da "FIGHTING PAISANO" di ALFONSO FELICI Parte III 1 |
Arruolamento con i "commandos" americani |
Dopo l'esito della missione di Castelfranco Emilia, il direttivo dell'O.S.S.(151), mi propose di unirmi a loro ed io, ancora braccato dalle SS, decisi di arruolarmi. Gli alleati avevano occupato Napoli il primo ottobre. Senza perdere tempo alcuni uomini membri dell'O.S.S., uniti ad altri quattro italiani reclutati, ci portarono a Capua vestiti da operai dell'organizzazione TODT (152). Ci ospitarono segretamente alcune persone fidate, mentre aspettavamo i tedeschi in ritirata inseguiti dagli alleati. Occupata Capua ci trovammo in mezzo ai soldati americani che vedevamo per la prima volta. Gli stessi uomini, cui eravamo stati affidati, ci portarono a Napoli in un comando dell'O.S.S., dove ci fu comunicato che saremmo stati trasferiti in una località ignota per un periodo di addestramento. Fummo trasportati all'aeroporto di Foggia e qui ci caricarono su un aereo che ci condusse ad Algeri, in Algeria. Questo susseguirsi di eventi e il fatto di trovarmi in Africa fra le sabbie, i beduini e le strade piene di soldati americani, inglesi, francesi e truppe di colore, mi entusiasmò. Ci portarono in un accampamento dove alla mensa servivano dei prigionieri italiani catturati in Tunisia, ma non potemmo parlare con loro perché ci fu proibito. Nell'attesa di ordini da parte del quartiere generale alleato, presieduto dal generale Eisenhower, guardavamo stupiti le centinaia di palloni di sbarramento alti sulle molte navi ancorate nel porto, per proteggerle dalle incursioni radenti degli aerei tedeschi. Venne l'ordine di trasferimento negli Stati Uniti. C'imbarcarono su un aereo da trasporto militare insieme ad alcuni soldati americani feriti sul fronte italiano e ad alcune infermiere. Atterrammo prima a Glasgow in Inghilterra, poi a Terranova ed infine all'aeroporto di Newark, nel New Jersey. Ero in America e non potevo crederci! Con un mezzo militare ci portarono a Fort Dix ed il giorno dopo iniziò il corso di vero e proprio addestramento militare. Ci chiesero se eravamo stati iscritti al partito fascista e se avevamo combattuto contro gli americani in Tunisia. Al mio interrogatorio affermai che avevo sempre avuto una certa simpatia per gli U.S.A. poiché, sia mio nonno che mio padre, avevano lavorato per anni in America. Inoltre mio padre era diventato cittadino americano ed intendeva farci emigrare con lui a Cohoes, nello Stato di New York, ma dopo qualche anno era morto e non se ne era fatto più nulla. Fra l'ilarità degli addetti all'interrogatorio pronunciai qualche parolaccia in inglese che avevo imparato dai miei parenti. Dopo un paio di giorni mi fu comunicato che dalle indagini fatte al Dipartimento di Stato, ero considerato cittadino americano dal "Legislative Act of Congress", perché figlio di cittadino americano. Mi proibirono però di scrivere ai miei zii residenti a Cohoes. L'addestramento fu duro: lavorammo sugli esplosivi al plastico, sull'uso dei detonatori per far saltare ponti, gallerie, dighe, nodi ferroviari, treni e campi minati. Io conoscevo qualche cosa riguardo agli esplosivi perché in Russia avevo fatto il guastatore negli Alpini. Facemmo un corso accelerato di lingua inglese ed in breve tempo riuscimmo a capirlo bene. Praticammo paracadutismo e l'uso delle armi ad alto livello.
151. Office of Strategie Service. 152. Impresa multiservizi che lavorava per l'esercito Tedesco.
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