Di Franca Colonia, coniugata Petrilli
CASE VIGNA IN SOLUZIONE
Il 28.8.2002, questo sito accolse il mio appello (nel forum), con il quale mi rivolgevo agli Amministratori del comune di Villa, affinché decidessero di trovare una soluzione dopo 70 anni, sulla assegnazione delle case popolari della Vigna. Dopo due anni posso dirvi che siamo ad una grande svolta. E’ doveroso però, riportare alcuni passi della lettera di cui sopra.
"LE CASE POPOLARI - QUALE DESTINO?" 28.8.2002 – FRANCA COLONIA ED ALTRI 31-
…Nel comune di Villa S. Stefano, paese di cui sono originaria e dove ho ancora, a testimonianza di quanto sto per raccontare un nonno di 95 anni, a seguito della nota frana avvenuta nel 1932, ben 32 famiglie persero le loro modeste abitazioni. Le famiglie in questione furono ospitate presso familiari o privati ed i fitti furono pagati interamente dallo Stato. La legge n. 580/1932, stanziò i fondi necessari alla ricostruzione degli alloggi , "nel numero strettamente necessario per i poveri rimasti senza tetto". La stessa legge prevedeva ricostruzioni di centri abitati anche in altre zone del paese colpite da altrettante calamità naturali, come il comune di Uta (Ca) e Canosa di Puglia. Dopo l’ultimazione di n.6 palazzine, contenenti 32 appartamenti con annessi altrettanti scantinati, si provvide alla loro assegnazione provvisoria, ma non in ragione di un alloggio a famiglia, come previsto la legge 580, bensì, in applicazione del principio del risarcimento del danno, venne consegnato dal Podestà del tempo un intero edificio ad un medico benestante (certo Pompeo Leo) che aveva perso, nella frana diversi vani. Questa ingiusta assegnazione, più volte ricordata nella corrispondenza agli atti, fece sì che si dovesse provvedere al frazionamento delle unità immobiliari restanti, tanto che nel 2002, ci si trova davanti forse all’unico caso di "proprietà comunista" presente in Italia che vede convivere in un’unica proprietà immobiliare 2 o 3 famiglie!!!
A seguito degli eventi bellici, le palazzine furono fatte sgomberare per essere occupate dal comando tedesco. Alla fine della guerra, le famiglie rientrarono nelle loro abitazioni, ma la palazzina assegnata alla famiglia Leo di cui sopra fu occupata, per stato di necessità da altre famiglie rimaste senza casa ed agli originari assegnatari fu lasciato in uso un solo alloggio. Aggiungo altresì che il Comune, a conoscenza dei fatti, non intervenne per far sgomberare gli occupanti, anzi in qualche modo, proprio non intervenendo nei modi e nei tempi consentiti dalla legge, ritenne che dette ulteriori occupazioni, forse meglio rispecchiavano lo spirito di quella legge a suo tempo non applicata con giustizia ed intese, nel silenzio, approvarle………"
Orbene, da allora sono passati quasi altri due anni ed io non mi sono arresa, ho continuato a lavorare con l’aiuto anche di altri paesani come Franca Malizia, Agostino De Giuli e Laura Olivieri attraverso assemblee dei cittadini, riunioni con gli amministratori, fornendo strumenti giuridico-legali ed infine facendo intervenire come supporto il Prefetto di Frosinone, affinché questi cittadini potessero ottenere la definizione della situazione di incertezza, in cui si trovano ed ottenere il riconoscimento di una situazione giuridica piena ed assoluta come il diritto di proprietà, evitando così l’instaurarsi di un contenzioso giuridico lungo e lacerante avanti il Tribunale di Frosinone. Nel dicembre 2003, il consiglio comunale ha approvato con il voto favorevole di tutti i consiglieri di maggioranza, il regolamento con il quale il comune intende vendere ai possessori gli immobili, ad un prezzo equo e purtroppo necessario, proprio per la mancanza assoluta di legislazione al riguardo. Inspiegabilmente solo i consiglieri di minoranza hanno voluto autoescludersi da un voto di portata storica che rappresenta un atto dovuto nei confronti di questa parte della popolazione gravemente colpita dalla frana. Un particolare ringraziamento viene rivolto al sindaco Maurizio Iorio, al vice sindaco Giovanni Iorio ed al Cavalier Luzi Giuseppe, gli unici che credendo nel progetto, hanno lavorato per vincere le resistenze degli altri consiglieri .
QUESTO DIMOSTRA CHE LADDOVE VINCONO: IL BUON SENSO, L’ENTUSIASMO E LA VOLONTA’, ANCHE IN UNA PICCOLA REALTA’ LOCALE COME LA NOSTRA, E’ STATO POSSIBILE RIEMPIRE UN VUOTO LEGISLATIVO LASCIATO DALLO STATO, CON IL FINE PRIMARIO DEL PERSEGUIMENTO DI UN PUBBLICO INTERESSE.
19 gennaio 2004 (rev. 28 genn. 2004)