da "FIGHTING PAISANO" di ALFONSO FELICI Parte III 8 |
Il riposo del guerriero |
Ero solo ormai, senza protezione, malgrado avessi le lettere di Howe, dei generali Mark Clark e Lucian Truscott, l'articolo della mia storia di Ernie Pyle sul "The Stars and Stripes", che tutti i soldati americani avevano letto. Inoltre avevo l'attestato della Stella di bronzo al Valore Militare conferitami allo sbarco di Anzio. Nonostante questo mi sentivo infelice perché avevo perso tutto, anche la fiducia in me stesso. Il camion si fermò a Digione, la sua ultima fermata. Girai intorno e trovai un "Motor Pool" (182) e là ebbi alloggio e vitto per la notte. La mattina dopo il "breakfast", notai un autobus che caricava soldati per un viaggio premio a Parigi. Fu un attimo, annullai tutti i miei piani, e decisi di andare con loro, non ero mai stato Parigi e volli vederla. Arrivato nella città mi affascinarono i grandi boulevards e le avenues che non finivano mai di essere attraversate. "La Ville lumiere" era lì, piena di soldati americani, francesi, inglesi e di altre nazionalità. Riuscii a trovare un albergo vicino al Louvre, il "Leon d'or". Dopo essermi rinfrescato con una doccia, mi tuffai nelle strade. Si ripetevano le scene di Napoli, dove le donne stavano sui marciapiedi a caccia di soldati. Visitando il Louvre mi ritrovai a casa ammirando opere italiane tra cui la "Monna Lisa" ed altri dipinti rubati da Napoleone in Italia. Feci amicizia con soldati americani e con loro visitai Pigalle, le Sacre Coeur, Montmartre, Place de la Concorde, Notre Dame, gli Champs Eliseè e andammo a vedere "Les Folies Bergère" ed il suo can can. Una sera occasionalmente incontrai Margot Lapiebe, una studentessa che doveva rientrare a Chateau du Loir dalla sua famiglia. Era molto giovane e carina, sui diciotto anni, ed attendeva il giorno dopo per prendere il treno alla Gare du Nord. In quei tempi gli orari dei treni erano molto confusi come in Italia. Allora suggerii a Margot di lasciare la valigia al deposito bagagli e di mostrarmi Parigi che lei conosceva bene. Mi disse che Parigi la conosceva poco perché nel collegio gli facevano vedere solo le cose più interessanti. A quel punto gli proposi di scoprirla insieme. Venne con me anche per evitare una lunga attesa notturna alla stazione. La portai in un ristorante e, dopo la cena, avrei voluto prendere lo champagne, ma lei mi fece ordinare "Le Diablò", una bibita verde. Usciti prendemmo il metrò e girammo mezza Parigi soffermandoci alla "Torre Eiffell" mischiati a soldati e madamoiselles. Stanchi decidemmo di andare al mio albergo e, come si sa, "l'amour c'est l'amour". L'indomani, prima di andare alla Gare du Nord, Margot mi chiese se volevo accompagnarla a Chateau du Loir e passare qualche giorno a casa sua. Non avevo nulla da fare ed accettai, portando con me lo zainetto pieno di cioccolato e sigarette. Lei sapeva che ero un italo-americano che tornava dal fronte per riposarsi. Fu grande la sorpresa della madre e del padre, quando videro arrivare alla stazione la loro figlia accompagnata da un soldato U.S.A. Lei gli spiegò tutto e fui ospite da loro per due giorni. Margot mi presentò a tutti nel piccolo villaggio, dal sindaco al parroco. Tutti mi guardavano incuriositi vedendo per la prima volta un soldato americano. Mi trattarono benissimo e decisi di tornare a Parigi solo perché avevo paura che altrimenti avrebbero scoperto la mia vera identità. Margot volle il mio indirizzo americano e io le diedi quello di mia zia Giulia a Cohoes. Ella mi accompagnò triste alla stazione ed io le promisi che l'avrei rivista. Mentre il treno partiva lei mi salutava agitando la mano e gridando: "Au revoir, au revoir". In cuor mio pensavo che non l'avrei mai più rivista anche se gli avevo promesso di sposarla. Purtroppo la guerra è guerra.
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Parte III Arruolamento con i "commandos" americani | Ritorno in Italia | Lo sbarco di Anzio-Nettuno. | In forza alla 88th Infantry Division per la conquista di Roma. | A due passi da casa. | Est, Est, Est. | Invasione e sbarco nella Francia del sud. ! II riposo del guerriero. | Ritorno al fronte. | Eccomi Tokio! | Il sogno dell'America si avvera. | Ellis Island. |