ROCCO PALOMBO
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11 novembre 1875
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In nome di sua Maestà
Vittorio Emanuele II
Per grazia di Dio e volontà della
Nazione
Re d’Italia
Udienza del 7 settembre 1876
Il Pretore del Mandamento di Ceccano ha proferito
la seguente sentenza nella causa penale del Pubblico Ministero contro
Palombo Rocco fu Giovanbattista di anni 34, nato e domiciliato in Villa S.
Stefano, possidente
IMPUTATO
Di ferite volontarie con arma impropria (scure) che
provocarono malattia ed incapacità al lavoro per più di 5 e meno di 30
giorni a danno di Luigi Ferrari
INTESO il pubblico dibattimento;
INTESO il Pubblico Ministero nelle sue conclusioni
orali;
INTESO l’imputato ed il difensore;
CONSIDERANDO in fatto che
trovandosi nell’osteria di Luigi Ferrari nella sera dell’11 novembre 1875
il prevenuto (l’imputato) con altri amici, giungesse Giuseppe Leo al quale
essendogli stato offerto un bicchiere di vino da uno degli astanti, il
Palombo gli si opponesse dicendo che si portasse a bere presso coloro che
erano stati a bere nella sua cantina l’istesso giorno da lui invitati.
Scambiatosi sull’oggetto varie parole insultanti, il prevenuto sortì
(usci) dall’esercizio. Il Leo temendo che fosse andato ad armarsi diè di
piglio (prese) nell’attigua camera ad un fucile dell’oste Luigi Ferrari,
ma questi lo investì immediatamente per toglierlo, nella colluttazione
però sopraggiunse il Palombo che, armato di scure, vibrò un colpo alla
direzione del Leo, colpo che però colpì l’oste Ferrari cagionandogli
lesione guarita in giorni 24. Vibrò anche altri colpi ma senza danno di
alcuno.
CONSIDERANDO che la generica
del reato risulta chiara col verbale delle Forze, colle perizie mediche,
colla denunzia dell’oste, mentre la specifica colpabilità emerse dai detti
del Giuseppe Leo per li quali risultò come realmente il Palombo sortisse
ad armarsi e mettersi tra i contendenti e vibrasse un colpo al quale il
Ferrari replicasse "Mi hai ferito Rocco!". Dall’essersi frapposto altri
fra loro e mentre il Ferrari ed il Leo si disputavano il fucile ne
risultasse ferito il Ferrari, con arma da taglio, all’intervento
dell’imputato.
CONSIDERANDO peraltro la
specialità del fatto, il diverbio precedente, l’essersi armato il Leo di
fucile a danno del Palombo, lo stato alterato per il vino, l’arma
adoperata, i non cattivi precedenti, come attenuanti
Visti gli art. 543, 568 e 569
HA GIUDICATO
Palombo Rocco essere colpevole
dell’imputazione ascrittagli e come tale lo condanna a giorni 6 di
carcere, alle spese del procedimento ed alla remissione del danno alla
parte lesa.
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