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".. di ritenere ed istruire nello stesso ginnasio, oltre gli scolari di Priverno, anche gli scolari di Castro S. Stefano, patria sua, gratis e senza compenso..." |
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Nato a Castro Santo Stefano (l'attuale Villa S. Stefano) nella prima metà del 1500 e morto a Priverno il 12 marzo 1592. Le notizie relative a Pomponio Palombo sono scarse, ma assai significative. L'ultima nota è del 3 marzo 1592, quando con testamento rogato da Cinzio Pennazzolo, illustre notaro più volte legato a salienti avvenimenti della storia privernate, lasciò alla Comunità di Priverno l'essenziale dei suoi beni (aveva provveduto pure ai suoi parenti e amici) per fondare un collegio destinato all'educazione dei giovani e che effettivamente sarà creato nei locali di S. Nicola pochi anni dopo. Nel testamento è detto «D. Pomponius Palumbus Civis Privernensis, Pictor...» e solo una volta la sua firma appare, insieme alla data, nell'affresco dell'ex oratorio di S. Sebastiano "Nascita della Madonna", "Pomponio Palombi pinsit 1585" Esiste, poi, una convenzione del 1 settembre 1591 (S. Barsi: Per una storia della scuola a Priverno - Il Collegio si San Nicola) redatta dallo stesso notaro, tra Pomponio Palombo e l'arciprete di Priverno Torquato Pennazzolo, esecutore testamentario di Vito Barletta, fondatore della cappella del Sacramento della Cattedrale. La convenzione concerne la progettazione della cappella del Sacramento (l'attuale Cappellone) il cui sito fu concesso dal Capitolo della Cattedrale con decisione del 26 agosto 1591. Pomponio Palombo, autore del progetto, si impegnava a far costruire la cappella per la quale aveva previsto decorazioni con stucchi dorati e affreschi. I lavori occuparono l'artista nel 1591 e nel 1592, ma tutta la sua opera andò distrutta durante il restauro del 1776 - 1780 e nella stessa occasione si persero anche gli stucchi che lo stesso aveva fatto, nel 1591, alla volta centrale della Cattedrale (E. Angelini La Cattedrale di Priverno). Per ora sono queste le date note e dal suo testamento si deduce che era celibe e che viveva in un certo agio poiché a sua cognata, Porzia Testa, lasciò, oltre all'anello che aveva al dito, un cucchiaio e una forchetta d'argento con impresso in oro il suo emblema. La sola sua pittura firmata rivela una personalità aggiornata della moda pittorica tardo cinquecentesca, ma altre pitture riferibili alla sua mano, soprattutto gli affreschi dell'abside di S. Benedetto), lo presentano influenzato da modelli antoniazzeschi e, comunque, conoscitore dell'arte praticata a Roma, che dovette frequentare assiduamente, se si pensa che lasciò i suoi colori e gli attrezzi da pittore a Rutilio Ferrazzoli, miniaturista attivo a Roma ancora nel secondo decennio del XVII secolo. Insieme alla delicata «Madonna con Bambino e angeli» della Stella, pure attribuibile al suo pennello, si ha un complesso notevole di opere dalle quali risulta evidente la sua formazione romana, sia pure su modelli arcaici, come quelli forniti da Antoniazzo Romano per gli affreschi di S. Benedetto. Gli affreschi di Pomponio Palombo sono l'ultima testimonianza di opere pittoriche di buon livello realizzate a Priverno nel secolo XVI, poiché altri affreschi come quelli eseguiti da Maestro Jeronimo nella cappella del Presepe (1554 - 1556) sono andati perduti e anche perché altre opere, come la piccola «Pietà» recentemente attribuita al Pulzone (Arte a Gaeta), non è certo che furono eseguite a Priverno. Sappiamo che oltre a Priverno ha lavorato anche a Siena, dove veniva chiamato Pomponio Piperno, come pittore e architetto. Nel testamento, per il lascito della costruzione del collegio, Pomponio Palombo dispose: ".. di ritenere ed istruire nello stesso ginnasio, oltre gli scolari di Priverno, anche gli scolari di Castro S. Stefano, patria sua, gratis e senza compenso..." Parole che testimoniano il grande affetto per il suo paese natale e la sua gente mai dimenticata. E chissà se qualcuno ha usufruito di tale privilegio? Dalla lettura del testamento, si arguisce della bontà d’animo e generosità nonché della devozione religiosa che ne risaltano le qualità morali e la caratura umana. |
Ricerche di: Silvio Barsi, Edmondo Angelini, Ernesto Petrilli. (up. 20 gennaio 2005) |
aggiornameto solo grafica e ipertesto: 24 giugno 2008 |