L’anno 1912, il giorno 12 del mese di dicembre, in
Frosinone il Tribunale Penale composto dai signori Marsiglia Michele,
presidente, Ferone Francesco Saverio e Frezza Carlo, giudici, e con
l’assistenza del Vice Cancelliere, Testa Vincenzo, ha pronunciato la
seguente sentenza a carico di Leo Giuseppe fu Stefano e fu Lucarini Lucia,
di anni 39, e di Primotici Enrica fu Pietro e fu Leo Maria di anni 37 da
Villa S. Stefano, imputati del reato di cui all’art. 391 per avere il 18
luglio 1912 e precedentemente, in Villa S. Stefano, usato maltrattamenti
verso la rispettiva figliastra e figlia Sacchetti Maria, di anni 14,
producendole lesioni guarite in giorni 10.
Nel corso del dibattimento sono emerse delle parziali
ammissioni del Leo e le deposizioni dei testimoni che hanno confermato che
il 18 luglio 1912 costui ebbe a percuotere con un bastone la figliastra,
perché costei, lasciando incustodite le pecore, erasi andata ad
addormentare sotto un albero. Risultò altresì che altre volte essendosi
dalla figliastra commesso delle mancanze, egli ebbe usare vie di fatto
contro la stessa afine di ricompensa (punizione).
Circa poi i maltrattamenti addebitati alla madre nessun
fatto si disse dai testimoni che fosso valso a provarli. Solamente la
figlia dichiarò che era molestata anche dalla madre.
CHE, stando ai risultati del dibattimento, è da
assolversi per non provata reità la Primotici non potendosi emettere una
sentenza a carico della stessa solamente per le dichiarazioni della parte
lesa.
CHE è invece da affermarsi la responsabilità del
Leo non però pel reato di maltrattamenti, ma bensì per quello di abuso dei
mezzi di correzione, poiché le vie di fatto da lui usate contro la
figliastra non ebbero causa da malvagità danno, ma dal proposito di
emendare (correggere) la ragazza
La Corte pertanto, condanna esso Leo ad un mese di
detenzione e alle spese processuali.
Visto poi l’art. 595 dichiara non provata la reità di
Primotici Enrica e la assolve.
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