16/9/2012 INIZIO STAGIONE VENATORIA 2012-2013 |
di Maurizio Iorio
Oggi domenica 16 settembre, è iniziata la nuova
stagione venatoria. E’ l’alba: "Il momento tanto atteso".
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E' l'alba. Si
odono i primi colpi della stagione venatoria. |
Rex. |
Sono posizionato nel mio sito abituale all’interno di
un impervio canalone circondato da piante di leccino e ulivi abbandonati.
Intorno a me avverto un’atmosfera suggestiva che sa di magico. Ormai è
giorno. Il silenzio assoluto è interrotto da qualche sparo che echeggia da
molto lontano. Il fedele Rex è allertato dal chioccolio di un merlo che va
man mano scemando. Poi, nulla più. Non importa. Depongo il mio automatico
e metto mano alla mia inseparabile videocamera. Eseguo alcuni scatti ed
altrettanti videoclip. Zaino in spalla e fucile al braccio, pian piano mi
avvio per il sentiero del ritorno. Sono contento, soddisfatto. Osservando
gli atteggiamenti del mio epagneul breton mi convinco che anche lui è
soddisfatto come me.
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Maurizio Iorio, il
cacciatore - letterato, in un momento di relax con la sua
inseparabile Savinelli |
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LUNEDI’ 17 SETTEMBRE 2012 |
GIORNO POST APERTURA GENERALE DELLA STAGIONE
VENATORIA |
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Rex intercetta l'usta di un
selvatico (fagiano) |
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Rex,
seguendo l'usta del fagiano, entra all'interno di un medicaio |
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Rex è in ferma sul fagiano,
che poi risulterà essere una vecchia femmina. |
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Dopo aver consumato una ricca colazione e disbrigato le
faccende di casa, decido di andare a cacciare nei granturcheti e medicai,
siti lungo il fiume Amaseno. Mentre sono in prossimità del luogo di caccia
(sono circa le 8:30) scorgo un gruppetto di cacciatori, per l’esattezza
cinque, "impegnati" in un’abbondante colazione. Uno si alza e mi viene
incontro offrendomi un panino e della birra. Cortesemente rifiuto
l’offerta puntualizzando che sto seguendo una dieta particolare e quindi
il mio rifiuto non deve essere male interpretato. Ne approfitto per
rivolgergli qualche domanda. La risposta è la seguente: "Caro amico, siamo
in cinque con ben otto cani e dalle 6:15 di questa mattina, abbiamo
battuto per dritto e per largo tutta la zona fino a cinque minuti fa e non
abbiamo visto volare una penna! Quindi, se vuoi un consiglio, cambia posto
perché qui, secondo me, è tempo sprecato!" Poiché sono un tipo che per
natura non si fa assolutamente condizionare, lo ringrazio della cortesia
dicendogli che ormai è un po’ tardi per cambiare luogo e che voglio fare
un giro giusto per far sgranchire il mio cane (Rex scalpita e uggiola già
da dieci minuti). Inizio con il perlustrare una piantagione di
barbabietole da zucchero (preciso che queste zone le conosco come le mie
tasche). Rex batte a destra e a manca tutta la piantagione esplorando
minuziosamente ogni angolo. Dopo una decina di minuti ne esce e,
avvicinatosi ad una grossa siepe di rovi, ha un sussulto! Si avvicina ad
un medicaio, entra e, dopo pochi metri, ha un secondo sussulto: annusa e
velocemente riparte. Percorsi una decina di metri, si blocca in una ferma
a dir poco "statuaria!" E’ come pietrificato! E’ lì! Sono sicurissimo!
Conosco bene il mio cane: al 100% trattasi di un selvatico con la "S"
maiuscola! Prendo la videocamera, eseguo uno scatto (che stupenda foto!),
imbraccio il fucile e incito il cane dicendogli: "Rex, prendi!" Il cane
esegue il mio ordine. Ecco frullare una superba fagiana. Un colpo e giù!
"Mentre Rex è intento al recupero" mi accingo a filmare la scena.
Orgogliosamente me la depone tra le mani e, come sempre, attende il
biscotto premio. Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto dal mio
breton. Ho pensato tra me: "O è troppo bravo Rex, o sono troppo scarsi i
cani dei colleghi!" Ma, diamine! Sono otto, mica uno! Dopo aver
ispezionato qualche altro luogo, salgo sul fuoristrada per far ritorno a
casa. Quando arrivo dove stavano bivaccando i colleghi, ecco che mi viene
incontro il cacciatore che mi aveva offerto il panino. Questa volta però è
in compagnia di tutti gli amici che mi chiedono a che cosa avessi sparato
ed io, per tutta risposta, gli mostro la preda indicandogli il punto
esatto dell’abbattimento. Il più anziano, e penso il più esperto, guarda
in faccia gli amici e in dialetto ciociaro dice: "Quand riam’ agl’paes,
s’cani portatie a pascia le pecore!" Per sdrammatizzare dico che, secondo
il mio modesto parere, la mattina presto il terreno era troppo bagnato e
quindi i cani non hanno avvertito l’usta, oppure per il troppo rumore, la
fagiana ha preso la via dell’albero. Il più anziano (credo per
accontentare gli amici) afferma che la mia seconda ipotesi è la più
probabile. Dopo averli salutati con il classico "in bocca al lupo" mi sono
congedato.
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Rex, soddisfatto del suo
perfetto lavoro, posa per la foto di rito. |
Tornato a casa, dopo aver riordinato il tutto,
guardando Rex, ho esclamato: "Grazie tanto, sei sempre più bravo! Mi hai
fatto trascorrere qualche ora spensierata, lontano dagli affanni
quotidiani".
2 ottobre 2012
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