IL P.I.M.E. IN LUTTO PER LA MORTE DEL SUO IX SUPERIORE GENERALE P. Augusto Lombardi pag. 1/2La dolorosa notizia della morte del nostro Superiore Generale, comunicataci telefonicamente da Roma alle 8 del 30 gennaio scorso (1964), ci ha colti di sorpresa. Sapevamo che il Superiore non stava bene, sapevamo pure che era stato ricoverato in clinica in osservazione e poi dimesso, ma giammai ci saremmo aspettati una fine così repentina. Eravamo convinti che anche questa volta sarebbe riuscito a superare la crisi e che appena riprese le sue forze fisiche avrebbe effettuata la visita alle Missioni della Birmania, già in programma. Ma al Signore è piaciuto diversamente. Gli ha voluto risparmiare altre pene, altre afflizioni, ed anche i disagi, che certamente avrebbe ancora incontrato in quella terra già arrossata dal sangue dei suoi figli, ed ora ancora in uno stato di tensione, a causa delle continue scaramucce armate che si verificano tra le tribù della zona di Kengtung, e l'ha chiamato a Sé, per concedergli il riposo dopo una vita laboriosa spesa prima a servizio della Patria e poi dell'Istituto e della Chiesa. Il P. Augusto Lombardi nacque a Villa S. Stefano (Frosinone) nel 1898. Era alle soglie dell'Università quando venne arruolato nell'Esercito italiano, allora in guerra contro le Potenze austro-ungarìche; divenuto ufficiale a 20 anni, dopo la conquista di Vittorio Veneto, alla testa del suo plotone, entrò anche egli vittorioso a Vienna. Tornata la pace e ripresi gli studi, nel 1922 ottenne la laurea in Belle Lettere e fino al 1928 insegnò letteratura in varie scuole di Roma. Intanto nel suo animo maturava la vocazione sacerdotale e missionaria. Aveva 30 anni quando domandò di entrare come aspirante missionario nel PIME. Naturalmente suo papà, che aveva riposto in lui le sue migliori speranze, fu contrario a tale decisione e cercò di ostacolarlo in tutti i modi, fino a negargli il saluto... Ma il giovane professore, ormai deciso nella sua scelta, e già libero dai legami del sangue, diede uno strappo— con un'energia di volontà simile a quei gesti energici ai quali si era abituato durante la guerra — e partì per il seminario missionario di Monza, ove compì un corso accelerato di filosofia scolastica, per iniziare successivamente i corsi teologici a Milano. Qui, il 29 settembre 1931, venne ordinato sacerdote dal santo Cardinale Schuster, e un anno dopo ricevette la destinazione per la missione di Hyderabad in India. Per tre anni lavorò come semplice missionario, spendendo le sue forze e le sue capacità nel distretto di Masuli-patam, fino a che (1935) non fu chiamato come Sostituto nella Segreteria della Delegazione Apostolica in India. In quest'ufficio tanto delicato e pieno di responsabilità si fece apprezzare per il suo tatto e la sua «diplomazia ». L'abilità del giovane segretario piacque tanto al Delegato Apostolico Mons. Kierkeis che lo confermò nella carica e lo portò con sé quando la Delegazione fu elevata al grado di Internunziatura a Nuova Delhi nel 1948. L'anno precedente a questa promozione, (1947) a Roma si riuniva il Capitolo Generale del PIME per l'elezione del nuovo Superiore Generale. Fin d'allora il P. Lombardi fu proposto alla S. Congregazione di P. F. come l'uomo più degno e più adatto a ricoprire la altissima carica; ma la S. Congregazione pose il veto alla sua candidatura e fu necessario puntare su altri. ' Soltanto cinque anni dopo la S. Congregazione, annuendo alle ripetute istanze del Superiore Generale P. Luigi Risso, permise che il P. Lombardi rientrasse a Roma per mettersi al servizio dell'Istituto, con l'ufficio di Vicario Generale. Risalgono a questo periodo i primi alti incarichi di fiducia affidatigli dalla S. Sede e dall'Istituto, che lo vedranno successivamente in tre continenti, in visita alle missioni. Nel 1952 visitò le missioni del PIME in India e nel Pakistan; nel 1953 quelle di Hongkong e del Giappone; nel 1955 raggiunse la Birmania; nel 1959 visitò minutamente i vasti territori affidati al PIME nel Brasile; nel 1960 visitò la missione della Guinea Portoghese in Africa; nel 1961 ritornò ancora in India, Pakistan e Giappone; nel 1962 visitò le opere del PIME negli Stati Uniti d'America; nel 1963 iniziò la visita canonica alle case dell'Istituto in Italia. Questi lunghi viaggi che lo sottoposero a sforzi inauditi e a disagi d'ogni genere, specialmente nelle zone torride dell'Equatore e nei villaggi .dell'Africa e dell'India, fin dal 1959 cominciarono ad intaccare la sua forte fibra. Infatti in Amazzonia fu colpito dalla malaria e sperimentò le insidie dei muscoli maruim e mucuim; in India andò soggetto a colpi di sole e a febbre; e durante la visita agli Stati Uniti fu finanche ricoverato in ospedale. Quelli che lo vedevano soffrire e lavorare nello stesso tempo gli raccomandavano precauzioni, cure adatte, riposo... ma su questo punto pare che non ci sentisse. Era preoccupato della cura e del bene dell'Istituto fino alla dimenticanza di sé stesso. E non guardava in faccia ai disagi e agli incomodi quando riteneva opportuni la sua presenza, il suo intervento, la sua parola di ammonizione o di conforto. Chi ha conosciuto il P. Lombardi soltanto nella sua veste ufficiale l'avrà certamente giudicato un uomo risoluto, sbrigativo, energico, dal fare militare insomma... e mai forse ha scoperto in lui questi gesti di tenerezza materna, che edificavano e che soprattutto costituivano un balsamo per i missionari novelli che lasciavano per la prima volta l'Italia. In queste note affrettate, che scriviamo ancora sotto l'emozione della repentina notizia pervenutaci da Roma, non riusciremo di certo a mettere in risalto tutte le doti di mente e di cuore di cui il Signore aveva arricchito il nostro Superiore Generale; ma ci sia lecito almeno accennare alle sue ansie, ai suoi programmi, alle sue realizzazioni...
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