Esistono certamente realtà imprenditoriali provenienti da piccoli paesi, ma spesso ci risultano sconosciute. Talvolta succede però che si scoprono, quasi inavvertitamente, talenti imprenditoriali le cui origini sono da ricercarsi nelle tante minuscole località sparse in tutto il territorio della nostra bell’Italia. Una premessa che riteniamo d’obbligo fare per tutti coloro che hanno avuto il coraggio di affrontare, solo con il lavoro e con una preparazione adeguata, difficoltà spesso insormontabili, superate esclusivamente da una innata quanto grande forza di volontà. Così, per caso, abbiamo avuto il piacere di incontrare un personaggio con spiccata intraprendenza imprenditoriale, molto conosciuto nella Capitale per la sua attività di ristoratore, proprietario di ben tre strutture di elevato livello e ormai note a tantissimi romani, spesso mèta di personaggi famosi. Non è un caso infatti incontrare nei suoi locali calciatori della Roma e della Lazio, tanto per citarne alcuni. Parliamo di Sandro Bonomo, nato a Roma nel 1964 ma dalle origini santostefanesi che ricorda e sottolinea anche con un pizzico di orgoglio.
Da ragazzo, ospite dei nonni, durante l’estate amava trascorrere un piacevole periodo, seppur breve, con gli amici d’infanzia ed anche oggi, nonostante gli impegni di lavoro non gli consentano una frequenza molto assidua, si permette tuttavia qualche breve soggiorno dimostrando, con ciò, che non ha dimenticato la sua terra d’origine. Figlio di Alfredo (Alfredo d’ Chiara, per intenderci) e Stefania Lucidi, Sandro ha scoperto fin da ragazzo di possedere il senso dell’impresa, di lavorare per un obiettivo ben preciso e mettere così a punto, negli anni, le sue capacità di vero manager nel campo commerciale. Diplomatosi in informatica a 19 anni, pur lavorando saltuariamente in un’azienda romana insieme al padre, ha partecipato a concorsi pubblici vincendone addirittura due: alle Poste Italiane dell’epoca ed alla IBM. Sandro ha "provato" a fare l’impiegato (erano tempi in cui costituiva l’obiettivo primario dei giovani diplomati) ma ha scoperto subito che il suo talento era un altro ponendosi peraltro in disputa con i genitori per una scelta diversa da quella che si auspicava. Ben presto, nonostante la giovane età, ha voluto seguire il suo istinto e da circa 20 anni conduce a Roma le sue "creature"di rilievo, situate in quartieri molto conosciuti nella Capitale. Così ha dato inizio alla sua attività di Ristoratore con "Vinarium", un ristorante – enoteca nel cuore del quartiere S. Lorenzo. Le continue trasformazioni subite dallo storico quartiere negli anni, conseguenti all’evolversi di una società che avanza continuamente, lo hanno portato a studiare situazioni logistiche diverse ed oggi non è infatti difficile imbattersi nei Ristoranti – Pizzerie "Pinsa e Buoi dei…" in Viale dello Scalo di S. Lorenzo,15/17, nei pressi di Porta Maggiore ed in Viale Carlo Felice, 51/53 a due passi dalla Basilica di S. Giovanni in Laterano e di Santa Croce in Gerusalemme. Non è da meno il Bar – Tavola Calda "Sa Vì" - Caffè di Via Flavia 66, nel cuore della Roma antica, rione Sallustiano, poco distante da Via Veneto.
Nel nostro incontro, abbiamo scoperto che Sandro non può identificarsi come un normale operatore commerciale poiché, nonostante il particolare periodo di crisi che il paese attraversa ed a tutti ben noto, è contento di proseguire ugualmente la sua attività, convinto che, in fondo, proseguendo con la serietà nel lavoro e qualche ulteriore progetto in cantiere, non trascurando ovviamente le esigenze della clientela nonché l’evolversi di una nuova società, si riuscirà certamente a raggiungere obiettivi se non altro più dignitosi.
Non possiamo quindi esimerci dal rivolgere un plauso a Sandro per il coraggio dimostrato nella sua ventennale attività che, in futuro, proseguirà certamente con i figli (il maschio, ventenne, diplomatosi presso un Istituto Alberghiero di Roma è già inserito nell’azienda di famiglia), magari con lo stesso entusiasmo e capacità imprenditoriali. Il buon maestro non manca e pertanto anche noi siamo fiduciosi e ci auguriamo che la cosiddetta "razza santostefanese" riesca ad emergere anche in altri settori della vita civile. 24 dicembre 2011 - Orazio Falconi
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