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Don Amasio, poi monsignore, per oltre un
trentennio dedicò tutte le sue energie e beni al servizio della
comunità ed in particolare all'educazione religiosa e sociale dei
giovani, tre generazioni dei quali a cavallo di due terribili guerre
mondiali lo conobbero e lo ricordano come l'arciprete per
antonomasia che li faceva allenare ai giochi di palestra
nell'incompiuta chiesa di S. Pietro, mentre i più piccoli
coltivavano numerosi giardini nelle adiacenze. Fece scuola a
chiunque aveva voglia d'imparare; organizzò una banda musicale
fornendo gli strumenti e facendo venire appositamente un maestro da
Frosinone. Portava i ragazzi in gite in montagna e a valle; li
inquadrò in truppe di giovani esploratori prima che questa
organizzazione venisse soppressa dal regime fascista, e quando ci
voleva non lesinava uno scapaccione. Rigido moralista, era un
uomo per tutte le stagioni, dai fanciulli ai vecchi; egli dette a
Villa Santo Stefano una coesione sociale-religiosa mai prima avuta.
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