Gli eremiti

Non tutti i componenti la categoria ecclesiastica erano economicamente benestanti; c'erano anche gli eremiti, con una vocazione religiosa che risaliva ai primordi della cristianità. Il loro numero crebbe quando numerosi monaci greci sfuggiti alle persecuzioni iconoclastiche di Leone Isaurico vennero in Italia insediandosi sopra poggi ed in luoghi fuorimano dove si costruirono piccoli santuari, o cone, nella solitudine delle quali compivano le loro devozioni.

Questi monaci nel vero senso della parola rimanevano un po alla periferia dell'organizzazione ecclesiastica, e per tenerli agganciati ad essa la Chiesa si adoperò per aggregarli in ordini religiosi eremitani, quali furono quelli di S. Paolo, S. Girolamo ed altri; nel 1585, uno dell'ordine di S. Paolo abitava « in una camera sordida ed indecente » vicino alla chiesa di S. Giovanni. Nell'età di mezzo la vocazione all'eremo era molto forte, alcuni chiamati dal movente penitenziale, ed altri ricercandola come modo di sopravvivere al di fuori di una civiltà caotica e turbolenta. Secondo la tradizione orale, nel territorio esistettero nel passato molte fratarie;

ma più che conventi veri e propri, queste erano romitori dove morto un titolare, vi arrivava un altro.

Perciò, i cosiddetti conventi che si dicono essere esistiti annessi alla chiesa di S. Salvatore al Porcini, di S. Silvestro in fondo alle Sparelle, di S. Giovanni ed altre non erano altro che umili abitazioni di eremiti ed i sepolcri spesso trovati dai contadini che lavoravano i terreni nelle prossimità di queste chiese non erano che le tombe di questi umili servitori della divinità che, con il decorrere dei secoli, vennero scavate una vicino all'altra talmente da far pensare ad una vera necropoli monastica.

Questi eremiti, con l'elemosina popolare ed i pochi redditi messi a loro disposizione dalla carità e decime ecclesiastiche, pensavano alla manutenzione delle chiese e delle cone alle quali si erano addetti; vi fu romitorio anche nella chiesa di S. Sebastiano, nello spazio dietro l'altare, poi adibito a sagrestia. I resti umani trovati durante i lavori per ricavare la canonica nella parte absidale della chiesa appartenevano a questi eremiti.

 

Arturo Jorio

www.villasantostefano.com

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