UGO ATTICO FIORETTI

(Villa Santo Stefano, 11 aprile 1873 - Addis Abeba, 14 marzo 1940)

IL SENATORE DIMENTICATO

Sebbene stesse ascoltando distrattamente il radiogiornale del 26 maggio 1939, l’attenzione del podestà Luigi Bonomo rimase comunque attratta dall’ultima telegrafica notizia trasmessa dalla redazione romana dell’ E. I. A. R.. Il breve comunicato riguardava la recente nomina a Senatore del Regno di tal Ugo Attico Fioretti, evento quanto mai banale a meno che non si considerasse il paese natale di costui, Villa Santo Stefano!

L’episodio sensazionale per un piccolo paese provocò la convocazione immediata del suo Consiglio Comunale che, al termine della riunione, incaricò il Segretario, Tommaso Cardello, di svolgere, quanto prima, accurate indagini su questo personaggio, che nessuno ricordava o tantomeno conosceva. Ma lo sguardo terrorizzato dell’impiegato, che già si immaginava a sfogliare milioni di polverose pagine di archivio, convinsero il Podestà a sbrigare la faccenda personalmente e in maniera sicuramente più pratica. Infatti il giorno dopo per sua disposizione dal Municipio mosse rapida una nutrita delegazione, che a lunghi passi raggiunse la piazza in cerca di Balleduccio detto "la Francia" che, in quel lontano 1939, era colui che in paese aveva più inverni sulle spalle oltre che una lucidissima memoria.

Il vecchietto, per nulla intimorito dalla inaspettata quanto numerosa rappresentanza, si mostrò subito restio a rispondere al fiume di domande sull’illustre sconosciuto, che quelle mezzemaniche, pendendo dalle sue labbra, gli avevano rivolto. Anzi, contro ogni immaginabile previsione il testimone di tempi andati, dall’iniziale indolenza passò addirittura ad un emblematico silenzio. Visto che la sua reticenza si prolungava oltre il dovuto, gli impiegati municipali concordi, decisero che forse a quel punto sarebbe stato meglio andare tutti insieme alla cantina di Maria "Cencetta", in via San Pietro, qualche bicchiere di vino avrebbe aiutato sicuramente il vecchietto a ricordare. Infatti al secondo bicchiere Balleduccio, come se fosse stato colpito da una saetta quasi urlando esordì: "… ma si! Come no! Stiamo parlando di Ughetto il figlio di "Paglietta!" Con le mani tra i capelli il Segretario Cardello temendo che il riottoso vecchietto fosse già ubriaco esclamò: "Ughetto? ... Paglietta? Ma Balleduccio cosa stai dicendo?" Rassicurandolo l’ultimo rappresentante della razza "la Francia", preteso il terzo bicchiere di vino, raccontò finalmente al segretario comunale per filo e per segno tutto quello che ricordava.

Ugo Attico Fioretti era nato effettivamente a Villa Santo Stefano in quanto il padre Achille, soprannominato, per il suo abituale copricapo, appunto "Paglietta", immediatamente dopo l’unificazione del Regno d'Italia era stato il primo medico condotto del paese. Tuttavia nessuno poteva ricordarsi di Ughetto perché ancora bambino aveva fatto ritorno a Roma dopo che il mandato del genitore fu completato.

Il giorno stesso Luigi Bonomo, confortato dal vivido ricordo di Balleduccio "la Francia", inviò un telegramma al neo Senatore esprimendogli le congratulazioni del paese e sue personali per la recente importante nomina. La risposta da Roma non tardò a farsi attendere. Lieto che qualcuno a Villa Santo Stefano si ricordasse ancora di lui. Ugo Attico Fioretti oltre a ringraziare i suoi compaesani per il gesto semplice, ma gradito, prometteva addirittura appena possibile una sua visita in paese.

La promessa fu rispettata, probabilmente nell’estate del 1939 e forse proprio durante i festeggiamenti per il Santo Patrono San Rocco, quando accompagnato dalla moglie Benedetta Giamboni e dai figli Giuseppe e Maria Firmina il senatore dal suo appartamento, di via Aristide Ristori 20 nell’elegante quartiere Parioli, raggiunse su una prestigiosa auto Villa Santo Stefano. Accolto calorosamente dalle autorità locali, rimase ospite della casa di Luigi Bonomo, dove per l’occasione vennero consolidati i lontani rapporti che avevano legato le due famiglie. Infatti il senatore rivelò che pochi giorni dopo la sua nascita, l’undici aprile del 1873, per il suo battesimo vennero prescelti come padrino e madrina proprio il bisnonno del podestà, Matteo Bonomo e Giulia, la sua giovane figlia. Infatti tra il medico romano, la moglie Adelaide Deperis e la famiglia del farmacista Bonomo era nata una sincera amicizia che fu suggellata dalla cerimonia del 15 aprile 1873, celebrata da don Baldassarre Perlini, nella chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. A sua volta Ugo apprese che oltre a lui anche suo padre era rimasto nella memoria dei santostefanesi dove sopravviveva, addirittura, il simpatico soprannome "Paglietta". Epiteto nato per i modi eleganti e mondani che il giovane medico aveva portato con il suo abbigliamento dalla capitale, dove alla fine del suo duplice mandato, come riferito dall’infallibile Balleduccio, era rientrato per divenire in seguito affermato chirurgo.

Il ritorno del Senatore in paese culminò nel momento in cui, per volere popolare, fu costretto amichevolmente ad affacciarsi dalla stanza che vide i suoi natali, a fianco della torre di Re Metabo. Così salutando una folla festosa Ugo Attico Fioretti apparve sorridente dalla finestra posta sopra la loggia. Tra i numerosi spettatori anche il sedicenne Alfonso Felici che riportò, molti anni dopo, l’episodio in un capitolo della sua biografia.

Con il ricordo del suo paese nel cuore, il Senatore Ugo Attico Fioretti nell’immediato settembre via nave raggiunse l’Etiopia, dove dal 4 gennaio 1938 ricopriva con rigore l’importante incarico di Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti. Era quello il culmine di una prestigiosa carriera iniziata a venti anni, dopo, che diplomato in ragioneria, era entrato nel 1939 nell’Amministrazione del Regno. Le sue capacità e il suo impegno gli avevano permesso di scalare rapidamente tutti i vertici della Corte dei Conti di Roma, fino a divenire, dopo essere stato eletto, il 13 novembre 1930, Consigliere Capo, Magistrato Amministrativo. Apprezzandolo particolarmente il Presidente dell’Istituto Conte Gino Gasperini, già Senatore del Regno, nonché Magistrato Ordinario, Prefetto e Consigliere di Stato, il 28 novembre 1938, propose in maniera particolarmente convinta la sua candidatura al Senato del Regno. L’anno dopo, il 26 maggio 1939 il presidente di commissione Senatore Ettore Giuria convalidò la sua nomina e dopo aver prestato giuramento il 30 maggio 1939 Attico Fioretti sarà eletto a giudizio unanime Senatore dell’Italia Fascista nonché membro della Commissione dell’Educazione Nazionale e della Cultura Popolare. Nonostante il prestigioso incarico in Senato il suo ruolo di Revisore Generale ad Addis Abeba continuerà ad impegnarlo costantemente, promuovendolo, però, indiscusso protagonista di ogni avvenimento politico e mondano di quelle lontane province.

Grazie a lui il 21 giugno 1939 verrà inaugurato alla presenza della figlia Maria Firmina, madrina di cerimonia, una delle più imponenti opere di ingegneria fascista nelle terre di Etiopia, l’immenso ponte sul fiume Omo Bottego, lungo la strada Addis Abeba - Gimma. Purtroppo l’anno seguente, il 14 marzo 1940, a sessantasette anni, la sua vita contornata da successi terminerà. I funerali solenni, celebrati alla presenza delle massime autorità italiane in Africa Orientale, renderanno merito alla sua encomiabile esistenza. Sul feretro sopra la bandiera sabauda saranno esposte tutte le sue onorificenze tra cui i titoli di Grande Ufficiale degli Ordini della Corona d’Italia, dei S.S. Maurizio e Lazzaro e quello coloniale della Stella d’Italia. Di lui rimarranno oltre che l’esempio anche importanti studi di carattere amministrativo.

A quasi due mesi della sua morte nella discussione del Senato del Regno del 6 maggio 1940 il guardasigilli Dino Grandi, Conte di Mordano, così lo ricorderà " … un altro fedele e operoso servitore dello Stato, ricordiamo nel camerata Ugo Attico Fioretti, che coronava la sua vita di funzionario e di magistrato, trascorsa in gran parte nell’amministrazione finanziaria, dedicando senza risparmio ogni sua energia all’organizzazione amministrativa del nostro impero dell’Africa Orientale, quale Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti in Addis Abeba, dove improvvisamente si spegneva nello scorso marzo …. "

Marco Felici

 

24.dic.2009

www.villasantostefano.com

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