Pochi sanno che, a Villa, esisteva un "Parco delle Rimembranze". Anzi, esiste ancora, basta saperlo vedere quando si guarda il Monumento ai Caduti che sorge nel giardino dedicato a Genesio Biasini. Il 15 agosto 1920, con una toccante cerimonia, nella facciata dell’ex Palazzo Colonna, in piazza Umberto 1°, venne scoperta un’artistica lapide a ricordo dei Caduti della "Grande Guerra" (1915-1918). Di fronte a questa, come testimonia la foto di Pompeo Leo, il 20 settembre dello stesso anno venne commemorato il 50° anniversario della Breccia di Porta Pia e della presa di Roma. In quell’occasione, la Piazza, venne contornata di oleandri di vario colore, in numero pari a quello dei Fanti Caduti; su ogni albero, una targhetta ricordava il nome del soldato a cui era dedicato. Gli alberi, in doppia fila, si chiudevano a mo’ di corona, sotto la lapide commemorativa.
Questo piccolo complesso ornamentale, che conferiva alla Piazza una elegante armonia di forme e colori, venne denominato "Parco delle Rimembranze". In qualche documento risulta anche, come "Campo delle Rimembranze". Era Sindaco Massimo Iorio (1888-1976) e l’opera venne realizzata con l’impegno e la volontà dei reduci . Alcuni familiari provvedevano, direttamente, alla cura dell’albero dedicato al proprio congiunto. Lucia Iorio " Fasan’ " ruppe i rapporti di amicizia con alcune persone, sospettate di danneggiare "p’ d’spi’tt’ " l’albero che ricordava il proprio figlio Fasani Antonio. "Nonn’ma Nina" (Caterina Anticoli 1888-1976), madre di z’ Cencio, "assisa dinnanz’ alla cantina sea", sorvegliava, con atteggiamento severo, perché, malintenzionati o ragazzi distratti dal gioco, non danneggiassero le piante. Nel 1954, sindaco Baldassarre Panfili (1901-1990), la piazza cambiò aspetto. La terra battuta venne asfaltata; gli oleandri, ormai malridotti, furono sostituiti da piante di licustro, con sedili in marmo posti tra un albero e l’altro. Con il taglio degli oleandri non venne meno lo spirito rievocativo dell’Associazione Nazionale Combattenti di Villa S. Stefano. Il Presidente Genesio Biasini si adoperò, negli anni, per innalzare un Monumento ai Caduti. L’idea fu condivisa e fatta propria dal sindaco Luigi Bonomo (1902-1988). Si decise di edificarlo " ‘n cima agl’ F’ssat’ ", sul lato sud della piazza Umberto 1°. Qui, nel 1932, era stata trasportata la terra di risulta dallo sterro, effettuato, per la costruzione delle "cas’ nou’ ‘n cima alla Uigna". Il terrapieno, bonificato e consolidato con un muro di contenimento, fu abbellito con aiuole e piante di leccio. Si creò così un incantevole belvedere al centro del quale fu posto il monumento, progettato dallo Studio Iacobucci di Frosinone, e inaugurato il 27 ottobre 1965 alla presenza del Ministro della Difesa Giulio Andreotti.
L’opera è costituita da una stele triangolare, alta circa tre metri, sulla cui sommità domina un’aquila. Il frontespizio è decorato con il rilievo di un elmo ed un gladio in bronzo fuso, opera del compianto Tullio Sarrecchia Ogni lato è ricoperto da lapidi, con incisi i nomi dei Caduti; sono ricordate anche le vittime civili. Accanto alla stele è posto un vecchio cannone; una pietra lavorata, ricorda i sassi del Monte Grappa. Tempo fa, c’erano anche un’ampolla con l’acqua del Piave e un contenitore con la sabbia dei deserti africani. Genesio Biasini aveva, così, realizzato il suo "Parco delle Rimembranze". Sulla lapide posta a sinistra della base sono incisi tre nomi: Marcantonio Iorio scomparso ad Adua nell’aprile del 1896, Antonio Planera morto nella guerra di Abissinia nel 1936 e Rinaldo Antonetti caduto nella guerra di Spagna nel 1937.
Tre nomi, tre protagonisti di altrettante vicende che l’Italia di oggi non ama rievocare per diverse ragioni. la battaglia di Adua (1896) segna l’inizio del colonialismo italiano; la conquista dell’Abissinia (1936) e la guerra di Spagna (1936), le cosiddette "guerre nere" perché promosse dal regime fascista. Marco Felici, dopo un’appassionata ricerca, ricorda le disavventure di questi nostri concittadini.
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16.11.2013 |
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