaseno,
con in testa il sindaco di Giuliano di Roma Antonio Torella, il presidente del
Comitato Antidiscarica Umberto Morini e Claudio Mancini dell’«Inclito Rompi
Club». Tanti fischietti, i classici campanacci delle giumente e dei tori,
agitati con energia, un tabellone con foto di Valcatora e, poi, una lunga serie
di «segnali» scritti: "No agli squali; Milano mani pulite, Frosinone,
mani lavate; manovre oscure? Si, per i ciechi; a tutela dell’ambiente, non c’è
due senza tre: Latina, Gela...; La legge è uguale per tutti? Manco a dirlo!».
Presenti le Forze dell’Ordine. Nessun problema. Tutto si è svolto nella
massima tranquillità, ma anche con richiami su quanto non è stato fatto da
parte della Provincia e nella diffusa opera di volantinaggio attuata ci si
chiede «dove è finita l’emergenza? Chi o cosa si vuole favorire? Da un anno
e mezzo dura questa indegna farsa. Perchè non si sono trovati siti alternativie
più idonei? Se ci sono stati tempi lunghi per un iter come quello di Valcatora,
come mai non si trova modo di affrontare e risolvere il problema? Forse sono
troppo chiare le indicazioni del Piano Regionale?», quello tanto atteso da
Scalia e Simoncelli che la Giunta regionale ha approvato e si appresta ad
affrontare il voto in Consiglio alla Pisana.
Non ci si può nascondere e, giustamente, la gente della Valle dell’Amaseno si
chiede: «Perchè non ci rispondete???». Il sindaco Antonio Torella di Giuliano
di Roma e Umberto Morini del Comitato Antidiscarica, dinanzi al palazzo
«sprangato» seguitavano a chiedersi «perchè non si sono trovati siti
alternativi e più idonei?». Cosa è stato fatto, soprattutto, in tema di
raccolta differenziata? Siamo proprio a posto con la coscienza? Tutti?
Domenica 3 Febbraio 2002
COMITATO Antidiscarica sempre ...
di LUCIANO RENNA
COMITATO Antidiscarica
sempre contro l’assessore all’Ambiente Simoncelli: la Provincia sa bene che
non abbiamo affatto richiesto di rivedere l’ormai famosa graduatoria dei siti
per la discarica a servizio di Colfelice. Per il semplice fatto che mai l’abbiamo
riconosciuta e accettata, tanto è vero che sono state presentate numerose
denunce e querele nei confronti di chi l’ha redatta. È il succo di una nota
fatta avere, ieri sera, agli organi di informazione, in cui si ripercorre l’iter
della lunga pratica che ha visto al lavoro due commissioni una delle quali «non
sapeva neppure dove si trova Valcatora».
Ribadisce il Comitato di aver sollecitato la riapertura del bando per
individuare la discarica in vista dell’emergenza (in termini di smaltimento e
aggravio di spesa per i 91 Comuni della provincia ove si dovesse far ricorso al
trasferimento dei sovvalli fuori zona), alla scadenza del 28 febbraio con via Le
Lame in fase di saturazione.
Allora, il Comitato Antidiscarica di Valcatora invita Simoncelli ad attivarsi
perché, nel rispetto della legge e del Piano Regionale ormai in dirittura d’arrivo,
ci si attivi subito pure perché «per venire a Frosinone, si spendono 60
milioni al giorno più di quanto si spenderebbe per trasportare i sovvalli in
luoghi vicini all’impianto di Colfelice. Ce ne sono».
Basta avere il coraggio di non ignorarli, sembrano dire quelli del Comitato
Antidiscarica.
Sabato 2 Febbraio 2002
LA Provincia deve riaprire il bando per pubblico e privati, ...
LA Provincia deve riaprire
il bando per pubblico e privati, se vuole, rispettando le norme, individuare la
discarica dove far affluire i sovvalli provenienti dall’impianto di
riciclaggio che il Consorzio Volontario del Basso Lazio ha attivato da anni a
Colfelice. È stato ribadito con forza ieri pomeriggio nell’incontro-stampa
tenutosi nei locali de «Il Cinghiale», poco centinaia di metri più a valle di
Valcatora (sempre presidiata dagli abitanti della zona per «evitare brutte
sorprese; stiamo quì calmi e tranquilli, non diamo fastidio a nessuno. Vogliamo
solo difendere i nostri diritti». Poi tornano sotto la tenda).
Il sindaco di Giuliano di Roma Torella, l’assessore provinciale di Latina
Maselli, Morini, Lampazzi, Gabrielli di Legambiente con cittadini ed altri
amministratori di Prossedi, Villa Santo Stefano, Amaseno, Sgurgola e Roccasecca
dei Volsci oltre a molta gente che nella Valle dell’Amaseno svolge da anni, se
non da generazioni, attività produttive che portano il marchio della Ciociaria
in tutta Italia hanno voluto assistere alla conferenza stampa per saperne di
più e più a fondo conoscere i termini della questione che diventa sempre più
allarmanta con il passare dei giorni e l’arrivo del 28 febbraio, quando la
discarica di via Le Lame a Frosinone verrà chiusa. Si è detto pure che la
Provincia ha tutto il tempo per riaprire il bando sulla individuazione di nuovi
siti. Ora il Piano Regionale di Smaltimento dei Rifiuti, la Giunta Storace lo ha
varato; aspetta solo di passare in Consiglio regionale, ma la sua struttura è
conosciuta ad amministratori «attenti» come quelli dell’Ente di piazza
Gramsci e nelle sue linee principali anche il presidente del Consorzio Cesare
Fardelli dovrebbe conoscerlo. La discarica va bene, ci vuole; ma quanto e cosa
si è fatto davvero per la raccolta differenziata?
Sabato 2 Febbraio 2002
Il Piano regionale prevede impianti in Ciociaria, a Colleferro e in provincia di Viterbo, Latina e Roma
Rifiuti, spuntano sette termocombustori
ROMA - Sono sette i
termovalorizzatori previsti dal piano regionale dei rifiuti nel Lazio: uno a S.
Vittore (Frosinone) è di prossima apertura, un altro a Colleferro (Roma)
potrebbe essere in attività già dalla fine dell'estate, altri due in provincia
di Latina e Viterbo devono essere realizzati così come altri tre tra Roma e
provincia. È quanto è emerso ieri nel corso di un convegno sull'emergenza
rifiuti promosso dalla Cisal-Fiadel. Il piano dei rifiuti, già approvato in
giunta regionale, è in commissione ambiente e potrebbe essere approvato dal
consiglio entro febbraio.
«Il comune di Roma - ha detto l'assessore regionale all'ambiente Marco
Verzaschi - deve dire dove è possibile localizzare il termovalorizzatore oppure
indicare, nel nuovo piano regolatore, dove dovrà sorgere un'altra discarica».
L'assessore ha parlato di «una battaglia ideologica che nulla ha a che fare con
l'ideologia» e ha criticato la costituzione, da parte del comune, di una
commissione tecnica sull'ecocompatibilità dei termovalorizzatori. «Capisco che
il gioco della politica imponga alcuni passaggi ma - ha detto Verzaschi - mi
sembra una perdita di tempo. Avrei semmai preferito che il sindaco Veltroni ci
avesse aiutato prevedendo una commissione che studiasse il miglioramento della
sicurezza degli impianti».
Il presidente della commissione regionale ambiente Luigi Celori ha sottolineato
che la gestione degli impianti di termovalorizzazione dovrà rimanere in mano
pubblica e che l'area di Malagrotta potrebbe essere adatta per localizzarne uno.
La Cisal-Fiadel ha osservato che la realizzazione del termovalorizzatore diventa
uno strumento efficace per il miglioramento della qualità della vita e che a
Roma il termovalorizzatore dovrà essere gestito dall'Ama.
L'assessore Verzaschi ha infine posto il problema di pensare a un piano
regionale dell'energia nel quale inserire gli impianti di termovalorizzazione.
«Con la liberalizzazione della produzione di energia - ha spiegato - ci sono
arrivate almeno sei richieste per realizzare centrali elettriche nel Lazio. Fiap
e Italcementi vorrebbero realizzare due centrali a Colleferro da 800 megawatt
l'una. È però impossibile pensare ad una seconda Montalto di Castro a
Colleferro».
Venerdì 1 Febbraio 2002
Piano Regionale in dirittura d’arrivo e Cesare Fardelli si «allarma»
Panico per i rifiuti: costi in salita
RIFIUTI, resta - anzi
aumenta - il «panico». Che di questo, ormai, si deve parlare in Ciociaria.
Panico perchè non si sa ancora bene come e se funziona a dovere l’impianto di
riciclaggio di Colfelice da dove, assicura lo stesso sindaco di San Giovanni
Incarico, Antonio Salvati, i cattivi «odori» seguitano a penalizzare tutta la
zona circostante. Panico per il permesso dato al termovalorizzatore di San
Vittore del Lazio di effettuare nuove prove prima di essere «bocciato»; panico
per la discarica che non viene ancora individuata; panico per una raccolta
differenziata che non riesce a decollare, restando ben al di sotto dell’accettabile;
panico per l’aumento dei rifiuti. Il Piano regionale ci salverà? Difficile
dirlo anche se Scalia e Simoncelli sono mesi che lo attendono come panacea di
tutti i mali. La Giunta Storace lo ha varato, ora è atteso in Consiglio, alla
Pisana. Nel frattempo, tutti i sindaci restano in trincea. Ognuno difende con le
unghie il proprio territorio: nessuna discarica. Nemmeno per i sovvalli.
Oggi alle ore 15 a «Il Cinghiale», si dovrebbe affrontare ancora il problema
di Valcatora, sito che quelli della Valle dell’Amaseno intendono difendere
anche con unghie e denti.
Nel frattempo il presidente del Consorzio Volontario Basso Lazio, Cesare
Fardelli, sollecita un incontro urgente con Regione e Provincia, ricordando che
la scadenza del 28 febbraio, per via Le Lame si avvicina, che non è stato
ancora individuato il sito per la nuova discarica e si corre il grosso rischio -
avendone le necessarie autorizzazioni - di andare a smaltire i rifiuti ancora
una volta fuori provincia (Malagrotta, comunque, ha cinque mesi per andare a
saturazione), con aggravio enorme di spese per i contribuenti di tutti i Comuni.
Un nuovo salasso per tutti. Doloroso non poco.
Domenica 27 Gennaio 2002
Artificiosa l’emergenza rifiuti? ...
di LUCIANO RENNA
ARTIFICIOSA l’emergenza rifiuti? La domanda, provocatoriamente posta, visto lo stato delle cose con 600 tonnellate di rifiuti giornalieri prodotti nella provincia e l’ormai vicina scadenza del 28 febbraio che dovrebbe portare alla chiusura della discarica di via Le Lame a Frosinone, lascia perplessi. Era atteso il Piano Regionale, per poter assumere decisioni sul territorio. Alla «Pisana» la scelta è stata fatta. Ora tocca alla periferia, ma Simoncelli e Scalia prendono ancora tempo. Intanto il Comitato Antidiscarica di Valcatora, riferendosi al sindaco Marzi scrive che «sebbene in politichese comincia a considerare incerto il proseguio della Conferenza di Servizi ed invita Verzaschi, assessore provinciale all’Ambiente e Capo dell’Esecutivo di piazza Gramsci a reperire un sito idoneo alla soluzione del problema. Non riusciamo a comprendere l’ostinazione sin qui ostentata nel procedere nella più totale illegittimità e nell’assoluta violazione di leggi e regolamenti da parte di tutti i soggetti attivi, come se non tenessero in alcun conto denuncie e querele presentate nei loro confronti». Insistono nel dire che Valcatora non è sito idoneo e chiedono «perchè la Provincia non prende in esame siti sicuramente idonei anche rispetto al Piano Regionale?». Invita a riaprire il bando. Nel frattempo, da parte sua, Francesco Giorgi, con una mozione, propone a Giunta e Presidente Scalia di respingere la richiesta di un gruppo privato volta ad attivare una discarica a Monte Trave di Ferentino, già bocciata dieci anni fa da quel Consiglio comunale, perchè ricadente «in zona già gravemente compromessa per la presenza di situazioni quali l’ex Cemamit, l’ex Arveal e la cosidetta discarica Cocco». Chiede alla Provincia di attivarsi affinchè il territorio non diventi «facile preda dei privati nella gestione del ciclo dei rifiuti e che la proposta del Gruppo Schina venga respinta», ma ci si attivi, al contrario, per bonificare l’intera zona. E i rifiuti?
Venerdì 18 Gennaio 2002
RINVIATA, per la seconda volta, la ...
di LUCIANO RENNA
RINVIATA, per la seconda volta, la Conferenza dei
servizi che, presso la Regione Lazio, avrebbe dovuto decidere sulla graduatoria
(Giuliano di Roma punti 110, Sgurgola 105, S. Elia Fiumerapido 104, Roccasecca
89 e Arpino 69) per individuare il sito più adatto alla discarica per sovvalli
provenienti dall’impianto di Colfelice.
Un centinaio di persone, dinanzi agli uffici di via Rosa Raimondi Garibaldi con
in testa i rappresentanti di Legambiente e di An, ha manifestato tutta la sua
contrarietà a quella che veniva prospettata come soluzione definitiva per
Valcatora. Le forze di Polizia intervenute non hanno dovuto svolgere un gran
lavoro. Si è trattato di una manifestazione tranquilla anche se decisa - dice
Umberto Morini - il quale ricorda che non solo la resistenza passiva dei
dimostranti, ma anche e soprattutto il fatto che non si è tenuto conto, nello
stilare la graduatoria della relazione dei geologi Spinetti e Ruggero, con
valutazioni di carattere geologico, idrogeologico, ambientale, logistico in
riferimento alle risorse idriche e agricole produttive e paesaggistiche, nonché
agli eventuali danni ambientali che potrebbero derivare dall’attivazione della
discarica.
Indagini fornite alla Commissione che ha stilato quella graduatoria; aggiunge
che circa seicento cittadini della Valle dell’Amaseno, dopo denunce ed
esposti, sono passati alle querele nei confronti dei membri della Commissione.
Verso le 12,30 la Conferenza di servizi ha interrotto i propri lavori,
aggiornandoli a data da destinarsi. Giuliano Antonetti e Umberto Morini
ricordano anche le relazioni della Sovrintendenza archeologica del Ministero
dell’Ambiente, dell’Ato4 di Latina «che pur avendo intessuto una fitta
corrispondenza con cui piantava non paletti ma addirittura dei... piloni è
stata ignorata dall’organizzatore della Conferenza».
Siamo, insomma, praticamente, punto e a capo con la vicenda della discarica,
mentre Provincia e Regione sembrano più impegnate a non assumere
responsabilità dirette che a risolvere in via definitiva il problema. È appena
il caso di ricordare che la discarica di via Le Lame a Frosinone è prossima all’esaurimento
e che, comunque, l’ultima l’ordinanza emessa per scaricare i Rsu in quel
sito scade il 28 febbraio prossimo
Giovedì 17 Gennaio 2002
CONFERENZA DEI SERVIZI
Discarica, è possibile un secondo rinvio
di LUCIANO RENNA
SINDACI di Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, Prossedi, Roccasecca dei Volsci, presidente della XXI Comunità Montana, Maselli per la Provincia di Latina e De Marco dell’Ambito Territoriale Ottimale 4 (Ato) della zona pontina si sono incontrati per esprimere «vivo dissenso sul procedimento approvato dalla Regione Lazio circa i metodi di individuazione dei siti di discarica, in particolar modo quello di Valcatora ritenuto assolutamente inidoneo per le motivazioni». Dicono di illegittimità per motivi formali e per carenze procedurali. In pratica l’iter seguito dalla Provincia viene ritenuto «assolutamente singolare. Non ha alcun riferimento alle procedure di legge, non risponde ad alcun criterio di esaustività di valutazione, nè di scientificità del metodo, è carente sotto il profilo della imparzialità nel rapporto con interessi privati e presenta evidenti elementi di carenza nella tutela degli interessi collettivi e delle terze parti coinvolte». Giuseppe Maselli ricorda quindi come la zona di Valcatora sia ricca di acque sorgive, che esistono un lago sotteraneo di notevoli dimensioni, la Grotta degli Ausi». Sul problema, in vista del bis della Conferenza dei servizi da tenere oggi a Roma, intervengono anche Giuliano Antonetti (An) e Umberto Morini di Legambiente per sostenere che la scelta operata su Valcatora non è accettabile anche perché in assenza del Piano regionale dei rifiuti, la legge non consente l’attivazione di nuove discariche. Nuovo rinvio della Conferenza dei servizi? O che altro?
Mercoledì 16 Gennaio 2002
Sempre guerra sul problema dei rifiuti
di LUCIANO RENNA
SEMPRE guerra sul problema dei rifiuti solidi
urbani. Riparte l’iter di sperimentazione per il termocombustore di San
Vittore del Lazio, con l’ok dei Ds e il no secco di Verdi e Rc. Una... bella
guerra davvero. Con l’assessore regionale Marco Verzaschi al centro delle
polemiche. Non solo lui, per la verità.
Intanto Valcatora non si arrende. Parla di indagini di cui si starebbe
interessando la Magistratura ordinaria e quella contabile. Dice che il solo
«carotaggio» non basta, non aggiunge però che ogni altro tipo di sopralluogo
ed intervento è stato, spesso, impedito con la forza. Tanto che Carabinieri e
Polizia non erano mai stati da quelle parti tanto spesso. Anche perchè Giuliano
di Roma è un centro tranquillo e fin troppo sereno.
Dice, il Comitato Antidiscarica, che si sono fatti spendere tanti soldi alla
collettività, per indagini che, a rigor di legge e regolamento, non si dovevano
neppure ipotizzare e che ci si è ridotti alla sola e semplice indagine
geologica su una minima parte del sito «caratterizzata, guarda caso, da una
lente di argilla e ciò al fine di farlo ritenere idoneo alla localizzazione di
una discarica». Accuse pesanti che fanno il «paio» con i picchettaggi portati
avanti per mesi nella zona di Valcatora.
Senza che si siano potute davvero appurare, forse, le caratteristiche di quel
sito, senza conoscere le garanzie offerte dal progetto del privato che la
discarica dovrebbe realizzare nel pieno rispetto delle norme vigenti;
respingendo, senza mezzi termini, la classifica dei siti disponibili come si
trattasse d’una graduatoria stilata da... bimbi della scuola materna. Da gente
che non ne sa nulla, di queste cose.
Il Comitato insiste: «Il rinvio della Conferenza dei Servizi è la prova della
magagna». Potrebbe pure essere così, ma se dovesse avvenire il contrario,
quelli «dell’Antidiscarica» come dovranno mettersi? Seguitano a ripetere,
comunque, «che stante la normativa vigente, il progetto di discarica non solo
non può essere approvato, ma non si doveva addirittura accettare, evitando alla
collettività ulteriori spese immotivate». Annuncia, il Comitato Antidiscarica,
di aver dato incarico ai propri legali per valutare la possibilità di denunce e
querele presso la Procura della Repubblica di Roma, competente per territorio,
«nei confronti di chi fosse responsabile, per ritardi o omissioni,
eventualmente perduranti».
Martedì
18 Dicembre 2001
Non far
passare per regionale una graduatoria dei siti stilata in provincia
Rifiuti,
accuse a Marzi e Lunghi
Dal
«Comitato Antidiscarica Valcatora» di Giuliano di Roma
NON si deve barare dice, in
altri termini, il Comitato Antidiscarica di Valcatora: la Commissione che ha
stilato la graduatoria dei siti è «provinciale» e non «regionale». È
presieduta dall’ing. Serafino Colasanti, funzionario dell’Assessorato di cui
risulta titolare Antimo Simoncelli; «non è prevista da nessuna norma di legge,
essendo una pura invenzione della Giunta Scalia, come il resto della procedura
adottata». Critiche a Marzi e Lunghi, quindi, sottolinea che le «forzature
applicate al procedimento per aggirare leggi e regolamenti allo scopo, non di
risolvere il problema dell’emergenza rifiuti, ma di confortare gli affari di
qualcuno, non sono certamente di iniziativa regionale, ma, piuttosto, opera
della "confraternita" alla quale appartengono sia l’assessore Lunghi
che il sindaco Marzi per credo politico, "confraternita" che ha finora
operato in contrasto con il Decreto Ronchi, che non è un regolamento del
campionato bocciofilo, ma una legge dello Stato».
Il Cav si chiede se sia da teppisti battersi perché vengano rispettate le norme
da parte di chi, ignorandole, tenta di operare con metodi da Prima Repubblica.
Davvero siamo entrati nella Seconda, ci permettiamo di aggiungere. La nostra
reazione è stata forte e dura, dice il Cav. Forse nessuno di questi signori se
l’aspettava. Ricorda il Comitato che pure Giuliano di Roma, Villa Santo
Stefano e Prossedi hanno fatto ricorso al Tar, come Frosinone; e che al Tar si
sono rivolti anche «molte centinaia di cittadini della Valle dell’Amaseno.
Non mancano denunce e querele, è stato informato il presidente della
Commissione regionale contro la criminalità Fabrizio Cirilli che avrebbe preso
contatto con la Procura della Repubblica.
Informano anche di essere impegnati nella stesura di una denuncia alla Corte dei
Conti in merito alla spesa (250milioni?) per accertamenti che definiscono burla
e non sanno quanto per missioni della Forza pubblica. Un sopralluogo in
elicottero? «Lo facciano pure, ma non a spese della collettività», per favore
e sappiano vedere davvero bene come stanno le cose.
L.R.
Sabato
15 Dicembre 2001
RIFIUTI Problema più
grande di loro (politici, amministratori e tecnici). E la gente è stanca
«Le Lame»
rimandata a febbraio
La
discarica resta nel capoluogo in attesa di trovare nuove soluzioni
di LUCIANO RENNA
RIFIUTI, altra proroga per la discarica di via Le Lame a Frosinone. Sino al 28
febbraio 2.002. A meno che nuovi «imprevisti» non facciano slittare di nuovo
il trasferimento dei sovvalli di Colfelice verso una zona che, decine di anni
orsono, era considerata del tutto isolata, ma oggi, pur trovandosi nel cuore
dell’area industriale e a ridosso dell’A/1, non si può certo ritenere fuori
del tutto dal centro abitato e da una serie di attività commerciali (basterebbe
citare Le Sorgenti) che richiamano migliaia di cittadini ogni giorno.
Anche da Giuliano di Roma. E non lo ricordiamo certo per fare polemica
spicciola. Non avrebbe senso. «Le Lame» che, con i suoi fumi provenienti
proprio dalla discarica, venne messa sotto accusa per una strage sulla
Napoli-Roma, è stata giudicata ancora idonea ad accogliere le balle
incelofanate in arrivo da Colfelice. Oggi le cose sono cambiate. Lo hanno detto
i tecnici. Sono,per caso, gli stessi che hanno individuato i sei siti per la
discarica provinciale?
La Regione ha ordinato la proroga. «Ringrazio il presidente Storace e
l’asssessore Verzaschi per la sensibilità dimostrata nell’affrontare il
"Caso Ciociaria" - dichiara il presidente Cesare Fardelli - e mi
auguro che questi due mesi abbondanti possano consentire agli uffici regionali
di definire, in maniera chiara e definitiva, l’individuazione del sito che
dovrà ospitare la discarica provinciale di sovvalli che, sottolineo, non sono
maleodoranti, rappresentando l’ultimo stadio di trasformazione dei rifiuti».
Ma, allora, a via Le Lame, cosa stanno trasferendo, da mesi, e seguiteranno a
portare, se da quelle parti «puzza»? Non lo ha detto anche Marzi? Se si tratta
solo delle porcilaie presenti in zona, si provveda. La Asl che ci sta a fare con
il suo servizio di Igiene e Veterinario?
Fardelli si trova in sintonia con Verzaschi. Peccato che la Giunta di Badaloni
non abbia avuto il coraggio o l’opportunità di varare il Piano regionale
attraverso la Conferenza dei Servizi più volte richiamata da Scalia.
C’è una graduatoria dei siti disponibili. Risanate un centinaio di discariche
abusive. Ora è tempo di decidere e Fardelli: «Voglio lanciare un appello ai
sindaci, a cominciare da quello di Frosinone: comprendo che sulla questione dei
rifiuti ci sono grosse preoccupazioni, ma è altrettanto vero che tutti noi
amministratori, sia a livello locale che regionale, dovremmo fare un minimo di
autocritica per decisioni che, in passato, nessuno ha mai voluto prendere. Basta
con le polemiche, allora, basta con lo scambio di accuse. Ognuno assuma le
proprie responsabilità. Uniamo gli sforzi di tutti e percorriamo una strada
comune».
Forse all’insegna della sporcizia che rischia di sommergere i 91 Comuni del
territorio? Non è possibile dopo che una Commissione ha lavorato mesi, pagata,
per una graduatoria con in testa Valcatora. Bocciamo la Commissione? Oppure chi
altro?
Martedì 30 Ottobre 2001
GIULIANO DI ROMA
SI temeva il peggio, magari una nuova
insurrezione popolare sull’esempio delle precedenti, massicce e rumorose. E
invece a Valcatora, nella località di Giuliano di Roma destinata ad accogliere
i «sovvalli» che escono dall’impianto di riciclaggio di Colfelice, ad
attendere l’arrivo dell’imprenditore Rosettano Navarra c’erano al massimo
una cinquantina di persone che non hanno creato problema alcuno, che non hanno
manifestato, né impedito ai tecnici di mettere piede sul terreno prossimo a
ospitare la discarica provinciale definitiva. D’altra parte, a scortare i
tecnici c’era un nugolo di poliziotti e carabinieri.
Ieri mattina a Valcatora è iniziata la nuova serie di sopralluoghi e verifiche
richiesti dalla Regione Lazio per dissipare ogni sorta di dubbio sull’idoneità
del sito. Gli accertamenti dovranno infatti confermare, senza tema di smentita,
che la località di Giuliano di Roma possiede tutti i requisiti per ospitare i
sovvalli senza il rischio di produrre conseguenze negative, né inquinamento
ambientale, né danni alla salute della popolazione.
A Giuliano di Roma, però, la gente non sembra essersi rassegnata.
Non è escluso che nei prossimi giorni possano riannodarsi le fila della
mobilitazione di massa.
Domenica 9 Settembre 2001
RIFIUTI
Il dott. Marino ha invitato le parti a riprendere in esame la questione della
discarica
Valcatora, interviene il prefetto
Ieri sera a Giuliano di Roma raccolta di firme per la diffida alla Regione
A GIULIANO di Roma e nei centri vicini
ancora proteste per la realizzazione della discarica in località Valcatora. E
nella questione ora interviene anche il prefetto, dott. Francesco Marino dopo i
tre «accessi» nella zona andati a vuoto (di cui l’ultimo con dodici e più
denunce contro altrettanti cittadini che manifestavano. Andiamo per ordine. Ieri
sera si è svolta nella sala consiliare del Comune di Giuliano di Roma una
pubblica assemblea indetta dal comitato popolare che fin dall’inizio ha preso
posizione contrassima alla realizzazione della discarica per i sovvalli. Lo
scopo dell’incontro era quello di raccogliere le firme dei cittadini al fine
di dare corpo e sostanza a una diffida contro la Regione Lazio per come è stata
stabilita la graduatoria da parte della commissione tecnica che, come è noto,
ha situazione la località di Valcatora al primo posto come sito idoneo a
realizzare la discarica. Quindi, la situazione non fa registrare ancora sbocchi
significativi, anche se cominciano a emergere localmente e nel circondario
alcune voci di differenziazioni sulla posizione rigida tenuta finora. Localmente
però smentiscono. Anzi, mercoledì scorso, i rappresentanti locali di Alleanza
nazionale e Forza Italia (che fanno parte della maggioranza) e dei Ds e del Ppi,
minoranze, hanno interessato il prefetto Marino il quale ha scritto il giorno
successivo all’assessore regionale all’Ambiente, ai presidenti della
Provincia e del Consorzio chiedendo se non sia il caso di ricorrere ai
provvedimenti amministrativi previsti dal decreto legislativo n. 22/’97 e
invitandoli a fare un ulteriore approfondimento o il riesame della questione
relativa appunto alla individuazione della discarica in località Valcatora.
Naturalmente il dott. Marino è anche preoccupato dei risvolti sul piano della
sicurezza pubblica. Insomma, pare di capire di essere di fronte ad una imminente
svolta nella lunga tormentata vicenda di Valcatora.
Mercoledì 5 Settembre 2001
GIULIANO DI ROMA Centinaia di persone hanno manifestato contro l’apertura della nuova discarica
Resistenza passiva per Valcatora
I tecnici incaricati, davanti a quella folla, hanno dovuto rinunciare al sopralluogo
GIULIANO di Roma, località Valcatora. Sopralluogo rinviato causa protesta popolare. I tecnici incaricati delle ultime verifiche sul terreno destinato ad ospitare la discarica si sono trovati al cospetto, di un fiume di gente. Bambini, giovani, donne, anziani tutti ordinatamente sdraiati a terra, sulla carreggiata della stradina comunale che dalla statale della Monti Lepini porta fino alla valle ... della discordia. Più di un centinaio di manifestanti ( dodici dei quali sono stati denunciati per turbativa violenta del possesso di cose immobili), residenti nei comuni di Giuliano, Prossedi, Villa Santo Stefano ed Amaseno che hanno deciso di mettere da parte cortei e sfilate per inaugurare la nuova (almeno da queste parti) forma di protesta, che va sotto il nome di resistenza passiva. Di fronte a quela folla, che nonostante il gran caldo di ieri mattina non si è mosa di un centimetro dalle rispettive posizioni, lo staff di tecnici ha fatto retromarcia. Non che non avessero il diritto di transitare per la stradina e procedere il sopralluogo. Ma evidentemente, alla fine, ha prevalso il buonsenso. «La nostra non è una guerra personale. Vogliamo soltanto -ci spiega una giovane manifestante- che gli amministratori provinciali e i loro colleghi della regione tornino sulle proprie decisioni, scegliendo un altro sito. Se non altro perchè la Valcatora, sebbene la speciale classifica di idoneità dei possibili siti formulata dalla commissione di esperti dica il contrario, non è affatto il posto più indicato per accogliere la discarica. Ne approfitto per ricordare che questa zona è protetta da vincoli di ogni sorta, da quello paesaggistico a quello idrogeologico, a quello archeologico.. Senza dimenticare che qui intorno ci sono case abitate da decine di famiglie». Niente sopralluogo, dunque. Ma prima o poi, chiaramente, se gli amministratori dovessero insistere sulla scelta di Giuliano di Roma i tecnici dovranno tornare.
Lo.Frat.
Venerdì 31 Agosto 2001
GIULIANO DI ROMA - A Valcatora è ...
di LUCIANO RENNA
GIULIANO DI ROMA - A Valcatora è sempre picchettagio. Più duro negli ultimi giorni. Intanto ieri pomeriggio il sindaco Antonio Torella ha difeso i 2.300 abitanti di questo centro per dire che nessuno si è mai sognato di «sequestrare» il titolare del terreno che voleva accedere nella zona per approntare la discarica; tanto meno gli abitanti di Giuliano si sono abbandonati a scene di «linciaggio». Poi ha aggiunto che non è nel loro costume fare cose del genere. A nessuno. Ammette di essere arrivato nella zona dopo che un autocarro aveva imboccato la strada dove esiste divieto d’accesso e che, per questo, la Polizia Municipale ha provveduto per quanto di propria competenza. Dietro il mezzo pesante c’era l’auto del proprietario del terreno che è rimasta bloccata, ma nulla di più. Specifica che Carabinieri e Digos possono essergli buon testimoni. «Non abbiamo nulla da rimproverare a Navarra, ma se prima non viene approvato il progetto definitivo per la discarica (che sappia io non esiste, specifica), qui non si tocca nulla». Nell’incontro avuto con i cronisti presso il Municipio, ieri pomeriggio, ha accennato alla stesura di un ricorso da presentare al Tar per i criteri seguiti nella individuazione dei siti da destinare a discarica e che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone e alla Comunità Europea per la difesa dell’ambiente. Analoga iniziativa sarebbe stata presa da diversi cittadini. Poi commenta: «Giuliano di Roma produce sino a 40 quintali di rifiuti solidi urbani nel periodo di maggiori presenze estive. Non vedo perchè dovrebbe diventare ricettacolo dei rifiuti di tutti i Comuni della provincia. Stiamo seriamente pensando di uscire dal Consorzio per liberarci da questa spada di Damocle e non le nascondo che siamo alla ricerca di una discarica dove trasferire i nostri e solo i nostri rifiuti. Non so se ci riusciremo, ma ci stiamo provando veramente». Intanto a Valcatora si presidìa la zona. Giorno e notte. Siamo tornati indietro di un anno, quasi. E i politici? Stanno zitti dopo la nota di Cesare Fardelli? Forse il silenzio è d’oro, proprio come le ferie.
Venerdì 20 Luglio 2001
GIULIANO Incontro tra gli assessori Verzaschi, Simoncelli e il presidente del Consorzio Fardelli
A Valcatora una discarica più sicura
Si è concordato di elaborare un progetto che dia le più ampie garanzie alla popolazione
L’assessore provinciale all’Ambiente, Antimo Simoncelli, alla Regione per una prima presa di contatto sul realizzando Piano regionale dei rifiuti, e il presidente del Consorzio di riciclaggio rsu, Cesare Fardelli, per la preannuciata trasferta romana dopo la formulazione della graduatoria dei cinque siti per la discarica provinciale da parte della commissione tecnica regionale, si sono alla fine incontrati con l’assessore regionale Verzaschi per concordare il da farsi. Colloquio fruttuoso (pare siano finite le polemiche di qualche giorno fa da parte della Provincia) in quanto si è concordato di elaborare in tempi brevi un apposito progetto in modo da creare una discarica definitiva. Il tempo a disposizione non è molto in quanto il prossimo 15 settembre scade il termine per usufruire provvisoriamente del sito frusinate di Via Le Lame e certo non si può riaprire l’emergenza in piena estate. «Abbiamo chiesto all’assessore Verzaschi ? dice Simoncelli ? di stringere i tempi, anche al fine di evitare una proroga. Ci ha assicurato che entro pochi giorni approfondirà la questione dal punto di vista tecnico in modo che da parte regionale ci siano tutte le approvazioni previste». Dal canto suo Fardelli afferma: «Posso garantire al sindaco di Giuliano di Roma che non firmerò alcun atto se non ci saranno tutti i pareri tecnici necessari che attestino la perfezione assoluta della relativa pratica in modo da dare alla popolazione garanzie al cento per cento». Adesso un ruolo essenziale compete proprio al sindaco Torella e agli amministratori nel convincere i cittadini che non ci sono pericoli. L’allarmismo sarebbe deleterio. L. Ser.
Giovedì
19 Luglio 2001
Ieri
è arrivata dalla Regione la graduatoria che individua cinque possibili siti per
la discarica
Fardelli: scegliamo nella sicurezza
Il presidente del Consorzio richiama al senso della concretezza e del buonsenso
di LUCA SERGIO
HANNO atteso tutta la giornata dell’altro ieri i presidenti della Provincia
Scalia e Fardelli del Consorzio di riciclaggio, ma soltanto ieri alle 13 è
arrivato il fax del presidente della commissione tecnica dell’assessorato
regionale all’Ambiente indirizzato rispettivamente ai due presidenti frusinati
e a quello della Regione. In esso si riporta la «graduatoria finale dei siti
idonei per la realizzazione di una discarica in provincia», che è la seguente:
1 - Giuliano di
Roma, punti totali 110;
2 - Sgurgola, 105; 3 - S. Elia Fiumerapido, 104; 4 - Roccasecca, 89; 5 - Arpino,
punti totali 69. Fardelli andrà oggi all’assessorato regionale all’Ambiente
per «i necessari approfondimenti in vista dell’attività da porre in essere
per la soluzione del problema ormai indilazionabile». Ci siamo, dunque.
Come si sa, il termine per lo scarico dei rifiuti nella discarica di Frosinone
scade il 15 settembre e per quella data, ormai prossima, bisogna procurarsene
una nuova. Ora si può dal momento che è stata stilata la graduatoria. «Il
problema va risolto ? afferma con una buona dose di buonsenso il presidente del
Consorzio Cesare Fardelli ? con il massimo della concordia possibile perciò
propongo che si riuniscano attorno ad un unico tavolo tutti gli enti interessati
ed i sindaci evitando l’insorgere di altre polemiche, che non costruiscono
niente di buono. Del resto il problema esiste e non possiamo fare finta di
nulla: i rifiuti della nostra provincia vanno smaltiti qui da noi, non possiamo
pretendere di scaricargli agli altri. Del resto, la discarica verrà realizzata
con tutte le garanzie di ordine tecnico e igienico-sanitario».
L’appello di Fardelli dovrebbe essere accolto da tutti in quanto improntato a
concretezza e buonsenso. Intanto, dal centrodestra si spara a pallettoni contro
il presidente della giunta di centrosinistra, Francesco Scalia, con una critica
radicale. Ieri sono intervenuti i consiglieri Fernando Picchi (Forza Italia) e
Fabio Barcaglia (An). Il primo lo accusa di «fallimento amministrativo
evidente: né parole nè fatti per l’interporto, per l’occupazione,
l’aeroporto, lo smaltimento dei rifiuti, la manutenzione delle strade, lo
sviluppo, il turismo, per la viabilità»; il secondo sostiente che «quanto sta
accadendo è assurdo: tutto è inesorabilmente bloccato a causa dei litigi del
centrosinistra, tutto è ormai sacrificato alla causa di pochi che non vogliono»
per cui Scalia&C si troverebbe di fronte al bivio: «o tornate a lavorare
oppure andate a casa».
Martedì 3 Luglio 2001
Via Le Lame, la discarica resta
Almeno fino al 15 settembre i sovvalli di Colfelice nel cuore della Valsacco
di LUCIANO RENNA
RIFIUTI ancora in via Le Lame a ridosso dell’autostrada, nei pressi del più grosso Centro commerciale di Frosinone. Fino a quando? L’ordinanza del presidente della Provincia Francesco Scalia, firmata ieri mattina, fissa il termine al 15 settembre, ma ci sono grosse possibilità che si arrivi ad una terza proroga. In Comune è giunto via fax, il provvedimento, sul tardi della mattinata. Scontata da parte del sindaco Marzi la strada da seguire: ricorso al Tar che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni. Almeno questo nelle intenzioni dell’ente di piazza VI Dicembre. Intanto arrivano le ferie e sulle 600 tonnellate di rifiuti solidi urbani prodotti giornalmente dai novantuno Comuni della provincia potrebbero scendere, soffocanti, il muro del silenzio e la strategia del rinvio. Non solo perché si dice che le ferie siano una... cosa sacra, ma - tanto per fare un esempio - perché la stessa Commissione consiliare Ambiente della Provincia che si è riunita il 22 giugno, aggiornandosi poi al 29, ha disertato l’impegno e se tutto va bene si dovrebbe rivedere nel corso di questa settimana. Nell’ultima riunione, il consigliere Mario Rufa (An) ha proposto all’assessore Antimo Simoncelli di incentivare direttamente il cittadino per quanto riguarda la raccolta differenziata «con uno sgravio sul costo o studiando altro sistema poiché i risultati ottenuti con le campagne pubblicitarie non hanno dato il risultato sperato». Rufa accenna ad una scheda personalizzata da cui sia possibile accertare la quantità di rifiuto differenziato smaltito. Non è discorso semplice. Occorre attivare una serie di innovazioni difficilmente scaturibili dai cassonetti per la raccolta a terra. Servizio porta-a-porta con speciali contenitori? Simoncelli dice d’aver preso contatto con il prof. Attilio Tornavacca della Scuola Agraria di Milano, esperto nel campo della «differenziata». Paolo Coladarci, è d’accordo con Mario Rufa e propone di riflettere sul conferimento dei «vuoti a perdere», coinvolgendo chi fa impresa. Simoncelli ricorda che il Decreto Ronchi punta proprio alla riduzione dei rifiuti e riferisce sul funzionamento del Conai, illustrando i contenuti del protocollo d’intesa tra Provicia, Ampa, Arpa, Asl, Eall Reclas. Si è parlato anche del termocombustore di San Vittore del Lazio e dei dati sul monitoaggio effettuato che, essendo stato portato avanti da privati, deve essere valutato con cautela, ha detto, anche al Verde Alessandro Iannoni, l’assessore Antimo Simoncelli. Termocombustore, peraltro, tutto da vedere dopo il riconoscimento della bontà della sua battaglia avuto dal Comitato di protesta. Staremo a vedere.
Valcatora,
dopo il presidio una denuncia alla Procura
GIULIANO DI ROMA -
Più di cento cittadini, a nome del Comitato Antidiscarica, hanno presentato
alla Procura della Repubblica di Frosinone una dettagliata denuncia per alcune
ipotesi di reato. Si chiede alla Magistratura il sequestro urgente del sito da
adibire ad eventuale discarica dei sovvalli provenienti dall’impianto di
riciclaggio di Colfelice, e degli atti amministrativi adottati. Contestualmente,
il Comitato ha chiesto alla Magistratura il sequestro dell’area che risulta
gravata da vincolo idrogeologico e dista poche centinaia di metri e non tre
chilometri come si attesta dai proprietari richiedenti, dai centri abitati.
Nella nota del Comitato Antidiscarica si aggiunge che la vicinanza
dall’abitato ed il complesso delle presunte irregolarità nell’iter
amministrativo, hanno indotto i 116 cittadini di Giuliano di Roma ad aprire, in
modo massiccio e compatto, anche un fronte «giudiziario» che si accompagna al
presidio permanente presso l’area Valcatora dove si ipotizza lo stoccaggio dei
rifiuti.
Domenica 15 Aprile 2001
Rifiuti urbani
Verna accusa i Verdi
DALLA Campania, in treno, verso la Germania. Non una gita di piacere, ma per il trasferimento di rifiuti, cercando di superare l’emergenza. L’ing. Mario Verna, di «Area Sociale», ricorda che in un’intervista fatta al presidente dell’Enel Chicco Testa l’ex leader ambientalista afferma: «Trovo che la politica per la difesa dell’ambiente oggi sia troppo guidata dall’emotività». Certo, questi treni che partono verso la Germania rappresentano il fallimento della politica ambientale italiana. Ma lei come presidente dell’Enel non poteva attivarsi per i termocombustori? Disarmante la risposta: «Abbiamo cercato, ma ci è stato impedito in tutti i modi. Sostengono che sono inquinanti. Meglio le discariche e la lotta alla mafia e alla camorra». Mario Verna definisce tali dichiarazoni preoccupanti. Aggiunge: «Dimostrano la gravissima paralisi che negli ultimi decenni ha colto la politca ambientale del nostro Paese, esplosa in tutta la sua evidenza in questi giorni». Non solo in Campania. Dal Frusinate non ci sono ancora treni blindati e con scorta in partenza per la Germania, ma nessuno può negare che le amministrazioni di centrosinistra «in cui i Verdi hanno recitato, negli ultimi anni, un ruolo di primissimo piano, non hanno inciso in alcuna misura sulla risoluzione dei problemi legati allo smaltimento dei rifiuti», nota Mario Verna di «Area Sociale». Le nuove tecniche, i più avanzati impianti che sono in Lombardia, ad esempio, producendo anche energia, qualcuno si è preoccupato di andarli a vedere? E, magari, «sentire»?
Venerdì 13 Aprile 2001
Oltre a Giuliano anche Paliano, Arpino, Falvaterra, Vallemaio, Sgurgola e S. Elia
Rifiuti, siti tutti da rivisitare
Accordo raggiunto in tal senso alla Regione ieri mattina
di LUCIANO RENNA
«INDAGARE sull’affare rifiuti a Giuliano di Roma»; il volantino arrivato in
aula durante l’ultima seduta di Consiglio provinciale - firmato da Ennio
Cialone e Pasquale Germano della lista Di Pietro-Italia dei valori - forse non
ha più senso, salvo parere contrario della Magistratura che potrebbe anche
aprire un’inchiesta su presunti errori nelle date dei verbali redatti dalla
Commisione che mise Valcatora in cima alla lista dei siti prescelti. Ma non solo
per questo.
Tutto potrebbe essere superato, tranne un mancato, serio impegno per la raccolta
differenziata dalle risultanze della riunione svoltasi ieri mattina a Roma
durata un paio di ore e alla quale hanno dato il loro contributo Verzaschi, il
geologo Novasco, il consulente Sangalli, i presidenti della Provincia Scalia e
del Consorzio di Colfelice Fardelli, l’assessore Simoncelli ed i sindaci di
Giuliano di Roma, Paliano, Arpino, Falvaterra, Vallemaio e Sgurgola. Non si è
presentato il sindaco di Sant’Elia Fiumerapido. Assenza strategica? Non si sa.
Al punto in cui siamo non vale farsi da parte. I siti individuati sono quelli
elencati, non si scappa. La riunione di ieri mattina presso la Regione Lazio,
terminata verso le ore 14, è servita (e non si tratta di cosa di poco conto)
solo a stabilire una rivisitazione di tutti i terreni offerti dal privato sui
quali una speciale Commissione effettuerà più approfonditi controlli di
carattere tecnico-scientifico con sopralluoghi a cui saranno ammessi, non solo
come spettatori, anche geologi ed esperti di fiducia di ciascun Comune.
Tra qualche «se» e diversi «ma», la strada intrapresa sembra essere di
gradimento di tutti. Siamo, in pratica, alla presenza di quella Commissione
mista che giustamente, ad esempio, i centri della Valle dell’Amaseno hanno
richiesto a gran voce quando si schieravano (e si schierano ancora oggi) a
difesa di Valcatora. Ma va pure detto che la discarica di via Le Lame non è
inesauribile, il termocombustore di San Vittore del Lazio se sta scaldando
soltanto i motori per adesso dovrà pure entrare in funzione consentendo all’impianto
di Colfelice il trattamento dei Rsu. E allora il responso della commissione su
cui tutti ieri sono stati d’accordo dovrà pure essere in qualche modo
rispettato.
Venerdì 6 Aprile 2001
VALCATORA è salva, via Le Lame no. ...
di LUCIANO RENNA
VALCATORA è salva, via Le Lame no.
Sino al termine del mese di giugno dovrà seguitare a «prendere» tutti i
rifiuti solidi urbani che può. Lo ha deciso, con propria Ordinanza, il
presidente della Provincia Scalia al termine di una lunga serie di riunioni;
documento che invita il Consorzio Basso Lazio, con sede a Colfelice, in persona
del presidente Fardelli a prorogare da ieri l’utilizzo della discarica posta
fra Autostrada ed Asse Attrezzato e sino al 30 giugno prossimo lo stoccaggio in
balle e scarti di lavorazione derivanti dall’impianto di Colfelice, nel pieno
della Valle del Sacco. L’attività dovrà essere svolta «avendo cura di
osservare le vigenti disposizioni di legge in materia ambientale, sanitaria e di
pubblica sicurezza, garantendo l’esclusione di conseguenze nocive per la
salute dei cittadini e per l’ambiente. A tal fine il Consorzio del Basso Lazio
dovrà osservare - si legge nell’Ordinanza - le seguenti prescrizioni:
presentare il progetto di utilizzo della residua volumetria disponibile; mettere
in essere tutti gli accorgimenti necessari per il convogliamento ed il drenaggio
del percolato e l’allontanamento delle acque meteoriche; comunicare con
cadenza settimanale, i quantitativi di percolato prelevati, indicando il luogo
di smaltimento finale.
Come previsto, l’ordinanza su Valcatora, già superata da altro provvedimento
di Scalia, non è stata nemmeno presa in esame dal Tar di Latina a cui il Comune
di Giuliano di Roma si era rivolto. Se ne riparlerà nell’udienza del 19
aprile con esito scontato; così come non dovrebbe seguire il suo iter l’altro
ricorso, quello del Comune di Frosinone, a meno che Marzi e la sua giunta di
sinistracentro non intendano mettersi a bisticciare, a suon di carta bollata,
con i dirimpettai di piazza Gramsci anche per l’Ordinanza emessa ieri,
proponendo altro ricorso al Tar e creando ancora seri problemi al trio
Scalia-Fardelli-Simoncelli che, per la verità, non sanno più che musica
proporre a Comuni che, pure, fanno parte del Consorzio del Basso Lazio.
Da qui a giugno, ovviamente, si punta sempre a ricontrollare tutti i siti
(Valcatora compresa?); mettere a regime il termocombustore di San Vittore del
Lazio che dovrebbe essere in grado di «bruciare» l’80% dei rifiuti, avviando
a discarica il rimanente 20%. In pratica, rovesciando le percentuali attuali.
Sarà vero? Chi vivrà vedrà e... udirà. Anche con il naso.
Intanto pensiamo a una raccolta differenziata seria, se possibile. Il danno
maggiore, seguitano a giurare gli esperti, viene proprio da questa
prolungata...assenza.
Domenica 1 Aprile 2001
Collina dei rifiuti, appello dei sindaci a Storace
di RITA CALICCHIA
LATINA - Il dissenso è corale. Forse è la prima volta che cittadini ed
istituzioni territorialmente competenti, si ritrovano così vicini e compatti.
Accade ai confini fra la provincia di Latina e quella di Frosinone, in tutta
quella vasta fascia di piccoli Comuni la cui tranquillità - e salubrità - sta
per essere messa a dura prova dalla discutibilissima scelta di realizzare a
Varcatora, in territorio di Giuliano di Roma, una nuova discarica dei rifiuti.
Il beneplacido alla realizzazione della «collina della vergogna» sarebbe
arrivato da una commissione tecnica ad hoc nominata dalla Amministrazione
provinciale di Frosinone. Ma la gente è determinata a non far passare le ruspe
che dovranno scavare l’invaso. E sono dello stesso avviso i sindaci ciociari
di Amaseno, Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, e quelli pontini di Prossedi,
Priverno, Roccagorga, Sonnino, ai quali sono aggiunti anche quelli di Maenza,
Pontinia, Terracina e Roccasecca dei Volsci pur non direttamente interessati
alla questione ma giustamente preoccupati dei riflessi negativi che tale
realizzazione potrà determinare per l’economia locale. Dopo il grande sit-in
popolare dei giorni scorsi che ha visto scendere in piazza centinaia di persone,
a Prossedi ieri l’altro, c’è stato un vertice dei sindaci, presenti anche
rappresentanti dell’amministrazione provinciale di Latina e dell’Ato/4. Nell’occasione
è stata ribadita l’opposizione ferma delle amministrazioni civiche e delle
comunità residenti verso la discarica di Giuliano anche in considerazione della
seria minaccia ambientale per il bacino imbrifero del fiume Amaseno che
confluisce nel mar Tirreno nella foce di Porto Badino. I primi cittadini a
conclusione dell’incontro hanno anche firmato un manifesto politico che
denuncia l’inopportunità della scelta operata e nel quale si richiede
formalmente al presidente della regione Lazio Storace e ai presidenti delle
Province di Frosinone e Latina di indire una riunione congiunta «per una
ponderata e comparata valutazione della idoneità del sito di Varcatora».
Sabato 31 Marzo 2001
FROSINONE - Seicento tonnellate di rifiuti…
di LUCIANO RENNA
FROSINONE - da smaltire ogni giorno nei 91 Comuni della provincia. Rifiuti
solidi urbani che l’impianto di Colfelice, obsoleto, non riesce a trattare con
la necessità di inviare i sovvalli da qualche parte, dopo il trattamento. Dove?
Nel termocombustore di San Vittore del Lazio che sta ancora «scaldando i
motori» prima di entrare in regime? Ed è vero, come sostiene Legambiente, che
quei sovvalli non potranno essere mai «bruciati» a San Vittore del Lazio?
Lungi dall’essere risolto, il problema resta in piedi. Nelle ultime ore, la
Provincia ha inviato una lettera alla Regione Lazio perché sia messo nero su
bianco per quanto riguarda carotaggio ed altre verifiche da effettuare sui nove
siti messi a disposizione da privati dopo un secondo bando dell’Amministrazione
Provinciale, visto e considerato che al primo invito destinato a Civiche
amministrazioni, aveva risposto solo il Comune di Roccadarce, offrendo, guarda
caso, una zona boschiva di sua proprietà, ma inserita in agro di Colfelice. Il
tutto con ristoro superiore ad un miliardo e duecento milioni di lire.
Proteste a non finire, poi il cambio di rotta senza alcun risultato utile
apprezzabile. Anzi, con la scelta della zona Valcatora in territorio di Giuliano
di Roma dove mai hanno voluto insediamenti industriali per non inquinare aria ed
ambiente (figuriamoci Rsu) e dove, lungo il fiume Amaseno, che tocca Prossedi,
Villa Santo Stefano, per giungere sino a Terracina, le manifestazioni di piazza
sono aumentate. Si è stabilito un picchettaggio diurno e notturno per impedire
l’accesso a quell’area anche alla Commissione mista, sollecitata dagli
stessi Comuni, per un attento esame del territorio e dintorni.
Cosa chiede la Provincia alla Regione? Praticamente, fa marcia indietro, dicendo
di verificare attentamente non solo Valcatora (la cui Ordinanza è stata
praticamente annullata da quella che ha riaperto la discarica dismessa di via Le
Lame a Frosinone) ma anche altri otto siti. Ora si attende una risposta. Intanto
200 tonnellate al giorno finiscono a via Le Lame, le altre a Colleferro e
ovunque ci sia disponbilità. Sino a quando, però? Da notare che l’intera
Valle dell’Amseno ha sempre vissuto d’agricoltura e vi si allevano 15mila
bufali dal cui latte vien fuori mozzarella Doc esportata in tutto il mondo;
oltre a carne gustosa ed apprezzata specialmente in questi giorni di «mucca
pazza».
Giovedì 29 Marzo 2001
Più di tre ore di confronto Scalia-sindaci. Carotaggio per i nove siti disponibili
Rifiuti: tutto fermo, per ora
Capoluogo bloccato dal corteo di protesta dei valligiani
di LUCIANO RENNA
CITTA’ bloccata dal «Matusa» a piazza Gramsci, per il corteo di protesta di
chi difende a denti stretti Valcatora dove nessuno degli abitanti della Valle
dell’Amseno vuole lo stoccaggio dei Rsu provenienti da Colfelice. Poco meno di
mille persone con una quarantina di trattori che, alla fine, hanno avuto il
permesso di sfilare in coda al corteo a patto che, dopo viale Marconi,
defluissero lungo via America Latina. C’era gente di tutte le età, con
cartelli, striscioni, slogan, campanacci agitati senza sosta, bombolette da
stadio, magliette anche «personalizzate».
Soprattutto tanta rabbia, ma anche molto ordine e senso di responsabilità da
parte dei dimostranti forse «dispiaciuti» di aver caricato la città di un
disagio pesante e di lavoro straordinario Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani.
In testa il Gonfalone del Comune di Giuliano di Roma con il sindaco Torella e il
collega Iorio con fascia tricolore, ma c’erano anche i vice sindaci di Amaseno
e Villa Santo Stefano e tanti amministratori. Legambiente e Associazioni
agricole.In Provincia, dimostrando un senso di responsabilità inatteso,
amministratori e quelli del Comitato Antidiscarica, hanno trovato ad attenderli
il presidente Scalia. Si è trattato di un confronto acceso, ma sempre nei
limiti della correttezza anche se i toni, a volte, hanno finito con il superare
i limiti della buona educazione. Fuori del palazzo, campanacci agitati di
continuo ed urla dalle 12 alle 15,30. Si è ripercorsa la travagliata storia di
questa vicenda che sembra non aver fine. Scalia ha ricordato che l’Ordinanza
per Valcatora è stata superata da quella su via Le Lame. Il sopralluogo della
Commissione mista in programma oggi a Valcatora non ci sarà. Per i sovvalli si
stanno studiando soluzioni alternative. Intanto l’impianto di San Vittore del
Lazio sta scaldando i motori per andare a regime.
Praticamente, per la zona in cui sistemare i sovvalli, tutto fermo. Si tratta di
un rinvio. Alla Regione Lazio (Simoncelli e Fardelli non hanno avuto contatti
con Verzaschi) sarebbero orientati per un carotaggio sui nove siti resisi
disponibili dopo il bando emesso dalla Provincia. E’ un momento delicato
assai. Via Le Lame potrebbe finire in saturazione da un giorno all’altro, ma
si dice di altre discariche ancora in grado (sembra) di accogliere rifiuti
solidi urbani.
La Provincia sta effettuando un monitoraggio attento e scrupoloso in tale
direzione. Il presidente Scalia esclude si possa ricadere nell’emergenza, ma i
siti vanno controllati e nessuno può tirarsi indietro dopo aver chiesto la
Commissione mista al cui vertice la Regione Lazio ha messo Novasco.
Mercoledì 28 Marzo 2001
Dal «Matusa» alla
Provincia per essere comunque ascoltati da qualcuno
Rsu: si gioca su tre tavoli
Per oggi picchettaggio a Valcatora, corteo in città, riunioni a Roma
di LUCIANO RENNA
VALCATORA, Frosinone e Roma. La guerriglia sullo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani si gioca oggi su tre fronti. In agro di Giuliano di Roma
resta il picchettaggio a scanso di pericoli per l’entrata in possesso dell’area
su cui dovrebbero finire i sovvalli di Colfelice, da parte della Commissione
mista chiesta e voluta dai sindaci della Valle dell’Amaseno, che dovrebbe
procedere al carotaggio di un terreno a cui la popolazione della zona non
intende assolutamente rinunciare. A Frosinone, concentramento della popolazione
di Giuliano di Roma, Prossedi, Amaseno e Villa Santo Stefano alle ore 10 vicino
al «Matusa» per un corteo di protesta, con o senza trattori, che dovrebbe
raggiungere il palazzo dell’Amministrazione provinciale dove i quattro sindaci
e rappresentanti del Comitato Antidiscarica sperano di essere ricevuti per
esporre le loro ragioni.
«Speriamo di essere in tanti - ha detto ieri sera il sindaco Antonio Torella -
anche se non ci saranno molto probabilmente i trattori. Quello che è certo, e
potete pure scriverlo, sarà come sempre una manifestazione tranquilla. Sin da
ora chiediamo scusa per il disagio che, di certo, il corteo procurerà al
traffico cittadino e alle Forze dell’Ordine, ma non possiamo restare fermi
difronte ad una sorta di scaricabarile tra Provincia e Regione che forse
avrebbero dovuto agire con più discernimento e maggiore senso di
responsabilità già da tempo».
A Roma Scalia, Simoncelli e il presidente del Consorzio di Colfelice Fardelli
hanno una serie di appuntamenti, proprio sul problema rifiuti, che dovrebbe
concludersi nelle prime ore del pomeriggio, incontrando anche Verzaschi. Ieri
mattina tutti e tre, in Provincia, hanno fatto il punto sulla situazione dopo
gli ultimi sviluppi non proprio incoraggianti della tormentata vicenda.
Fardelli assicura che non si ripeterà quello che sta accadendo in alcuni centri
della Campania. A costo di far ricorso al Ministro Bianco e, per esso, al
Prefetto Marino. Il sindaco Torella con i suoi colleghi di Amaseno, Villa Santo
Stefano e Prossedi si augura di non trovare le porte sbarrate alla Provincia:
«Mancano Scalia e Simoncelli? Ci sono due vice presidenti Torriero e Savo; il
presidente del Consiglio Martelluzzi, ci sono i Verdi. Qualcuno avrà tempo per
starci a sentire».Intanto il 6 aprile c’é Consiglio. Sul bilancio, però. E
allora?
Martedì 27 Marzo 2001
Per il sopralluogo mancavano i tecnici inseriti dai Comuni nella commissione mista
Valcatora, accesso vietato a Cesare Fardelli
di LUCIANO RENNA
ACCESSO a Valcatora impedito ieri mattina al presidente del Consorzio di
Colfelice Fardelli che si era presentato nella zona dove dovrebbero essere
stoccati i sovvalli, insieme ad alcuni membri della commissione mista incaricata
di effettuare il carotaggio del terreno. Con lui Novasco della Regione che
presiede il gruppo di studiosi e uno dei titolari della Navarra SpA-Divisione
Ambiente. Mancavano, invece, i tecnici incaricati da Giuliano di Roma, Prossedi,
Amaseno e Villa Santo Stefano perché impegnati altrove. Un escomotage per
evitare il sopralluogo? Questo non si sa. Certo è che diverse centinaia di
persone hanno impedito l’ingresso di Cesare Fardelli e company nella zona da
esaminare con la massima cautela.
Nessun incidente, molti slogan, urla, ma tutto nel rispetto delle buone regole
del vivere civile, sotto l’occhio vigile delle Forze dell’Ordine. Sul posto
i sindaci Torella, Solli, Ruggieri e Iorio che hanno contribuito a mantenere la
calma dei dimostranti.
Intanto nei giorni scorsi i sindaci ed una delegazione del Comitato
antidiscarica sono stati ascoltati dalla Commissione Ambiente presso la
«Pisana» ed avrebbero avuto assicurazione che presto sarebbe stato loro
inviato un documento per la verifica di tutti e dodici i siti offerti alla
Provincia.Niente documento, niente accesso. Intanto per domani alle 10 è in
programma un corteo di protesta dal piazzale del Matusa alla Provincia.
Occorre fare in modo che la Commissione mista possa ritrovarsi al completo
dinanzi a Valcatora. Per dopodomani, arrivi o meno il documento da Roma,
dovrebbe essere effettuato questo benedetto accertamento e se i Comuni dell’Amaseno,
come seguitano a ripetere, sono sicuri del fatto loro, non si vede perché
debbano esserci tante resistenze. Se la Commissione mista dovesse dire «no»,
sarà risolto il problema. Oppure no?
Lunedì 26 Marzo 2001
Sopralluogo e consiglio comunale a Valcatora
QUESTA mattina alle ore dieci personale del Consorzio volontario Basso Lazio si recherà a Giuliano di Roma in località Valcatora per effettuare delle verifiche tecnico-geologiche su quei terreni destinati a discarica provvisoria di rifiuti solidi urbani. Sarà il comandante della compagnia dei Carabinieri di Frosinone a disporre i servizi idonei e ad assitere il personale incaricato dei lavori insieme al dirigente incaricato della Digos e al comandante della polizia municipale di Giuliano Roma. Intanto mezz’ora prima del sopralluogo, sempre a Valcatora, domani si riunirà il consiglio comunale di Giuliano di Roma in seduta straordinaria aperta ovviamente per discutere della discarica provinciale. La vicenda rifiuti continua a tenere vivo il dibattito con due iniziative di non poco conto nello stesso tempo.
Venerdì 23 Marzo 2001
Latina. Contro la discarica di Giuliano di Roma, ordine del giorno del consigliere provinciale Maselli
Un disastro ecologico
di MASSIMO CERINA
LATINA - La decisione della Provincia di Frosinone di ubicare una discarica di
rifiuti nel Comune di Giuliano di Roma continua a creare malumori non solo in
terra ciociara, ma anche nei limitrofi Comuni della Provincia di Latina,
Prossedi in testa. Oggi si registra la presa di posizione del consigliere
provinciale pontino Giuseppe Maselli che ha presentato un ordine del giorno nel
quale si chiede al presidente Martella, all’assessore all’ambiente Simeone
ed alla giunta tutta «di promuovere ogni utile iniziativa atta a scongiurare il
possibile pericolo di inquinamento delle sorgenti e delle falde acquifere della
zona che sono patrimonio irrinunciabile per la nostra provincia, facendo
altresì voti affinché la Regione Lazio in accordo con le Provincie di
Frosinone e di Latina eviti l’incombente pericolo, trovando soluzioni più
idonee in ordine alla localizzazione del sito». L’iniziativa del
rappresentante del CCD trova motivo in tutta una serie di ragioni di ordine
scientifico. Maselli cita infatti una documentazione fornita dagli uffici dell’ATO
4 in cui «si critica la scelta della Provincia di Frosinone giudicata del tutto
contraria alle legittime esigenze delle popolazioni interessate, in quanto nelle
immediate vicinanze del sito della discarica, la Regione Lazio ha già
realizzato un campo pozzi con lo scopo di valutare la qualità e la quantità
della risorsa idrica da utilizzare per una pluralità d’usi, compreso quello
idropotabile». Si evidenzia poi che «il fiume Amaseno, la cui qualità delle
acque può ancora consentire la pratica dell’itticoltura, scorre ad una quota
più bassa del sito ove è stata ubicata la discarica, con conseguente presenza
di un altissimo rischio di inquinamento del corso d’acqua. L’area
individuata, inoltre, interessa la zona di ricarica della sorgente Fiumicello,
risorsa che l’autorità d’ambito del piano delle acque ha dichiarato
"irrinunciabile" in quanto attraverso tale sorgente vengono alimentati
i Comuni di Maenza, Prossedi, Priverno, Roccagorga, Rocasecca dei Volsci,
Terracina e Sonnino, oltre a quello di Giuliano di Roma dove è stata ubicata la
discarica.
C’è poi - continua Maselli - il concreto rischio di disastro ecologico in
quanto il località Colle Fornaro si trova anche la grotta degli Ausi, inserita
nell’elenco dei siti regionali con valore di importanza comunitaria ai fini
dell’inserimento nella rete ecologica europea Natura 2000. Una larga parte di
questa grotta finirà per trovarsi proprio al di sotto dell’area individuata
quale sede della discarica». Insomma la situazione è grave anche perché,
avverte Maselli «un’eventuale impermeabilizzazione del fondo della discarica
non garantirebbe l’integrità delle falde acquifere, nell’ipotesi di
infiltrazioni incontrollate di fluidi contaminanti».
Giovedì 22 Marzo 2001
DA GIULIANO DI ROMA INVITO A REVOCARE LO
STUDIO DEL GEOLOGO GRANIERO
Colfelice riapre i battenti ai rifiuti
Il presidente Cesare Fardelli, intanto, aspetta l’esito del sopralluogo di tecnici a Valcatora
di LUCIANO RENNA
RIATTIVATO l’impianto di Colfelice. La gente del posto non fa salti di gioia.
La decisione si è resa necessaria per come si stanno mettendo le cose in un
settore dove protesta e polemiche con ricorsi al TAR e manifestazioni di piazza
non mancano. Nei prossimi giorni dovrebbe «partire» anche il termocombustore
di San Vittore del Lazio.
Colfelice fu chiuso per mancanza di un sito dove sistemare i sovvalli. Adesso i
rifiuti vanno a Colleferro (200 tonnellate al giorno) e in via Le Lame a
Frosinone per le rimanenti 400 tonnellate. Trincerandosi dietro l’attivazione
del ricorso contro l’Ordinanza di Scalia, il sindaco Marzi ha impedito che del
problema se ne discutesse in Consiglio comunale, come da richiesta della Morgia
(Fi). Il presidente del Consorzio di Colfelice Cesare Fardelli resta in attesa
degli esiti degli accertamenti affidati alla speciale Commissione di cui fa
parte, super partes, Novasco indicato dalla Regione Lazio, per una possibile
discarica (!!) definitiva in agro di Giuliano di Roma e intanto dichiara: « Se
non ci saranno problemi tecnici, il sito di Valcatora verrà attivato subito per
risolvere l’emergenza rifiuti che va avanti da troppo tempo». Da Valcatora e
dai centri toccati dal fiume Amaseno (unico centro a non aprire bocca è
Terracina) invitano a non abbassare la guardia e si augurano che il presidente
Scalia revochi la delibera 62 del 17 luglio ’97 che ha approvato la relazione
e relativa cartografia del geologo Sergio Graniero, riguardante l’individuazione
di aree idonee allo smaltimento dei rifiuti «in quanto non sussistono più i
requisiti di legge per rendere la stessa efficace ed applicabile». Una guerra
sempre aperta.
Mercoledì 21 Marzo 2001
Caparrelli del «Sole che Ride» e una serie di
considerazioni da meditare
Rifiuti, proteste e proposte
Riattivare le discariche dismesse. Ogni Comune tenga i propri
di LUCIANO RENNA
SULLO smaltimento dei Rsu, mentre va avanti il gioco delle parti tra il
presidente della Provincia Scalia, il sindaco Marzi e (si presume) Fardelli con
Simoncelli dall’altra, si sarebbe alla ricerca di lucchetti «spariti» nella
zona di via Le Lame e di chi si sarebbe permesso di entrare, senza
autorizzazione alcuna, nell’area della discarica dismessa. Nel frattempo,
Rocco Renzi presidente del Comitato dei cittadini di San Cataldo da San Giovanni
Incarico, nota che il caso di Giuliano di Roma «è foriero di molte riflessioni
amare». Perché? Per l’ottimismo di Simoncelli. Poi «abbiamo scoperto che ci
sono Verdi, Ambientalisti, partiti politici di ogni colore, Beni culturali».
Fanno bene tutti a difendere il territorio, ma a quale progetto alternativo
hanno pensato? Colfelice? Lo sanno gli amministratori che l’«impatto più
forte ricade sulle contrade S.Cataldo, Starze e Vignarola in agro di S.Giovanni
Incarico? La ricetta: ogni Comune provveda ai propri rifiuti, riattivando le
cento discariche dismesse e, nel frattempo, «mettersi seriamente a programmare
il territorio». Forse una provocazione, forse no, visto che si tratta di siti
tutti ancora da bonificare e non sarà facile se è vero che occorrono molto
più di una trentina d’anni e altrettanti miliardi di lire.
Sul problema, Claudio Caparrelli, consigliere comunale del «Sole che Ride» nel
seminterrato di viale Mazzini, non parla di Tar e ricorsi, ma di raccolta
differenziata-flop, di ridurre i rifiuti; di elettrosmog e corsa ai cellulari;
di mucca pazza e cibi transgenici; delle morti del sabato sera, di Formula Uno e
della necessità di elevare il limite di età per conseguire la patente di
guida. Della necessità di rinunciare all’automobile di cui siamo diventati
schiavi «al punto che anche quando ci si offrono alternative intelligenti e
valide, neppure ce ne accorgiamo. Il Comune, ancora per dieci giorni, mette a
disposizione un contributo di 700mila lire per chi voglia acquistare una
bicicletta elettrica...per non perdere credibilità verso noi stessi e chi ci
sta vicino, perché se non si agisce come si pensa, si finisce per pensare come
si agisce». Proprio così, purtroppo. Caparrelli ha ragione, indubbiamente.
Lunedì 19 Marzo 2001
RIFIUTI A VIA LE LAME
Discarica, polemica destinata a crescere
I tempi sono cambiati, ma ci sembra di ricordare che la discarica di via Le Lame a poca distanza dall’autosole (allora si chiamava così) venne «imputata» come responsabile di un incidente stradale in cui persero la vita otto persone. Per il fumo che, finendo per incombere sull’attuale A/1, faceva scendere a zero la visibilità. Frottole? Basterebbe scorrere le cronache sui giornali di quei terribili giorni di sangue. Oggi a via Le Lame si può tornare a scaricare rifiuti. Non solo quelli di Frosinone, ma nei limiti del consentito per la sua «tenuta», dell’intero territorio provinciale. Esclusi quelli dirottati su Colleferro. Dicono sino ad esaurimento. Esaurimento di chi? Della gente o dei pubblici amministratori? Che una zona per depositare sovvalli destinati a finire in discarica, sia indispensabile non lo nega nessuno. Così come nessuno crediamo sia in grado di negare che per una maggiore funzionalità e ammodernamento tecnologico dell’impianto di Colfelice, sia stato fatto poco o niente. Poco e male si è operato sul piano della raccolta differenziata. Nel capoluogo anni orsono ci ha provato l’attuale presidente del Consiglio comunale che, tra l’altro, assegnò ad ogni casa e ad ogni condominio dei cestini di colore giallo in cui depositare bombolette spray ed altre confezioni del genere. Vengono utilizzati per gettarci volantini che troviamo nella cassetta della posta. Molti altri sono scomparsi. Ci vuole una cultura anche in questo. Non l’abbiamo e chi invita a produrre meno rifiuti, fa...tenerezza.
Domenica 18 Marzo 2001
Soluzione provvisoria in attesa degli accertamenti sull’area di Valcatora
Rifiuti a via Le Lame e Marzi al Tar
L’ordinanza della Provincia è stata emessa nella mattinata di ieri
di LUCIANO RENNA
Sospesa l’Ordinanza per Valcatora in attesa del sopralluogo che sulla zona
dovrà effettuare la speciale Commisione integrata dai tecnici di fiducia dei
Comuni di Giuliano di Roma, Amaseno, Villa Santo Stefano e Prossedi oltre che da
quelli della Navarra SpA-Divisione Ambiente e coordinata da Novasco della
Regione Lazio, ieri mattina il presidente della Provincia Scalia ne ha emessa un’altra:
sovvalli, in via provvisoria e sino ad esaurimento della discarica, in via Le
Lame a Frosinone. Almeno quella parte di essi che non sarà possibile trasferire
a Colleferro. Il disagio si sposta da Valcatora alla periferia di Frosinone, a
ridosso dell’autrostrada e non molto lontana da un centro di grossa
distribuzione frequentato da miglia di cittadini.
Il sindaco Marzi, uomo della sinistra, preannuncia ricorso al Tar. Dovrebbe
essere presentato nei prossimi giorni. Sinistra contro sinistra, insomma, visto
che il presidente Scalia fa parte di una maggioranza speculare a quella che
governa il comune capoluogo. La Provincia non esclude, ovviamente Valcatora
proprio in attesa delle risultanze di un carotaggio sul terreno che, a quanto
sembra, dopo settimane di proteste e picchettaggio, nessuno si è preoccupato di
affidare a tecnici qualificati.
Intanto Mauro Giangrande, Bruno Evangelista, Paolo Giangrande e Livio Valente
del gruppo di opposizione a San Vittore del Lazio si sono rivolti a Provincia,
Consorzio di Colfelice, Procure della Repubblica di Cassino e Frosinone
chiedendo «una puntuale informativa corredata da relazioni
tecnico?amministrative in loro possesso volte a conoscere se l’impianto di
Colfelice è in grado di produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) e se
esso è idoneo ad alimentare il termoinceneritore realizzato in località
Porchio.
Si chiede di conoscere anche se le montagne di sovvalli accatastate nel piazzale
dell’impianto e i rifiuti depositati nella discarica provvisoria di Pignataro
Interamna possono essere inceneriti così come sono stati lavorati fino ad
oggi». Attendono risposta nei termini di legge e attraverso ogni organo di
informazione.
Mercoledì 14 Marzo 2001
Rsu, nuova proroga per Colleferro
Novasco della Regione Lazio dovrà seguire i lavori della Commissione
SEICENTO tonnellate di rifiuti da smaltire ogni giorno. Non si
possono portare a spasso per tutta la provincia. Nella riunione di ieri alla
Regione Lazio dove sono stati il presidente del Consorzio di Colfelice Cesare
Fardelli e l’assessore all’ambiente Antimo Simoncelli (si sono incontrati
con il capo Dipartimento Raniero De Filippis, Novasco e lo staff dell’assessore
Marco Verzaschi) una scappatoia s’é trovata nella proroga per andare a
smaltire a Colleferro. Non più di duecento tonnellate al giorno, però. Anche
lì sono vicini alla saturazione dell’impianto ed allora si sta cercando di
premere ancora su Malagrotta da cui un diniego sarebbe arrivato già nei giorni
passati. Tre settimane per risolvere il problema. Non sono poche se Colleferro
«tiene», dovrebbero essere sufficienti per la Commissione, integrata da
tecnici di fiducia dei Comuni che, sotto la direzione di Novasco, nelle vesti di
uomo super partes, ha il compito di verificare l’idoneità dei siti
individuati dalla Provincia. Quindi, non solo la zona di Valcatora a Giuliano di
Roma che, presumibilmente, sarà la prima ad essere oggeto di carotaggio e
quanto altro. Nella Commissione saranno, come è ovvio che sia, pure tecnici
della Navarra SpA-Divisione Ambiente; soprattutto in base a questa serie di
accertamenti la Provincia potrebbe emettere altra ordinanza.
Quella che appare del tutto singolare è la posizione assunta dal Ministero per
i Beni e le Attività Culturali: sovvalli a Valcatora si, ma che non ci sia
alcun movimento di terra. Bene, ma dove andranno poi questi sovvalli? In una
discarica che non c’é. Per ora, dicono a Giuliano dove, ieri sera, oltre che
a Valcatora si è stati a lungo riuniti in Municipio per ricordare che il
ricorso proposto al Tar verrà esaminato il 5 aprile e per polemizzare a
distanza con la Navarra SpA-Divisione Ambiente, scrivendo che I Comitati
Spontanei non hanno «alcun interesse economico alla realizzazione di un sito di
stoccaggio di sovvalli a Valcatora e tantomeno, contrariamente a quello che lui
afferma, qualcosa da nascondere. Se lei, signor Navarra ha riscontri oggettivi
che provino le sue accuse, li tiri fuori altrimenti tenga per se qualsiasi
esternazione nei confronti di persone che altro non fanno che battersi per la
salute della gente e la salubrità dei luoghi». Non ci sembra il momento adatto
per far polemica
Martedì 13 Marzo 2001
EMERGENZA
RIFIUTI
Simoncelli questa mattina alla Regione Lazio
La «Navarra Spa-Divisione ambiente» respinge le accuse di questi ultimi giorni
CI sarà questa mattina, poco prima di mezzogiorno, un ulteriore confronto presso gli uffici della Regione Lazio tra l’assessore Simoncelli e il settore che alla Pisana si occupa di ambiente. Non è esclusa la presenza di Marco Verzaschi. Intanto, mentre procede il picchettaggio nella zona di Valcatora dove ieri dopo le 21.30 era ancora tra i contestatori il sindaco Antonio Torella, la «Navarra Spa-Divisione Ambiente» sottolinea di aver «acquistato legalmente e legittimamente il terreno per uno stoccaggio provvisorio e che non ne era proprietaria al momento dell’individuazione da parte della commissione provinciale e certamente non ne poteva influenzare le valutazioni. Ricorsi al Tar da parte di altri interessati sono stati rigettati, le procedure finora seguite sono state coerenti e corrette. Tutto si è complicato e ha preso altre strade quando la Navarra Spa ha acquistato il terreno, certo non per farci verde pubblico o un laghetto per la pesca sportiva, ma per destinarlo agli usi per i quali era stato individuato. E allora le domande che chiunque dovrebbe porsi sono: è un caso che solo dopo il cambio di proprietario sono iniziati i problemi? A chi fa comodo gettare nel caos dei rifiuti l’intera provincia? Chi è dietro i "comitati spontanei"? Perché pur offrendo tutte le garanzie e addirittura la "vigilanza multipartecipata" si fa finta di nulla? Perché le istituzioni sembrano confuse e latitanti? Sappiamo bene quali e quanti interessi in tutto il mondo si agitano dietro ai rifiuti. La provincia di Frosinone aveva un’opportunità: quella di definire procedure alla luce del sole. Ora sembra che l’unico interesse sia quello di aspettare qualcuno da fuori che arrivi e risolva i problemi. La Ciociaria è sempre stata terra di saccheggio e spesso ha pensato che quello che veniva da fuori era meglio di quello che aveva in casa. Stiamo smettendo di credere alla buona fede ma sapremo far valere le nostre ragioni nelle sedi competenti».
Sabato 10 Marzo 2001
EMERGENZA RIFIUTI
Commissione Ambiente, solo ora va in trasferta a Valcatora
di LUCIANO RENNA
COMMISSIONE Ambiente (ma non solo) in visita ieri a Valcatora
dove chi presidia la zona ha accolto tutti con la massima civiltà. Iannoni,
Casalese, Raffa, Bracaglia, Spinelli, Coladarce, Giorgi, Urbano, il presidente
del Consorzio di Colfelice hanno visto, discusso ed ascoltato. In linea di
massima, lo stoccaggio di sovvalli non lo vuole vuole proprio nessuno.
Ma l’invito di Cesare Fardelli a togliere il presidio nella zona Valcatora e a
tornarsene a casa per dormire tranquilli tanto nulla verrà toccato sino al
momento in cui si avranno tutte le autorizzazioni necessarie e non sarà
effettuato un attento carotaggio del terreno, non ha sortito effetto. La gente
è sempre lì. Una cinquantina di persone appena la Commissione è giunta sul
posto, quasi il doppio quando intorno alle 20 ha preso la strada del ritorno.
Sopralluogo in due tempi, interrotto da un rovescio di pioggia con gli
«ospiti» a ripararsi in un casolare. Ovviamente presenti i sindaci Torella e
Solli, Colafranceschi della Legambiente, Antonetti per Villa Santo Stefano. Sta
prevalendo, sembra, la tesi di rivisitare tutti i siti resisi disponibili, di
chiederne altri, se ci sono, mentre resta ferma la promessa che in nessuna parte
si faranno stoccaggio di sovvalli o discariche, sino a quando non si avrà una
pronuncia precisa degli esperti.
Da parte sua Simoncelli insiste nel dire che una discarica va, comunque,
individuata sul territorio. Non bastano le petizioni a Ciampi o a livello
europeo a risolvere il problema. Poi si lascia scappare (stando a note di
agenzia) un’affermazione che lasciamo giudicare al lettore: «La difesa
ambientale va bene fino ad un certo punto, perché noi dobbiamo risolvere l’emergenza
rifiuti che va avanti da anni». Sulla stessa lunghezza d’onda Fardelli. A
Giuliano e nella intera Valle dell’Amaseno seguitano a ripetere che la pelle
della gente e lo sviluppo della zootecnia non sono in vendita e tantomeno si
possono distruggere.
Venerdì 9 Marzo 2001
Verzaschi ieri ha ricevuto
Fardelli e Simoncelli.
Nel presidio celebrata la Festa della donna
Valcatora, il Tar rinvia ad aprile
su richiesta del legale della Provincia, dopo il deposito di altri documenti
di LUCIANO RENNA
SULLA base di ulteriore relazione e foto
presenate dal Comune di Prossedi, il Tar, nella mattinata di ieri e su richiesta
dell’avv. della provincia Felice Maria Spirito ha deciso di rinviare al
prossimo 5 aprile l’esame del ricorso presentato dal Comune di Giuliano di
Roma per l’attivazione di una discarica di sovvalli provenienti da Colfelice
in località Valcatora.
Nella stessa giornata di ieri quasi due ore di colloquio tra l’assessore
regionale Verzaschi, Simoncelli per la provincia e Fardelli come presidente del
consorzio di Colfelice. Si è deciso di risentirsi lunedì prossimo per
esaminare la possibilità di individuare residui di discarica da utilizzare,
cercare più zone di stoccaggio mentre Verzaschi ha preso impegno di verificare
l’ipotesi di una ulteriore proroga per scaricare fuori provincia (a
Colleferro) in attesa che la situazione si normalizzi. C’é la volontà di
collaborare per non creare ulteriori problemi all’intera valle dell’Amaseno.
Ieri sera in quella zona, a modo loro, hanno celebrato la festa della donna con
gli uomini a servire la cena nell’accampamento ormai stabilizzatosi nel pieno
rispetto dell’ordine pubblico e sempre con manifestazioni nei limiti della
buona creanza. Intanto si apprende da Cesidio Casinelli che per la bonifica
delle centotto discariche dismesse in provincia il Ministero dell’Ambiente ha
adottato il decreto di ripartizione dei fondi che per la Ciociaria prevede uno
stanziamento di 7miliardi e ottocento milioni. Il decreto è all’esame della
conferenza Stato?Regioni e delle commissioni ambiente di Camera e Senato. Per la
Ciociaria il costo complessivo per l’intervento di bonifica si aggira sui
35miliardi . Particolare attenzione è rivolta alla discarica di Selvelle nel
comune di Arpino per la sospetta presenza di fusti con inquinanti chimici. Lo
stanziamento è diviso in tre annualità cioè sino al 2003 e dopo il parere
delle commissioni parlamentari, nell’arco di sessanta giorni, i fondi saranno
trasferiti alle regioni e quindi alle province.
C’è da ricordare che la possibilità di portare i rifiuti fuori provincia in
assenza di una proroga scade lunedì.
Giovedì 8 Marzo 2001
Simoncelli replica a Turchetta. Petizione popolare alla Wallastrom
Oggi al Tar il ricorso di Giuliano
Carotaggio, Fardelli vuole un esperto che coordini il lavoro degli studiosi
CESARE Fardelli va avanti. Per lo stoccaggio provvisorio a Valcatora, ha scritto a Regione, Provincia, prefetto, questore, sindaci di Giuliano, Villa Santo Stefano, Amaseno e Prossedi: «al fine di determinare le modalità operative per effettuare indagini preliminari geologiche, si prega di designare un proprio tecnico che possa coordinare l’equipe congiunta di esperti segnalati dai sindaci e dalla incaricanda società per realizzare il sito in questione, onde effettuare le indagini preliminari necessarie a garanzia delle leggi vigenti in materia». Con altra nota assicura che, sino a quel momento, non sarà dato corso, d’intesa con Scalia, all’incarico conferitogli con ordinanza del 14 febbraio scorso. Intanto oggi si esamina, dinanzi al Tar il ricorso proposto dal Comune di Giuliano di Roma. Ieri i tecnici Aprea e Pietrantoni hanno effettuato un nuovo sopralluogo a Valcatora e visionato il progetto Navarra. Giuliano Antonetti e Vincenzo Bonomo hanno inviato una petizione popolare al Direttore Servizio Conservazione Natura, tramite il Commissario Europeo per l’Ambiente Margot Wallastrom, mentre l’assessore Simoncelli ribatte alla richiesta di dimissioni sollecitate da Turchetta con una serie di considerazioni di carattere politico che poco o nulla hanno a che vedere con la soluzione del problema
Mercoledì 7 Marzo 2001
Preannunciata denuncia alla
Procura. Venerdì capigruppo a Valcatora?
Marrocco (Fi) si dimette
La Commissione Ambiente non svolge più il proprio ruolo
di LUCIANO RENNA
ENNIO Marroco, consigliere provinciale di Forza Italia, si è
dimesso da membro della Commissione Ambiente, quella presieduta da Alessandro
Iannoni del «Sole che ride» (come Francesco Raffa) i quali alla conferenza
stampa dell’altra mattina in Provincia non si sono visti per impegni
istituzionali propri della Commissione dove ieri si è verificato un piccolo
terremoto. Perché Marrocco ha lasciato l’incarico? «Sono venuti meno - dice
in una nota - tutti i presupposti politici ed amministrativ per assolvere in
modo completo al mio impegno in difesa della salute dei cittadini e della
salubrità del territorio». Accusa gravissima. Marrocco non si ferma qui.
Aggiunge che si è trattato di una decisione sofferta, inevitabile «causata dal
sistemastico ostruzionismo degli organi istituzionali, dal disinteresse di molti
componenti della Commissione e dalla mancanza di una seria volontà politica per
affrontare le problematiche relative allo smaltimento dei Rsu». Sottolinea che
tutto ciò lo ha convinto che far parte di quella Commissione è inutile, se non
dannoso in quanto essa stessa ricopre un ruolo di mera facciata e nota: «Prendo
atto che la problematica relativa al termocombustore di San Vittore del Lazio
non vuole essere affrontata e risolta, poiché l’argomento è poco
"gradito" a chi gestisce il potere». Ricorda interrogazioni rimaste
inevase, richieste di accesso ad atti amministrativi ritardate o addirittura
negate «con motivazioni puerili e al limite dell’inverosimile» per cui - qui
l’affondo - si è visto costretto a ricorrere alla Procura della Repubblica,
perché siano accertate eventuali responsabilità di natura penale. Conclude: «
Confortato dalla convinzione di aver lavorato con serietà ed impegno costante e
sicuro della solidarietàdi tutti i cittadini onesti e perbene, continuerò il
mio lavoro a difesa del territorio fuori da quella commissione, insieme alla
gente e senza il bavaglio di un organo ormai inefficiente ed irrilevante».
Per venerdì sembra che i capigruppo provinciali abbiano intenzione di fare un
sopralluogo a Valcatora dove anche ieri sera c’erano centinaia di persone
«accampate» a presidio della zona. Tutto tranquillo. Stufette improvvisate, un
gruppo elettrogeno, tanta solidarietà ed un invito al sindaco di Terracina:
«Dovrebbe darsi una mossa perché il fiume Amaseno arriva sin da quelle parti
e, se attivano la discarica, saranno guai per quella popolazione e per il
turismo», dicevano ieri sera a Valcatora. Intanto Virginio Panici (Fi),
ricordati gli appelli di Salvati, Ruggieri, Savo, Turchetta, Bracaglia, Iannoni,
Casalese, Spinelli, Raffa, Cerroni, Comunità montana, Coldiretti e Legambiente,
adombra il pericolo di un possibile transito di rifiuti speciali a Valcatora.
Sarebbe davvero il massimo.
Martedì 6 Marzo 2001
Rifiuti, ancora proteste a
Valcatora
Il prefetto invita i manifestanti a stare tranquilli
di LUCIANO RENNA
CALDA, ma ferma raccomandazione del
Prefetto Marino e del questore Lo Monaco che ieri pomeriggio hanno ricevuto i
sindaci di Giuliano di Roma, Amaseno e Prossedi oltre ad una rappresentanza del
Comitato spontaneo antidiscarica. Un’ora di colloquio nel corso del quale il
rappresentante del Governo ha ripetuto più volte che sia rispettato, sempre e
comunque, l’ordine pubblico. Cosa che, d’altro canto, chi sta presidiando la
zona Valcatora non ha mai pensato di turbare perché tutte le manifestazioni
svoltesi sinora hanno rispettato i limiti della buona educazione e di un
presidio civile. Molto si è detto al Prefetto di quanto e di come il problema
è esploso. Nei minimi particolari ha voluto essere meso a conoscenza di ogni
cosa.
Inutile aggiungere che, nel frattempo, a Valcatora si erano dati appuntamento
circa duecento cittadini che hanno atteso il ritorno della della delegazione
ricevuta dal Prefetto per sapere come erano andate le cose per essere messi al
corrente di eventuali sviluppi della situazione.
Praticamente di novità non ce ne sono molte tranne l’intervento di un
sottocomitato dei giovani che chiede al sindaco di adottare un’ordinanza
antidiscarica aggiungendo: « A ben riflettere la cosa sembrerebbe possibile.
Infatti è sufficiente adottare un provvediemnto con cui si affida il controllo
dell’area interesata ai vigili urbani inoltrando allo stesso tempo la nota all’autorità
giudiziaria per i riscontri di competenza. Tutto ciò in quanto il presidente
della Provincia nell’individuare il sito non ha tenuto conto nè dei vincoli
che gravano sull’area e tantomeno di imprescindibili esigenze di tutela della
incolumità pubblica».
Tale situazione sarebbe stata evidenziata anche in una lettera - denuncia che
dieci sindaci ciociari e della provincia di Latina hanno inviato anche al capo
dello Stato e al premier. Si ricordano anche la servitù di metanodotto in
favore della Snam e l’aumento del rischio connesso al traffico sulla
pericolosissima Monti Lepini.
Lunedì 5 Marzo 2001
Intanto il dossier sul caso
Valcatora finisce sui tavoli di Ciampi ed Amato
Rifiuti, tutti contro tutti
Lo «scaricabarile» della Provincia non convince nessuno
di LUCIANO RENNA
TUTTI contro tutti, per lo smaltimento dei
Rsu. Non è la strada migliore per risolvere il problema, passando per Valcatora
o altrove. Intanto parte un’iniziativa politica (meglio dire si rafforza) con
una lettera che i sindaci di dieci Comuni appartenenti alle province di
Frosinone e Latina (Giuliano di Roma, Villa Santo Stefano, Amaseno, Torrice,
Maeanza, Roccagorga, Priverno, Prossedi, Norma e Ceccano) più i presidenti
della XIII Comunità Montana e del WWF hanno inviato al Capo dello Stato, al
Ministero dell’Ambiente, a quello delle Politiche Agricole e Forestali, ai
Beni ed Attività Culturali, al Premier, al Prefetto, ai Consigli regionale e
provinciale, oltre che a Diana, Schietroma, Asl e Protezione Civile in cui viene
sollecitato un «intervento finalizzato ad evitare gli ingenti danni alla
salute, alle risorse naturali e al patrimonio idrico, paesaggistico e culturale
che deriverebbero dalla realizzazione della discarica nel sito prescelto dalla
Provincia, peraltro con procedure di dubbia legittimità».
Nella nota viene segnalato che la sola eventualità di una deturpazione dell’area
naturale Valcatora ha indotto centinaia di cittadini di Giuliano di Roma e di
altri Comuni delle province di Frosinone e Latina, ad organizzare un
picchettaggio-presidio permanente che dura da una ventina di giorni ormai, a
difesa dell’integrità dell’area interessata al cosidetto stoccaggio
provvisorio di sovvalli provenienti dall’impianto di Colfelice.
Affermano e sottolineano i dieci sindaci e i due presidenti che, si presume
sappiano quanto dicono, «il sito è gravato da diversi vincoli e cioé
"diritti del concedente" a favore del Comune di Giuliano;
"servitù di metanodotto" in favore della Snam; distanza di rispetto
dal fosso demaniale e presenza di un fabbricato di civile abitazione.
Vincoli che, se rispettati, ridurrebbero l’estensione del terreno prescelto
ben al di sotto del limite minimo richiesto. Non basta: vincolo archeologico;
presenza di abitazioni nelle immediate vicinanze e a Prossedi».
Accesso solo pedonale (non più largo di due metri) su area, peraltro, distante
sia da Colfelice che dal termocumbustore di San Vittore del Lazio. Scelta,
quindi, antieconomica, oltretutto. Nemmeno si può pensare di attivare una
discarica proprio sul posto se è vero che la dott.ssa Gatti, da Roma, ha fatto
sapere che lo stoccaggio dei sovvalli è possibile, vietando, allo stesso tempo,
qualsiasi movimento di terra fino a quando il carotaggio del terreno non sarà
effettuato. E in queste condizioni, pensare ad una discarica è impossibile. Chi
paga? Il cittadino, ovviamente
Domenica 4 Marzo 2001
Giuliano, Amaseno,
Prossedi e Villa S.Stefano rifiutano la scelta del sito per la discarica
Rifiuti, i Comuni in rivolta
di LUCIANO RENNA
FROSINONE - Smaltimento rifiuti solidi urbani. Provincia contro
Regione; sindaci del comprensorio Giuliano di Roma, Amaseno, Villa Santo Stefano
e Prossedi, con ambientalisti durissimi con la Provincia. Una conferenza stampa
durata circa tre ore, presenti sindaci e rappresentanti del Comitato
Antidiscarica di Valcatora ai quali, inutilmente, il presidente Scalia ha
cercato di tenere la bocca chiusa. Più volte l’hanno spalancata per dire
quello che pensano sulle procedure seguite per la scelta del sito, sulla
Commissione che ha esaminato le offerte pervenute all’Ente di piazza Gramsci,
stilando una graduatoria «senza aver visionato i luoghi». Dodici in tutto, con
tre esclusioni perentorie ed altri tre dichiarati non idonei. In base a cosa?
Non è stato detto. Così come non ci si è preoccupati di far sapere ai molti
presenti, perché Giuliano di Roma si trova in cima alla lista. Nemmeno sono
stati in grado di riferire (Scalia e Simoncelli, visto che il presidente del
Consorzio di Colfelice Fardelli non ha detto una parola) che fine dovrebbero
fare i sovvalli eventualmente «stoccati» a Valcatora. Finiranno in una
discarica che non c’é o riprenderanno la via del Basso Lazio per essere
smaltiti nell’impianto di San Vittore, ancora fermo? Tutti d’accordo sulla
necessità di aggiornare la tecnica di selezione a Colfelice che risale ad una
ventina d’anni fa; e tutti d’accordo sulla raccolta differenziata
praticamente inesistente in provincia, non accettabile il riferimento di Salvati
al pericolo di infiltrazioni malavitose visto e considerato che più di cento
discariche abusive sono state eliminate negli ultimi anni in altrettanti Comuni
del territorio e la disciplina del settore si sta inseguendo attraverso un
riequilibrio delle località dove risolvere l’emergenza rifiuti. Scopriremo
quanto prima un «turismo di rsu» se è vero - come ha detto Scalia - che dopo
aver portato a spasso i sovvalli da Colfelice a Giuliano di Roma li porteremo
indietro per essere trattati dal termocumbustore di San Vittore del Lazio.
Rifiuti a...spasso? Nemmeno su questo sono venute risposte certe.
Una cosa chiara Scalia l’ha detta e cioè che non si arresta la ricerca di
altro sito, perché se dovessero emergere impedimenti ambientali ed
archeologici, sarà il primo ad annullare l’ordinanza per Valcatora. Da più
parti è stata sollecitata l’opportunità di affidare ad altra Commissione
integrata da tecnici dei Comuni interessati la individuazione dei siti. Scalia e
Simoncelli non hanno dato risposta; così come è sembrata strana l’assenza di
Raffa, Spinelli, Iannoni, Casalese, dello stesso sindaco di Ceccano Cerroni.
Già nel ’92 da Giuliano di Roma il sindaco Cesare Colafranceschi comunicò
alla Provincia che, su quel territorio «non esistono siti idonei da adibire a
discarica». L’attuale sindaco Torella ha respinto l’insinuazione di Scalia
di aver dato l’ok allo stoccaggio dei sovvalli. Intanto, per domani alle 17,30
i quattro sindaci e una rappresentanza del Comitato Antidiscarica sono stati
convocati dal Prefetto Francesco Marino.
Venerdì 2 Marzo 2001
Lo stoccaggio a Valcatora non procura inquinamento
PER LA GATTI
LO STOCCAGGIO dei sovvalli a Valcatora si può fare a patto che
non ci sia movimento di terra. Sarà provvisorio ( durata sei mesi) e ha fatto
sapere la dottoressa Gatti della Sovrintendenza ai Beni Archeolgici e Culturali
che qualora il programma dell’amministrazione provinciale dovesse prevedere in
quella zona una discarica di rifiuti sarà prima necessario effettuare sondaggi
e ricerche più approfondite per evitare che reperti archeologici se esistenti,
vengano danneggiait o distrutti.
La notizia è giunta ieri al comune di Giuliano di Roma ed è inutile dire che
ha suscitato molto malumore. Il picchettaggio della zona continua e il sindaco
Antonio Torella non sembra troppo convinto del fatto che la presenza di sovvalli
provenienti dall’impianto di Colfelice possano non interferire nello
stravolgimento del territorio che, dice, resta uno dei più incontaminati della
intera provincia.
Fino a ieri sera tardi era in riunione con altri amministratori per decidere le
azioni di lotta da portare ancora avanti, ma dopo la nota della dottoressa Gatti
non è che restino scappatoie di sorta.
Intanto per domani alle ore 11 presso l’amministrazione provinciale è in
programma una conferenza stampa durante la quale verrà trattato il problema dei
rifiuti.
I sovvalli sono secchi, è vero, dicono a Giuliano di Roma, ma quando piove
vengono per così dire «lavati» e il liquido scivola a valle sino a raggiunere
il fiume Amaseno con danno incalcolabile per tutti i comuni della zona.