IL P.I.M.E. IN LUTTO PER LA MORTE DEL SUO IX SUPERIORE GENERALE

P. Augusto Lombardi

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Nelle 18 lettere circolari inviate periodicamente ai suoi missionari sparsi in quattro continenti il P. Lombardi pare che abbia avuta un'idea fissa: avere disponibile un numero maggiore di missionari, per poter far fronte alle incessanti richieste che gli pervenivano sia dai Vescovi del PIME come dalla S. Sede o dai Vescovi indigeni; ma esigeva pure che questi missionari fossero davvero uomini apostolici, aperti per quanto si vuole ai moderni metodi di evangelizzazione, ma sempre ancorati al tradizionale spirito dell'Istituto che vuoi ricercare in tutto e sempre « la gloria di Dio e la salvezza delle anime ».

A tale scopo inculcava la preghiera « perno di tutta la nostra vita spirituale e mezzo di perfezione insostituibile per noi sacerdoti e missionari »; la santità della vita; «prima di tutto e più che tutto dovete preoccuparvi della santità della vostra vita personale, della pratica coerente del vostro sacerdozio sacro delle caratteristiche soprannaturali della vostra missione »; la penitenza e la povertà: quindi, lo sforzo di combattere « ogni troppo marcata tendenza verso l'agiatezza, le comodità e il quieto vivere », e « resistenza contro istinti malsani di molto avere per molto godere, presa di posizione contro l'importanza esagerata che si potrebbe dare al denaro nella visione generale della vita e nella impostazione del nostro ministero »; l'obbedienza alla Regola e ai Superiori che da sicurezza e pace; e infine la carità fraterna che raccomandava in modo particolare nella sua penultima lettera: «La carità fraterna, la fraterna solidarietà nelle gioie, nel dolore e nel sacrificio, la semplicità di cuore e la naturalezza nel pensare di noi stessi e degli altri e la serena rettitudine nell'agire, prudenza e comprensione nel giudicare, fiducia nel bene che sa vincere il male, cordialità e socievolezza nei vicendevoli rapporti, assenza di asprezza di parola e di comportamento, resistenza a quelle certe forme di egoismo ed egocentrismo che riescono così bene a far pesare la nostra presenza: confidenza, docilità e buon garbo con l'Autorità per la quale attuare il detto di S. Pietro : « castifìcantes-animas nostras in oboedientia charitatis ».

A questi interventi ufficiali faceva seguire altre ammonizioni, esortazioni, e consigli, che venivano volta per volta suggeriti dalle circostanze.

Il P. Lombardi, assumendo la suprema carica dell'Istituto, abbiamo detto che si era proposto di incrementare il numero delle vocazioni.

Ci è riuscito?

Certo non si è arrivati ancora al traguardo che lui si era proposto, perché la morte è venuta a troncare il programma di ringiovanimento dell'Istituto prima ancora che scadesse il suo mandato decennale, ma un breve elenco

delle opere compiute è la testimonianza più eloquente dell'impulso da lui dato all'Istituto sia in Italia che all'estero.

Il personale del PIME è salito da 1117 unità nel 1958 a 1500 nel 1963. Alle case dell'Istituto, negli stessi anni, si sono aggiunte quelle di Firenze, Cervignano, Galatina e Sotto il Monte Giovanni XXIII (in costruzione); mentre negli Stati Uniti e nel Brasile se ne sono aperte altre necessarie per la formazione completa degli aspiranti missionari.

A Milano invece è già in funzione il « Centro Missionario Patriarca Ramazzotti » sorto in omaggio alla memoria del fondatore del PIME, che si può considerare come una fucina di iniziative, intese a sensibilizzare il pubblico nei riguardi nel problema missionario.

Il P. Lombardi che aveva raccolto attorno alla sua persona i più unanimi sentimenti di simpatia sia da parte dei suoi missionari, come delle Supreme Autorità Ecclesiastiche (tra queste in modo particolare S.S. Giovanni XXIII, che lo considerò come suo intimo), ora non è più; ma siamo sicuri che sarà a lungo rimpianto, come lo furono i suoi otto predecessori, soprattutto perchè è caduto sulla breccia durante munere come era avvenuto soltanto a Mons. Marinoni e Mons. Scurati, che furono rispettivamente il primo e secondo Superiore Generale dell'Istituto.

Ma assieme al rimpianto vogliamo qui unire la nostra devozione ai suoi insegnamenti e ai suoi esempi, che furono quelli del « buon soldato di Cristo », che mai tentennò dinanzi al pericolo e che ha saputo spingere il nuovo plotone dei missionari del PIME, a lui affidati come ad un generale d'esercitò, a nuove mete e a nuove conquiste. Che il Signore l'abbia in gloria e gli dia la « giusta ricompensa » al valore.

* * *

I solenni funerali

Appena comunicata la notizia della morte del P. Lombardi, il S. Padre Paolo VI ha fatto pervenire alla Curia Generalizia del PIME un telegramma di condoglianze. A Lui poi si sono uniti i Membri della S. Congregazione di Propaganda Fide, Cardinali, Vescovi e Superiori Generali di altre congregazioni missionarie, per esprimere anch'essi il loro cordoglio per la grave perdita»

Nei due giorni che la salma del P. Lombardi è rimasta nella camera ardente del Corso d'Italia c'è stato un continuo alternarsi di visite da parte di Autorità ecclesiastiche e di Amici dell'Istituto.

I funerali si sono svolti nella mattinata del sabato 1° febbraio, partendo dalla sede generalizia e raggiungendo la vicina parrocchia di S. Teresa, ove il Vicario Generale P. Alberto Morelli ha celebrato la Messa funebre assistito dai Superiori Provinciali P. A. Ghisaura e P. P. Bonaldo. L'assoluzione al tumulo è stata impartita da Sua Eminenza il Card. Agagianian, Prefetto della S. Congregazione di P. Fide.

Prestavano servizio all'altare alcuni chierici cinesi del Collegio di Propaganda, mentre i canti erano eseguiti dalle Scholae cantorum riunite dei nostri seminari di Gaeta e di Aversa.

Partecipavano al mesto rito, oltre i Consiglieri Generali e i familiari dello Scomparso, anche le rappresentanze di tutte le case del PIME nell'Italia Meridionale.

Un altro rito funebre si è svolto a Milano il 3 febbraio, con la partecipazione di tutte le altre rappresentanze dell'Istituto nell'Italia settentrionale.

La salma dello Scomparso è stata tumulata nel piccolo cimitero dell'Istituto presso la Villa Grugana di Calco (Como).

P. Ferdinando Germani, P.I.M.E.

 

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