Circolo Cacciatori Confederato CONFAVI |
DOMENICO REATINI, CACCIATORE DOC | |
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In possesso di doti eccezionali, da tiratore infallibile, ha fatto scuola e tendenza per tutti. Con la sua tecnica balistica, accomunata ad una calma olimpica, faceva cose che gli altri potevano solo sognare. Vederlo tirare era uno spettacolo: riusciva a colpire selvaggina da estrema lontananza e con pochissimi secondi di mira. Si esercitava alla stregua dei grandi pistoleri cinematografici del Far West: spalle al poligono (ovviamente rimediato alla bene e meglio), con giravolte improvvise e colpi che segnavano al centro bottiglie o barattoli che fungevano da bersaglio. Per tutto ciò, era considerato il Tex Willer del paese. Non solo bravo col fucile, ma anche come arciere era uno specialista. Infatti, sapeva usare arco e balestra come un campione olimpico. Posizionava la freccia sull’arco ed arcuava l’arnese con maestria centrando il bersaglio al primo colpo. Nel territorio, inoltre, è stato tra i pochissimi a saper utilizzare la balestra: strumento difficile e velocissimo. La perfetta conoscenza del territorio assieme all’esperienza, sono fattori che fanno la differenza consentendo alchimie d’ingegneria venatoria come nel caso di una trappola realizzata dal padre Peppino e che Memmo ha elaborato: il cosiddetto traglione. "Un’ideazione inimmaginabile per difficoltà realizzativa, assai efficace – spiega ancora Stefano De Filippi – e che solo menti acute possono architettare!". In conclusione, era doveroso rendere omaggio ad un personaggio esemplare, tra l’altro generoso e di gran cuore, che ha fatto la storia della caccia a Villa Santo Stefano. Grazie Memmo!
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