Una proposta di interpretazione e di lettura dell'affresco "Nascita della Madonna" di Pomponio Palombo.
Nascita della Madonna di Pomponio Palombo 1585 - (clicca sulle aree sensibili per ingrandire) tav.I: RETTANGOLO AUREO. LA COMPOSIZIONE VIENE DELIMITATA DA UNA SEGUENZA ARMONICA DI LINEE POLIGONALI CHE LA DESCIVONO. INTRODUCENDO IL RAPPORTO AUREO POSSIAMO FORMARE DUE COPPIE DI ASSI ORIZZONTALI E VERTICALI CHE CORRISPONDONO A CERTE LINEE PREFERENZIALI DELLA COMPOSIZIONE. tav. II: NEL RINASCIMENTO FECE EPOCA LA "DIVINA PROPORZIONE" DI LUCA PACIOLI IN CUI TUTTO E' IN RAPPORTO ALLA SEZIONE AUREA. SU TALE RAPPORTO E' STATO POSSIBILE IMPOSTARE "VUOTI" E "PIENI" DELLA COMPOSIZIONE IN OGGETTO. tav.III tav.IV |
Nei diversi passaggi dello sviluppo di un disegno, la composizione è il momento più importante, perché l'artista deve distribuire, strutturare, organizzare e armonizzare in uno spazio le singole componenti dell'opera. Il concetto della composizione, infatti, è fondamentale nella teoria della pittura, come dimostra L.B. Alberti nel suo "Trattato", nella quale egli individua tre momenti: - la "circonscrizione" (e cioè la definizione del contorno); - il "componimento" (e cioè la composizione); - il "ricevimento dei lumi" (e cioè le luci, le ombre, i colori). Pertanto, lo studio della composizione di un'opera d'arte è l'elemento essenziale ed indispensabile per la sua successiva lettura e comprensione. Gli schemi proposti, quindi, vogliono essere non solo un tentativo di ricostruzione delle varie e presumibili fasi della composizione ma anche una guida per una più attenta "valutazione" dell'affresco medesimo. Il primo schema illustra l'impianto geometrico di base della composizione secondo il rettangolo aureo, nel quale la composizione stessa viene delimitata da una "sequenza armonica di linee poligonali". In particolare, con l'introduzione del "rapporto aureo" si possono formare assi orizzontali e verticali che costituiscono delle linee preferenziali della composizione. Nel secondo schema, il primo impianto si arricchisce di un triangolo, al quale si sovrappongono cerchi concentrici, che si estendono fino ai limiti estremi della superficie disponibile. All'interno del triangolo sono collocate le due figure principali, predisposte ad effettuare il "bagno di Maria" e collocate, per corposità e geometria, nel centro della scena. Le figure laterali e quelle di secondo piano si presentano più come elementi di equilibrio e di contorno all'impianto di base, senza perdere, però di qualità e carattere. Nel terzo schema i morivi circolari della parte alta (drappeggio), ricavati dagli archi di circonferenza, contribuiscono a costituire un ipotetico soffitto (baldacchino), che tende a sottolineare la solennità della scena. Non manca la proposta architettonica, costituita dal camino, visto in prospettiva, il quale meglio di ogni altra componente definisce lo spazio e guida l'attenzione dell'osservatore verso il punto centrale, rappresentato, appunto, da "Il bagno di Maria". L'ultima schema è il più completo, perché dimostra come l'artista sia giunto, attraverso le conoscenze ottiche e scientifiche e i mezzi tecnici del suo tempo, ad armonizzare le figure nel contesto compositivo, ricavando i volumi e le profondità con lo stemperare e il fondere le terre sulla superficie. Le figure, infatti, appaiono realizzate attraverso un intreccio di colori, che si distinguono nel confronto, senza perdere, però, la delicatezza e la fusione con il tutto. È predominante, come colore, l'ocra gialla, che troviamo sul drappeggio e sulle vesti dei personaggi e che si accosta molto al "calore", emanato dal fuoco del camino, che pervade tutta la scena, nella quale sussistono anche i colori come i verdi acqua e le terre bruciate. I volumi, ottenuti attraverso la fusione dei colori dimostrano in Pomponio Palombo la capacità di adoperare la luce, soprattutto nella scelta del colore che riesce a rendere la luminosità e la trasparenza dell'aria, ma anche nei chiari e scuri delle parti illuminate e di quelle in ombra. È propizio in questa capacità di fusione il segno della personalità dell'artista, il quale mentre corporizza le immagini le addolcisce con sprazzi di luce. L'intera composizione riflette echi e suggestioni della scuola fiorentina; emana un fascino che attrae l'osservatore e lo coinvolge nella sua atmosfera, quasi "familiare", di scena di interno.
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Estratto da: PER UNA STORIA DELLA SCUOLA A PRIVERNO - IL COLLEGIO DI SAN NICOLA - Di SILVIO BARSI (MAGGIO 1985)