I racconti di Giuseppe Luzi:
Morire per un fagiolo | Amore per gli animali | Repubblicano e socialista
STORIA DI UNA VITA SPESA NELL'IMPEGNO SOCIALE E POLITICO AL SERVIZIO DELLA GENTE COMUNE
GIUSEPPE LUZI
(15 dicembre 1912 - 22 luglio 2004)
Prima parte
di Augusto Anticoli
pag.1
Giuseppe Luzi è nato a Giuliano di Roma il 15 dicembre 1912, da padre Angelo di Giuliano di Roma, e madre Giuseppina Rossi di Villa S.Stefano. Il padre muore in guerra nel 1916 quando il piccolo Peppe aveva appena tre anni e mezzo, i ricordi del genitore sono sfumati come in un sogno: un uomo di ritorno da una campagna di guerra, in licenza militare, che dona al figlioletto capriccioso un’arancia, per farlo smettere di piangere, episodio confermatogli dalla nonna paterna.
La giovinezza è trascorsa nella campagna di Giuliano con la madre, il fratello Luigi, la sorella Annita, e la nonna paterna Palma Alonzi, discendente da una famiglia legata al Regno di Napoli, da questa particolare origine deriva il soprannome di "Peppe la regnicola". La nonna Palma era persona generosa d’animo, ma per questa sua discendenza, era anche una donna autoritaria e tutta la famiglia di Peppe subiva il carattere dispotico di nonna Palma, infatti, la madre di Peppe era succube della suocera che comandava impartendo ordini, che, si dovevano rispettare senza discutere.
Il giovane Peppe ha sofferto molto per questa condizione disagiata, era costantemente controllato, non poteva frequentare i compagni di gioco che lo avrebbero portato secondo la nonna sulla cattiva strada, non gli è stato reso possibile studiare, insomma si trovava nella condizione di "prigioniero in casa". Quando gli era possibile scappare il giovane Peppe andava alla Fontana di Giuliano, dove aspettava il nonno materno proveniente da Frosinone con il carretto pieno di farina e mercanzie, con le quali riforniva le botteghe di Villa S.Stefano, si metteva sopra la barozza del nonno Pippo e veniva nella casetta di Villa dove restava con i parenti per giorni interi, ma questa sua condizione di "temporanea libertà" finiva quando la nonna Palma veniva a riprenderselo per ricondurlo nella dimora di Giuliano.Ogni occasione era buona per scappare, il suo "cuore" era nella casetta delle Fontanelle dove poteva dare sfogo all’esuberanza giovanile, finalmente libero di giocare con amici e parenti, stare con i nonni materni, amato e coccolato, era una condizione che lo rendeva finalmente felice.
Apriamo una parentesi per tracciare alcuni cenni biografici d'un avo di Giuseppe Luzi LUIGI ALONZI DETTO "CHIAVONE"
PERSONAGGIO STORICO. Luigi Alonzi, detto Chiavone o Ghiavone, nacque a Sora nel 1825 in contrada Selva, confinante con l’ex Stato Pontificio, Chiavone era stato soldato nell’esercito borbonico e poi guardia boschi del comune di Sora. Gettatosi a corpo perduto nella reazione politica, dal Borbone fu eletto capitano e sussidiato con armi, abiti e denaro per formare delle guerriglie di coraggiosi insorgenti, allo scopo di impedire l’entrata delle truppe piemontesi nelle nostre città e tentare di ricondurre a Napoli il re decaduto. Ma il 13 febbraio 1861, la fuga del re dalla capitale, segnerà la fine di una dinastia borbonica. Nel giugno del 1862 Chiavone, fu ucciso mediante fucilazione nei pressi di Trisulti, località di Collepardo (FR).
Ricordiamo che l’infanzia e la giovinezza, Peppe, la trascorre tra: la casetta di campagna e quella di Giuliano, dove con la famiglia rientrava tutte le sere, il suo lavoro era quello del contadino; lavorava i terreni, mentre si occupava anche delle bestie.
La nonna Palma gli fece conoscere una ragazza di Giuliano: Iolanda Pietrocarlo, che sarebbe poi diventata la futura sposa, dopo alcuni anni di fidanzamento, nel 1935 Peppe e Iolanda convolavano a giuste nozze. Il matrimonio venne celebrato nella chiesa di Giuliano, per il pranzo di nozze, con amici e parenti mangiarono una capra, cosa che per l’epoca d’estrema povertà, era considerato un lusso.
Dal matrimonio sono nati tre figli: nel 1936 la primogenita Gina, nel 1939 Angelo, nel 1941 il povero Dario, purtroppo prematuramente scomparso.
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