VISITA AL MUSEO PREISTORICO DI POFI

 

…Denique non lapides quoque vinci Cernis ab aevo Non altas turris ruere et putrescere saxa Non delubra deum simulacraque fessa fatisci Nec sanctum numen fati protollere finis posse?

...e vedi che anche il tempo vince le pietre, anche le torri cadono e le rocce irte si sgretolano, i templi degli dei, le statue stanche si disfanno, la santa potenza dei numi non ferma il momento ultimo.

Questa è lo splendido passo tratto dal "De Rerum Natura" del poeta latino Lucrezio, davanti alla quale ci si trova, una volta entrati nel Museo Preistorico di Pofi. Ed è proprio la stessa iscrizione, ad avere un significato importante. E’ vero che tutto si deteriora. Ma è pur vero che c’è stato qualcosa prima, e una piccola parte è riuscita a giungere sino a noi. La cosa più bella che si possa vedere all’interno del Museo sono certamente i crani di ominidi preistorici. A fare da guida il professore Italo Biddittu, lo scopritore nel 1994 del più antico cranio umano mai rinvenuto sinora in Europa. "Argil", l’Uomo di Ceprano, risalente a circa 900.000-800.000 anni fa. Trovato nel territorio del comune di Ceprano nella località di Campogrande, è stato "battezzato" con il nome di "Argil" dallo stesso Biddittu, in quanto si trovava in uno strato di argilla e per un’altra serie di motivi. Tra cui ancestrali miti secondo i quali l’uomo sarebbe stato creato proprio dall’argilla. Il calco del cranio è visibile all’interno di una vetrina in una sala del Museo.

Il Prof. Biddittu. in una lezione di preistoria, ricorda la scoperta di Argil

Proseguendo, ci si imbatte nello scheletro di "Lucy", completo al 40% (sempre una copia in quanto trattandosi di reperti rari e particolarmente delicati, gli originali non vengono mai esposti al pubblico), scoperta nel 1974 in Etiopia. Trattasi di un Australopithecus di oltre 3 milioni di anni. Quello che stupisce è la somiglianza della sua struttura ossea con quella dell’uomo odierno. Certamente è bello sapere che nel territorio in cui viviamo, vissero anche gli antenati dell’attuale genere umano. Non solo "Argil", ma il Museo conserva anche due resti ossei di un altro ominide, di "solo" 300.000 anni. L’Uomo (o meglio la donna) di Pofi. Si trattano di un’ulna ed un tibia trovate il 13 novembre 1959 da Pietro Fedele (il sindaco di Pofi che diede il via alle ricerche preistoriche nella zona e a cui è dedicato il Museo) e dai professori Luigi Cardini e A.C. Blanc (lo scopritore dell’Uomo di Neandertal del Circeo). A testimoniare l’intelligenza, seppure non completamente evoluta, degli uomini primitivi, sono le amigdale ed i choppers; pietre scheggiate usate come utensili per svariati usi, soprattutto per la caccia. Nel Museo vi sono anche resti di animali, questi tutti originali. Tra i quali enormi zanne ed ossa di antichissimi elefanti e mammuth.

Mariachiara Bonomo e l'iscrizione tratta dal "De Rerum Natura" A sx. il Prof. Biddittu e Giancarlo Pavat

Da fine aprile 2007 sono finalmente esposti al pubblico due crani di stambecco preistorico scoperti nel 2003, a Vallecorsa, nella Grotta del Cacciatore, risalenti tra i 10.000 e 40.000 anni fa. "Nel luglio del 2003 veniva organizzata, con il consenso della soprintendenza ai beni Archeologici del Lazio, una esplorazione di superficie della Grotta del Cacciatore e degli stetti cunicoli. Vi partecipavano Giancarlo Pavat, Augusto Carè, Marco Cardaci, Patrizio Ricciotti, Enrico Iuliano, Sonia Palombo Tonino e Denni Mirabella. Il rinvenimento più interessante riguardava quello, di due crani di stambecco (Capra Ibex) che erano inglobati tra blocchi di frana in fondo ad uno dei cunicoli " come recita la stessa relazione ufficiale del prof. Biddittu, che coordinò quelle ricerche.

All’epoca questi animali erano presenti anche sulle nostre montagne (oggi si trovano soltanto sulle Alpi) in quanto ci si trovava nella Era Glaciale ed il clima era simile a quello delle attuali Scandinavia e Alaska. Grazie alla visita si riesce a percepire che il valore di tutte le scoperte esposte nel Museo è molto più grande di quanto possa sembrare, perché sono il frutto di fatica e passione, magari lunghe una vita intera. In fondo l’Uomo, per essere considerato tale, nel senso più profondo della parola, si è sempre caratterizzato per l’ansia di conoscere ciò che lo circondava. Qualunque fatica e sforzo potesse costargli. Dai tempi antichi sino ad oggi.

Mariachiara Bonomo - 7 maggio 2007

 

MUSEO PREISTORICO DI POFI

 Per contatti ed informazioni rivolgersi al numero 0775380069 nei giorni di Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì dalle ore 9,30 – 13,00 , 15,30 – 18,30 www.comune.pofi.fr.it/

 


 

Lezioni "preistoriche" del Prof. Biddittu 14 magg.2007

Visita al Museo Preistorico di Pofi  7 magg.2007

Italo Biddittu a Villa Santo Stefano 23 mar.2007
La glaciazione sulle Montagne del Basso Lazio 22 sett.2006

up. giugno 2007

www.villasantostefano.com

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