Villa S. Stefano ricorda …
LE PIAZZE DEDICATE Al SUOI FIGLI ILLUSTRI, LA LORO STORIA di Giovanni Bonomo e Pino Leo Vogliamo descrivere su questa pagina le piazze intitolate ai nostri concittadini che hanno contribuito, con modestia, saggezza e impegno costante, alla crescita civile, sociale e culturale di Villa S. Stefano. A questi suoi Figli, le Amministrazioni Comunali succedutesi dal dopoguerra, hanno voluto tributare loro perenne memoria nella toponomastica del nostro paese. |
Il primo luogo pubblico, dedicato ad un nostro concittadino, è il "Largo" antistante il sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo che fu intitolato a Mons. Amasio Bonomi nel 1951, a tre anni dalla sua morte, durante l'Amministrazione Comunale presieduta dal sindaco avv.to Ermenegildo Perlini. Successivamente, nel 1954, la denominazione di "Largo" venne trasformata in "Piazza" dal sindaco Baldassarre Panfìli. Questa piazzetta di forma quadrata di circa cento metri, peraltro poco distante dalla casa nativa di Don Amasio (Vicolo San Pietro), occupava un posto importante negli avvenimenti religiosi e sociali del paese. Infatti, per la sua posizione, era il posto dove le bande musicali in occasione delle feste attendevano l'uscita della processione o suonavano inni sacri nei momenti più importanti delle funzioni religiose. Da data immemorabile nel giorno di San Rocco è stato, ed è tutt'ora, il centro della distribuzione della Panarda. Da ricordare, inoltre, che in questa Piazza fu posta una fontanella pubblica, terminale dell'acquedotto comunale, per servire gli abitanti del centro storico ancora sprovvisti "dell'acqua in casa". Don Amasio nacque a Villa S. Stefano 13 settembre 1874 da Giuseppe e da Panfili Giuseppina. Per circa cinquant'anni, oltre alla sua missione pastorale, si dedicò all'educazione religiosa e sociale dei giovani, mettendo a disposizione di questi, tutte le sue energie morali e materiali. Sotto la sua guida si formarono ben tre generazioni elevando, in esse, il livello culturale fino ad allora molto basso nel nostro paese. Memorabile resta l'iniziativa la lui presa nel creare all'interno dell'incompiuta chiesa di San Pietro, una palestra/oratorio. Qui i ragazzi scendevano a svolgere le varie attività ginniche, allora ancora poco conosciute in paese, dopo aver preso lezioni di "grammatica" e "musica" nonché qualche... "pagnottella", nella casa di "gnora" Antonia sorella di Don Amasio. Per queste ed altre iniziative a favore della gioventù, meritò il titolo di Monsignore. SÌ spegneva nel nostro paese il 22 gennaio 1949. Ancora oggi viene ricordato come il "Don Bosco di Villa S. Stefano". "Piazza Cardinale Domenico lorio" si trova a destra, alla fine della salita di Via San Sebastiano. Questa, occupa lo spazio da dove ha inizio viale Guglielmo Marconi e che è delimitato dalla chiesa dedicata al Santo, dalla torre del Comune e dalla prima palazzina delle cosiddette "Case Nove". E posta, di fatto, al limite tra la parte vecchia. dominata dal Palazzo "Marchese", e quella nuova del paese. Dopo la frana del 1932 avvenuta nel centro storico, questa zona, detta, "La Vigna", fu individuata come luogo in cui doveva essere ricostruito il paese. Fu redatto un piano regolatore con la successiva costruzione di cinque nuove palazzine posizionate su due strade parallele (Viale Guglielmo Marconi e Via Leonina), a ricordo della toponomastica della zona franata. Iniziava cosi lo sviluppo di questa zona, arricchita negli anni sessanta dalla costruzione degli edifìci per la scuole materne, elementari e medie, nonché dalla realizzazione di varie abitazioni per uso civile che si sviluppano lungo la strada per il Macchione, realizzata anche questa alla fine degli anni cinquanta. La Piazza venne intitolata al Cardinale con deliberazione del Consiglio Comunale n.ll/B del 11.12.1954. Il Cardinale Domenico lorio era nato nato a Villa S. Stefano il 7 ottobre 1867 in Via della Rocca (oggi numero civico 27), da Filippo e Domenica Venditti. Egli si formò nel seminario diocesano e fu ordinato sacerdote nel 1891 a Palestrina. Dopo un breve soggiorno nel suo paese si trasferì a Roma per continuare gli studi di diritto canonico nel Pontifìcio Seminario di S. Apollinare. A 30 anni iniziò la sua carriera nella Curia Vaticana, presso la Dataria Apostolica. Nel 1926, fu nominato segretario della Santa Congregazione dei Sacramenti. Ebbe rilievo II suo contributo nel formulare la disciplina matrimoniale del Concordato Italiano nei Patti Lateranensi. Fu autore di apprezzate pubblicazioni su particolari materie canonico-pastorali, svolse importanti e delicati incarichi presso il Vicariato di Roma. Elevato alla Porpora Cardinalizia il 16 dicembre 1935 da Papa Pio XI, fu Prefetto della Santa Congregazione dei Sacramenti e titolare presbiteriale della chiesa di S. Apollinare a Roma. Non dimenticò il suo paese nativo al quale donò, acquistandolo dai De Luca, il palazzo della famiglia Colonna sito in piazza Umberto 1°. Trasformatolo in un'asilo e scuola per l'educazione dell'infanzia lo dotò di ogni mezzo, e lo affidò alle Suore del Preziosissimo Sangue che lo tennero attivo fino a qualche anno fa. Resta ancora oggi viva nella memoria delle persone più anziane la visita che il Cardinale fece al suo paese natale, il 21 settembre del 1938 presso il Santuario della Madonna dello Spirito Santo, in occasione della incoronazione della Vergine, accolto da tutti suoi compaesani guidati dal parroco Don Amasio Bonomi, e dal podestà Luigi Bonomo, personaggi che incontriamo in questo nostro articolo. II Cardinale si spegneva a Roma il 21 ottobre 1954 e le sue spoglie riposano nella chiesa di S. Apollinare. Nel 1994, con i lavori di ristrutturazione del paese fu ricavato un piccolo Largo antistante la Casa Comunale, utilizzato sempre più spesso dalla collettività per cerimonie pubbliche e manifestazioni popolari. Il 15 novembre del 1998, a dieci anni dalla sua scomparsa, l'Amministrazione Comunale del sindaco Maurizio lorio, con una commovente cerimonia intitolava il Largo a Luigi Bonomo. Luigi Bonomo nasce a Sonnino il 2 maggio 1902 da Elisabetta Grenga di Sonnino e da Matteo di Villa S. Stefano. Il dottor Matteo, all'epoca medico condotto a Sonnino in provincia di Latina, fu il primo laureato in medicina e chirurgia di Villa S. Stefano. Luigi Bonomo vive con i genitori a Sonnino fino all'età di quindici anni, dopo di che viene a Villa S. Stefano, e risiede con la famiglia nella casa paterna in Contrada Casina. Dal 1936 al 1943 fu Podestà di Villa S. Stefano e contemporaneamente, dal 1939, anche di Amaseno. Ancora oggi viene ricordato per la sua amabilità e cordialità come "Sor Luigi". Nel 1932 fu protagonista, con altre personalità locali e autorità governative, della ricostruzione seguita all'evento franoso di cui già abbiamo accennato. Fu in quella occasione che, con i residui dei materiali e con il lavoro volontario e gratuito delle maestranze, venne realizzata la "Casa del Fascio". A ricordo di tale evento, sulla facciata dell'edificio fu incisa la frase "Portando ognuno la sua pietra al cantiere", oggi purtroppo scomparsa. Da diversi decenni questo edificio, ristrutturato ed ampliato dalle Amministrazioni che si sono susseguite, è sede del Comune. Dal 1952 al 1956 fu consigliere di minoranza nell'Amministrazione di Baldassarre Panfìli. Nella primavera del 1956 divenne sindaco e mantenne questa carica ininterrottamente fìno al 1980. Nei venticinque anni della sua Amministrazione fu artefice della ricostruzione del paese con la realizzazione di circa trentacinque chilometri di strade rurali, dell'elettrificazione delle campagne che furono raggiunte anche dalla rete idrica. Vennero costruiti gli edifìci scolastici oggi esistenti e la piazza principale fu abbellita con una "moderna" illuminazione. Il simbolo di questa modernizzazione fu la contrada Macchione. In quegli anni venne unita al paese con una strada carrabile, raggiunta dall'acqua potabile, dall'elettricità, dal telefono e dotata di due edifici, uno per la scuola materna, ed uno per la scuola elementare. Nel 1971 fu parte attiva per l'insediamento dello stabilimento Elkron (oggi Flag) fabbrica di materiale sintetico, tutt'oggi importante punto di riferimento dell'attività lavorativa santostefanese. Particolare attenzione dedicò alla festa di San Rocco fin dal 1956, con l'ideazione della processione serale del 15 agosto realizzata in modo spettacolare con la collaborazione di un valido Comitato Festeggiamenti, coordinato dal caro fidato amico e braccio destro Elio lorio. Ritiratesi a vita privata nel 1980, termina la sua esistenza a Villa S.Stefano il 15 novembre 1988. Nel 1932, la risulta dello sterro effettuato per la realizzazione dei cinque palazzi nella nuova zona del paese, fu trasportata ai margini della piazza Umberto 1°, nella parte che sovrastava il fosso che scendendo dalla "Vigna" attraversava il paese. Il fosso, denominato "Fossato", nel corso di quella ricostruzione, fu coperto ed ancora oggi funge da collettore principale del sistema fognante del paese. Il terrapieno, createsi con lo scarico della terra di risulta, costituì di fatto una discarica di "rifiuti" per la popolazione. Per gli adolescenti di almeno due generazioni fu uno dei luoghi preferiti per il gioco. L'appuntamento era " 'ncima a la tera" o " agl' f’ssat"'. La scarpata, per la sua pendenza, era il posto ideale per effettuare spericolati voli sulle "sciarell"' che erano una sorta di solchi poco profondi realizzati con il continuo uso di acqua o in casi di necessità... "con pipì". Esse, a secondo della loro lunghezza, tortuosità e pericolosità, venivano individuate come strade che conducevano a "Ceccano", "Frosinone"o "Roma". Negli anni sessanta tutto il terrapieno venne bonificato e circondato con un muro di contenimento, venendosi così a realizzare un bellissimo belvedere sul quale fu posto il monumento ai Caduti, inaugurato nel 1965. Il 3 novembre 2002, in occasione della celebrazione della ricorrenza del IV Novembre, questo Largo venne intitolato a Genesio Luigi Biasini dall'attuale Amministrazione Comunale. Genesio nacque a Villa S. Stefano il 21.6.1899 da Luigi di Giuliano di Roma e Anticoli Cristina di Villa S.Stefano. Partecipò alla prima guerra mondiale con i "Ragazzi del 99". Dopo il conflitto si arruolò nell'Arma dei Carabinieri dove, rimasto per alcuni anni, si congedò con il grado di Appuntato. Mastro muratore, continuò le tradizioni artigianali della famiglia nel nostro paese, dove fu uno dei principali animatori dei movimenti nazionalistici del primo dopoguerra. Fu insignito del titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. I Combattenti e Reduci di Villa Santo Stefano lo elessero Presidente dell'Associazione Nazionale della locale sezione e lo resta ancora oggi nella loro memoria. Il senso dello Stato e del dovere verso la Patria, rappresentarono le direttrici più importanti per la sua vita. Ogni ricorrenza nazionale o locale era occasione per ricordare il sacrifìcio dei Caduti e dei Combattenti di tutte le guerre. Si prodigò con ogni mezzo, trovando poi nel sindaco Luigi Bonomo la disponibilità per la realizzazione di quel magnifico parco, oggi a lui dedicato. Genesio Biasini moriva in Ceccano il 24 marzo1980.
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da: "La Voce di Villa" - Notiziario a cura dell'Amministrazione Comunale di Villa Santo Stefano